Negli ultimi due anni l’epidemia di influenza aviaria in Europa è stata la più grave mai osservata finora, dicono le autorità europee

(Uli Deck/ dpa, ANSA)
(Uli Deck/ dpa, ANSA)

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno detto che l’epidemia di influenza aviaria che si è verificata nella stagione 2021-2022 nei paesi europei è stata la più grave osservata finora in Europa.

L’influenza aviaria è una malattia estremamente letale per il pollame e secondo l’EFSA la sua portata geografica nell’ultima stagione è stata «senza precedenti»: sono stati accertati 2.647 focolai di infezione da virus ad alta patogenicità (HPAI) negli allevamenti di 37 paesi europei, dalla Norvegia al sud del Portogallo all’Ucraina. C’è stato un totale di 47,7 milioni di uccelli abbattuti, e sono stati rilevati più di 3.500 casi di infezione anche negli uccelli selvatici. Con la migrazione stagionale, inoltre, nell’autunno del 2021 il virus HPAI A(H5N1) è arrivato per la prima volta nel Nord America, provocando una grave epidemia nel pollame in varie zone del Canada e degli Stati Uniti.

L’ECDC ha chiarito che il rischio di infezione per gli umani «in genere è basso» e diventa basso-moderato solo per le persone che sono più esposte per ragioni lavorative. Secondo i dati raccolti dalle autorità europee, l’Italia è stata il secondo paese europeo per numero di focolai negli allevamenti (317), dietro alla Francia (1.383).