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  • Martedì 25 ottobre 2022

I Mondiali di calcio dell’Arabia Saudita sono iniziati a ottobre

È una delle nazionali più deboli ma per non fare figuracce in un paese avverso come il Qatar ha iniziato la sua preparazione con un mese di anticipo

Abdullah Al-Khaibari e Mohammed Kanno nell'ultima partita di qualificazione ai Mondiali contro la Cina (AP Photo/Ebrahim Noroozi)
Abdullah Al-Khaibari e Mohammed Kanno nell'ultima partita di qualificazione ai Mondiali contro la Cina (AP Photo/Ebrahim Noroozi)
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Più che in ogni altra competizione, in un torneo tutto sommato breve e intenso come i Mondiali di calcio la preparazione atletica è sempre stata alla base di successi e insuccessi delle nazionali, anche se di solito viene presa meno in considerazione di altri aspetti più discussi, come le convocazioni dei giocatori.

Ai Mondiali giocati in estate, quindi al termine di una stagione, non è mai stato facile per le nazionali arrivare al massimo della forma possibile, specialmente nelle edizioni disputate in paesi con un clima poco adatto a sforzi fisici impegnativi. Ora che i Mondiali si giocheranno tra novembre e dicembre — quindi a metà stagione — per giunta nella penisola desertica del Qatar, dove a novembre le temperature raggiungono ancora i 30 gradi, la forma dei giocatori sarà un’incognita ancora più grande.

Per gestire meglio questo aspetto e provare ad avvantaggiarsi sulle avversarie, l’Arabia Saudita ha pianificato una preparazione particolare, come già fece per i Mondiali in Russia di quattro anni fa, allora però senza grandi successi.

Il campionato locale, dove giocano tutti i 32 pre-convocati, si disputa da agosto a maggio. Vista la particolarità di questa annata, la stagione in corso è stata interrotta il 16 ottobre, dopo le prime otto partite disputate, per dare modo alla nazionale di riunirsi venti giorni prima delle tre avversarie che incontrerà nella fase a gironi: Argentina, Polonia e Messico, sulla carta tutte ampiamente superiori.

In questa lunga preparazione, iniziata lunedì scorso, l’Arabia Saudita giocherà sei amichevoli in una ventina di giorni contro avversarie molto diverse tra loro. Sabato ha battuto la Macedonia del Nord, mercoledì giocherà contro l’Albania, poi toccherà a Honduras, Islanda, Panama e infine, a cinque giorni dal debutto ai Mondiali, contro i vice campioni del mondo della Croazia.

Per fare un confronto, il Messico si riunirà soltanto a dieci giorni dall’inizio dei Mondiali e giocherà due amichevoli. La Polonia per ora ha solo un’amichevole ufficiale in programma — contro il Cile che non gioca i Mondiali — mentre l’Argentina si riunirà direttamente in Europa, dove giocano gran parte dei suoi convocati, e giocherà soltanto un’amichevole, peraltro contro una nazionale modesta come gli Emirati Arabi Uniti.

Herve Renard, l’allenatore francese dell’Arabia Saudita (AP Photo/Jose Breton)

Il divario tra l’Arabia Saudita, squadra con il secondo peggior piazzamento nel ranking tra le partecipanti ai Mondiali, è molto ampio. Nonostante i grandi investimenti fatti di recente nello sport, il paese non riesce ancora a produrre calciatori di livello internazionale, e lo stesso vale per gli altri stati della penisola araba. Tra questi, però, il Qatar ha dimostrato di avere più ambizioni e anche più idee: oltre ad aver ottenuto l’organizzazione dei primi Mondiali in un paese arabo — obiettivo a cui ambiva anche l’Arabia Saudita — è riuscito a creare dal nulla una nazionale di buon livello, crescendo giocatori nelle sue eccellenti accademie gestite da professionisti europei e naturalizzando numerosi stranieri.

Per tutti questi motivi già quattro anni fa l’Arabia Saudita cercò di sopperire alle sue mancanze ricorrendo ai metodi alternativi a sua disposizione. In vista del ritorno ai Mondiali dopo dodici anni di assenza, l’autorità nazionale per lo sport raggiunse un accordo con il campionato spagnolo: in cambio di un ritorno economico e commerciale, mandò a giocare nove dei suoi migliori giocatori in nove squadre spagnole fra prima e seconda divisione, per testarli in un ambito più competitivo.

Ai Mondiali in Russia, poi, i risultati non furono significativi, anche a causa di un imprevisto cambio di allenatore a ridosso del torneo. Ma la Nazionale saudita riuscì almeno a battere l’Egitto ottenendo così la sua terza vittoria in cinque partecipazioni al torneo.

Ai Mondiali in Qatar l’allenatore sarà il francese Hervé Renard, con una lunga esperienza alla guida di nazionali africane. Renard è in carica dal 2019 e fin qui sembra aver creato un gruppo piuttosto solido che ha vinto quasi sempre le partite che doveva vincere. E nel fare questo ha fatto spesso uso di ritiri di preparazione, come quello estivo tenuto in Spagna e quello in corso in questi giorni ad Abu Dhabi.

Oltre al voler evitare figuracce, i piani dell’Arabia Saudita sono legati anche al fatto che i Mondiali si giocheranno nella sua penisola, con un folto seguito di tifosi sauditi, e in un paese con cui i rapporti negli ultimi anni sono stati piuttosto conflittuali. Non a caso prima della partenza per il ritiro tutta la squadra è stata ricevuta a lungo dal principe ereditario e primo ministro Mohammed bin Salman.

I contatti ufficiali tra i governi regnanti di Qatar e Arabia Saudita sono ripresi meno di due anni fa con la riapertura dei confini, chiusi in una sorta di embargo deciso tre anni prima a causa delle posizioni ambigue attribuite al Qatar riguardanti il terrorismo, il sostegno ai gruppi islamisti della regione e la vicinanza con l’Iran, paese a maggioranza sciita e nemico dell’Arabia Saudita.

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