A che punto è Milano con le Olimpiadi invernali del 2026

Nelle ultime settimane sono circolate voci di ritardi, ma gli enti coinvolti dicono che sta filando quasi tutto liscio

(ANSA/ MATTEO CORNER)
(ANSA/ MATTEO CORNER)
Caricamento player

Fra meno di quattro anni Milano ospiterà la Olimpiadi invernali del 2026. Mentre a Cortina d’Ampezzo e in varie località del Nord Italia si terrà la maggior parte delle gare, Milano sarà il centro logistico della manifestazione. Fra febbraio e marzo in città arriveranno decine di migliaia di persone fra atleti, delegazioni nazionali, giornalisti e curiosi. Le strutture per ospitarli tutti in parte esistono già, e in parte dovranno essere costruite da zero. L’iter dei lavori è partito subito dopo la decisione del Comitato Olimpico di assegnare a Milano e Cortina le Olimpiadi del 2026, quindi nel 2019, ma da settimane circolano voci di ritardi e lentezze nella realizzazione delle opere principali.

Queste voci sono state esplicitate qualche giorno fa dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, che parlando ai giornalisti in un evento pubblico ha detto che «alcuni lavori rischiano di concludersi a ridosso dei Giochi», e «se riuscissimo ad anticipare sarebbe meglio». Martedì il presidente del Comitato olimpico italiano, Giovanni Malagò, ha parlato di una «sfida contro il tempo» per fare in modo che le Olimpiadi si svolgano senza intoppi o ritardi.

Nessuno di loro ha avanzato critiche più circostanziate ma molti hanno pensato alle strutture da costruire a Milano, perché in sostanza le più ingenti di tutto il progetto: su tutti il Villaggio Olimpico, un’area grossa come un campo da calcio che oggi è occupata da sterpaglie e resti del vecchio scalo ferroviario di Porta Romana. Entro tre anni dovrà ospitare 1.400 posti letto, un parco e una stazione ferroviaria completamente rinnovata.

Lo scalo di Porta Romana a Milano (ANSA/ MATTEO CORNER)

In realtà diversi enti che si stanno occupando dell’organizzazione delle Olimpiadi, compreso il Comune di Milano, sostengono che i lavori siano in linea con i tempi prestabiliti, e che tutte le opere necessarie saranno pronte entro il 2025.

All’organizzazione e gestione delle Olimpiadi partecipano soggetti molto diversi, pubblici e privati. La responsabilità sugli eventi sportivi e il coordinamento generale spetta alla Fondazione Milano Cortina 2026, partecipata dal governo e dagli enti locali, e che lavora a stretto contato col Comitato Olimpico Internazionale (CIO), l’organizzatore ufficiale delle Olimpiadi, il CONI, cioè il comitato olimpico italiano, e il CIP (Comitato Paralimpico Italiano). Da mesi la Fondazione attende che il governo indichi un nuovo amministratore delegato, quello che la guiderà fino alle Olimpiadi. Se ne occuperà verosimilmente il prossimo governo della coalizione di destra. Il nome che circolava finora era quello di Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo.

Poi c’è la società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 SpA, a sua volta partecipata dal governo e dagli enti locali, che ha il compito di realizzare le infrastrutture necessarie – soprattutto stradali – per collegare Milano e i vari impianti di gara. Il suo amministratore delegato è Luigi Valerio Sant’Andrea, che a febbraio è stato anche nominato commissario straordinario per la realizzazione di 8 opere ritenute particolarmente cruciali, quasi tutte superstrade. A metà settembre in un incontro della Conferenza dei servizi preliminare per la cosiddetta variante stradale del Longarone, una delle 8 opere commissariate, Sant’Andrea ha fatto sapere che tutte le opere di cui si sta occupando stanno procedendo secondo i tempi stabiliti.

Né la Fondazione né Infrastrutture Milano-Cortina 2026 SpA si stanno occupando dei tre progetti principali che riguardano Milano, anche perché si tratta di progetti privati che verranno temporaneamente “prestati” alle Olimpiadi invernali. Oltre al Villaggio Olimpico sono la nuova arena per hockey su ghiaccio che sarà costruita nel quartiere Santa Giulia, il cosiddetto PalaItalia, e la ristrutturazione del Palasharp, un gigantesco tendone costruito nel 1985 dopo le nevicate del gennaio di quell’anno, che avevano fatto crollare l’adiacente Palazzetto dello sport, e da allora rimasto lì.

Il Palasharp è al centro di un contenzioso giudiziario fra il Comune e l’istituto religioso delle Suore della Riparazione, secondo le quali la ristrutturazione della struttura disturberebbe la quiete della loro sede. Il Comune è convinto di poter vincere la causa, e i lavori sul Palasharp sarebbero tutto sommato poco ingenti. Nel caso di ritardi, l’assessora allo Sport del comune di Milano, Martina Riva, ha comunque paventato la possibilità che l’opera possa essere commissariata da Infrastrutture Milano-Cortina 2026 SpA.

Il Palasharp di Milano, visto da fuori (Matteo Corner/Lapresse)

Gli interventi più corposi sono in corso invece al Villaggio Olimpico e nella futura sede del PalaItalia. In entrambi i casi però il Comune nega alcun tipo di ritardo o rallentamento. «I lavori stanno procedendo assolutamente nei tempi previsti: col Villaggio Olimpico siamo addirittura in anticipo rispetto al nostro cronoprogramma», spiega l’assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi. Il comune di Milano ha due “cronoprogrammi” separati per il Villaggio Olimpico e per il PalaItalia, che però non c’entrano con un programma più generale delle intere Olimpiadi, con scadenze e obiettivi vari, gestito dalla Fondazione.

In questi mesi sia nel futuro Villaggio Olimpico – gestito da un fondo immobiliare guidato dalla società Coima Sgr – sia nell’area del PalaItalia erano in corsi lavori di bonifica del terreno. Nel Villaggio Olimpico si sono conclusi a settembre, nel PalaItalia ad ottobre. Al momento nel Villaggio si attende la risoluzione di un ricorso giudiziario, che dovrebbe arrivare a breve. «Per quanto riguarda il PalaItalia siamo in fase di approvazione definitiva del progetto che prevede la piazza e un edificio-parcheggio, che dovrebbe avvenire entro novembre», spiega Tancredi. Il quartiere del PalaItalia è interessato da una convenzione urbanistica firmata a giugno fra il Comune, la società che possiede i terreni (Risanamento) e quella che gestirà parte degli edifici non sportivi, cioè la catena di supermercati Esselunga. Il PalaItalia sarà invece costruito e gestito (anche dopo le Olimpiadi) dalla società tedesca Eventim.

Un rendering del futuro PalaItalia

«Tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023 dovrebbero partire i cantieri» sia nel Villaggio Olimpico sia nell’area del PalaItalia, prevede Tancredi. Fonti interne all’amministrazione comunale si aspettano che entrambe le opere siano concluse entro il 2025. In particolare, il Corriere della Sera scrive che il CIO si aspetta di vedere realizzato il Villaggio Olimpico entro il 31 luglio 2025.