Un intenso fine settimana di sbarchi

Negli ultimi due giorni circa 2mila migranti sono arrivati in Italia via mare, la situazione è molto difficile soprattutto nel centro di accoglienza di Lampedusa

Migranti al loro arrivo sul molo Norimberga di Messina dopo essere stati soccorsi dalla Capitaneria di Porto mentre erano a bordo di un peschereccio al largo della Libia, 24 luglio 2022 (ANSA/CARMELO IMBESI)
Migranti al loro arrivo sul molo Norimberga di Messina dopo essere stati soccorsi dalla Capitaneria di Porto mentre erano a bordo di un peschereccio al largo della Libia, 24 luglio 2022 (ANSA/CARMELO IMBESI)
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Nel fine settimana circa duemila migranti hanno raggiunto le coste italiane, in molti casi grazie alle attività di soccorso in mare condotte dalla Guardia di Finanza, dalla Marina militare e dalle organizzazioni non governative. Gli sbarchi hanno interessato soprattutto l’isola di Lampedusa, ma è stato soccorso un barcone anche al largo della Calabria con oltre 670 persone a bordo, compresi cinque migranti morti, secondo le informazioni fornite dalla Guardia costiera.

Le condizioni meteo stabili e il mare relativamente calmo hanno favorito i nuovi sbarchi, che potrebbero proseguire nei prossimi giorni con nuovi arrivi come avviene spesso in questo periodo dell’anno.

L’ANSA ha segnalato che domenica il centro di prima accoglienza (“hotspot”) di Lampedusa è arrivato a ospitare oltre 1.500 persone, nonostante la capienza massima sia ufficialmente di 350 posti. Il sovraffollamento e le alte temperature rendono difficile la permanenza e si stanno attrezzando i primi trasferimenti, per sfruttare altri centri di accoglienza in Italia dove la situazione è per ora più gestibile.

Le buone condizioni del mare nella notte tra sabato 23 e domenica 24 luglio hanno favorito l’arrivo non solo dei barconi, ma anche di piccole imbarcazioni con poche persone a bordo. Alcune di queste sono riuscite ad arrivare direttamente a Lampedusa, mentre altre sono state intercettate dalle autorità italiane più al largo. Su un’imbarcazione di 13 metri proveniente dalla Libia c’erano circa 120 persone di origine pakistana, bengalese, egiziana e sudanese. Sempre nella notte tra sabato e domenica, la Guardia di Finanza ha avvicinato una barca partita dalla Tunisia con a bordo una quindicina di tunisini, compresi quattro minori.

Gli sbarchi e gli avvistamenti in mare sono proseguiti per buona parte della giornata di domenica, con diverse altre centinaia di persone partite quasi tutte dalla Libia e dalla Tunisia e con vari paesi di origine: Afghanistan, Pakistan, Sudan, Etiopia, Somalia, Nigeria, Senegal e altri paesi africani, asiatici e del Medio Oriente.

La nave Sea-Watch 3, dell’organizzazione senza scopo di lucro Sea-Watch, ha segnalato di avere recuperato in mare quasi 450 persone e di essere in attesa di portarle in un porto sicuro. Una donna in avanzato stato di gravidanza accompagnata dal marito è stata fatta sbarcare dalla Guardia Costiera, insieme a un bambino con gravi ustioni accompagnato dai propri genitori.

Domenica la nave Ocean Viking aveva segnalato l’avvistamento di un gommone al largo della Libia con 87 persone a bordo, per lo più minorenni non accompagnati. Dopo i primi soccorsi, i migranti sono stati assistiti dalla Croce Rossa e da altre organizzazioni non governative. Nelle ore seguenti la nave ha soccorso diverse altre imbarcazioni di migranti.

Dall’inizio dell’anno le persone soccorse in mare sono state circa 36mila, un numero relativamente contenuto se paragonato con altri anni in cui erano stati gestiti fino a 180mila arrivi. Si è comunque rilevato un sensibile aumento degli sbarchi dalla primavera e potrebbero esserci ulteriori aumenti nelle prossime settimane, se le condizioni meteo e del mare dovessero rimanere stabili. Lo smistamento per gli arrivi degli ultimi giorni dovrebbe riguardare per lo più Sicilia, Calabria e Puglia.

È difficile per il momento pensare invece a un consistente aiuto proveniente dall’Unione Europea. A giugno i paesi membri avevano trovato un “accordo politico” che prevedeva un sistema di “solidarietà” volontario per la redistribuzione dei migranti tra gli stati dell’Unione (quindi che non prevedeva sanzioni per chi non lo avesse attuato). Diversi esperti di migrazione, tra cui Stephanie Pope di Oxfam, avevano però sottolineato come l’accordo fosse di fatto un riconoscimento dello “status quo” e un modo per continuare a non vincolare gli stati europei ad accogliere i migranti sbarcati sulle coste meridionali dell’Unione.

L’aumento degli sbarchi sarà uno dei temi al centro della campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Da tempo la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e quello della Lega, Matteo Salvini, sostengono la necessità di nuovi decreti per fermare non solo gli sbarchi, ma anche le attività di soccorso in mare. Meloni in passato aveva proposto un «blocco navale», difficile da praticare, che aveva portato a forti polemiche e critiche non solo in Italia.