Una canzone di Claudio Baglioni

E quella cosa di disegnare scenette intorno

(ANSA/OLDPIX)
(ANSA/OLDPIX)
Caricamento player

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Forse l’avete visto, Venditti che fa al liceo Giulio Cesare la canzone sulla maturità (non quella sul liceo Giulio Cesare, che gli venne meno bene), con tutta la sua bellezza e tutti suoi versi imbarazzanti.
I Rolling Stones hanno annullato il concerto di Amsterdam di stasera perché Mick Jagger ha il covid: tra otto giorni dovrebbero suonare a Milano, auguri a tutti.
Tra qualche giorno vi spiego perché mi sono infilato in ricerche sulla musica del 1972, ma intanto prendetevi solo una manciata di canzoni tutte uscite nel 1972, e continuate pure a sfottere noi boomer: Superstition Do it again All the young dudes You’re so vain Perfect day Papa was a rolling stone If you don’t know me by now Saturday in the park Ziggy Stardust e mi fermo.
C’è stato un piccolo litigio tra Rod Stewart ed Elvis Costello intorno ai rispettivi concerti, ma la colpa era del solito tabloid britannico scellerato, in questo caso il Mirror, che ha riportato una battuta di Costello sulla voce di Rod Stewart per seminare zizzania, Costello ha commentato “la solita merda del Mirror”, ma ormai Rod Stewart gli aveva risposto per le rime, e Costello l’ha chiusa scherzando.
Pure Robbie Williams pubblicherà l’inutile disco-di-canzoni-rifatte-con-un’orchestra (non ne ricordo nessuno necessario, a parte Joni Mitchell ), e ha intanto messo in giro questa .
E voi non volete riascoltare per la millesima volta otto minuti e mezzo di You can’t always get what you want dal vivo a Liverpool giovedì?
Venerdì sera sono stato con Emilia al concerto di Billie Eilish a Londra, il primo che faceva lì di sei, e mi sono divertito pur non sapendo quasi nessuna canzone di Billie Eilish: quindi mi asterrò da giudizi di qualche valore, anche se è sempre un’esperienza istruttiva andare ai concerti da ignoranti e disinteressati, per poter avere un’obiettiva impressione di se stessi quando si va da appassionati e fan. Venendo invece ai giudizi di nessun valore, lei è simpatica, tutto è un po’ infantilizzante (benché nel pubblico ci siano molti adulti), e se proprio dobbiamo eleggere qualcuno a popstar mondiale giovanile pazzesca, meglio lei – che fa un concerto senza stare a cambiarsi mille volte o metter su balletti e spettacolini, e ha una band di due – di quasi tutti. E gran finale rock.
A Londra ogni volta che si va è scomparso ulteriormente l’uso dei contanti, e ormai i posti in cui si può pagare solo con la carta sono tanti: ma anche dove si può è abbastanza inconsueto, e tutti usano dei microlettori wireless di carte di credito collegati a una app, anche i più improvvisati venditori ambulanti. Quello che non avevo ancora visto è il cantante di strada che accanto al solito cappello o custodia della chitarra per raccogliere le monete dei passanti ha messo anche uno di quei lettori: tu gli passi davanti, avvicini la carta, e quello registra una donazione fissa di tot sterline.

Quante volte
Claudio Baglioni

Quante volte su Spotify
Quante volte su Apple Music
Quante volte su YouTube

Qualche giorno fa ho letto che un giudice ha dato ragione a Claudio Baglioni che aveva fatto causa a Striscia la notizia per i modi offensivi con cui il programma aveva sostenuto in più di un’occasione che Baglioni si fosse copiato i versi delle sue canzoni da certi autori classici: e ammetto di averne letto con complementari pregiudizi (post-giudizi, actually) che mi hanno fatto rallegrare della notizia. Io di quella cosa di Baglioni di disegnare scenette intorno vado tutt’ora matto, che le abbia lette in giro o no, dal poster scarabocchiato che dice “vieni in Tunisia”, ai bicchieri vuoti, vestiti, cicche sopra il pavimento, a quella volta che andavamo via di schiena, ai cento ponti da passare e far suonare la ringhiera, al cielo che sbiadiva dietro le gru, alla ruota incollata sulla striscia bianca della mezzeria, alla grande prima eccezionale per il film dell’anno sul giornale spiegazzato, e una macchina prima per poco non mi ha messo sotto.
Per il resto su Baglioni mi ripeto da Playlist :

Non è che conti per la storia della musica. Chissenefrega. Baglioni conta per la storia di ciascuno di noi. Se facciamo la gara a chi ci ricorda più canzoni d’amore, lui stravince. Dice: i cantautori però eccetera. E va bene, è vero: lui ha scritto sempre e solo di se stesso e dei suoi affetti. E non si è mai spostato di un millimetro da dove era partito, musicalmente e letterariamente. L’unica volta che ha spiazzato qualcuno, è stato quando ha cantato “Anima mia” e si è esibito con gli Inti Illimani e compagnia bella. Gli è venuto benissimo, e non l’ha più fatto. Ma questo è un libro di canzoni. Lui sta in cima.

Poi una volta abbiamo parlato di lui al Post, una volta ho chiesto sul blog se qualcuno conoscesse cover di canzoni di Baglioni, una volta ho spiegato perché lo associo da sempre a un brand demodé. Ecco, mi avete fatto venire voglia di andare al concerto di Baglioni con un amico sbronzo che mi dica che mi vuole bene.


Quante volte su Spotify
Quante volte su Apple Music
Quante volte su YouTube