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  • Giovedì 5 maggio 2022

Un test per Boris Johnson

Alle elezioni locali di oggi in Inghilterra, Galles e Scozia il governo britannico si presenta indebolito, soprattutto a causa dello “scandalo delle feste”

Un seggio elettorale a Londra, nel 2019 (AP Photo/Frank Augstein)
Un seggio elettorale a Londra, nel 2019 (AP Photo/Frank Augstein)
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Oggi, 5 maggio, nel Regno Unito si vota alle elezioni amministrative locali, per rinnovare oltre 7mila seggi in assemblee amministrative (“councils”) in vari distretti di parte dell’Inghilterra, oltre che di Scozia e Galles. Le elezioni sono considerate un test per il governo in carica, guidato dal conservatore Boris Johnson, il cui consenso negli ultimi mesi è stato danneggiato dallo scandalo delle feste organizzate nella residenza del primo ministro in violazione delle restrizioni del primo lockdown.

Le elezioni di giovedì servono a rinnovare parte dell’amministrazione locale del Regno Unito, articolata in una struttura piuttosto complessa fatta di consigli comunali, autorità locali divise per contee e amministrazioni di distretti all’interno di singole città: a Londra, per esempio, si vota per rinnovare le amministrazioni dei 32 distretti che compongono la città. In tutto, i britannici voteranno per rinnovare oltre 4.000 seggi in varie parti dell’amministrazione locale.

Gli ultimi sondaggi danno il Partito Laburista in vantaggio rispetto al Partito Conservatore di Johnson: in Inghilterra e Galles, per esempio, si prevede che i conservatori perdano oltre 500 seggi locali e che i laburisti ne guadagnino oltre 800, e che i laburisti estendano il proprio controllo su 16 contee e distretti, mentre i conservatori ne perdano 7.

Va detto che la maggior parte dei seggi oggetto di voto sono comunque già controllati dai Laburisti, che hanno quindi più seggi da difendere dei Conservatori e dovranno soprattutto dimostrare di saperli mantenere: da questo punto di vista le elezioni locali saranno un test per la leadership laburista di Keir Starmer, impegnata da due anni a risollevare un partito che negli ultimi tempi era entrato in seria crisi, e che ha cercato di capitalizzare sugli scandali dei conservatori degli ultimi mesi.

Da gennaio a oggi il cosiddetto “Partygate”, lo scandalo delle feste durante i lockdown, ha messo in seria difficoltà il partito Conservatore. Si era parlato in modo piuttosto concreto di sostituire Johnson come capo del partito (e quindi come primo ministro del paese) e lo scandalo era finito al centro di due indagini: una interna al governo, che aveva dato risultati piuttosto imbarazzanti per la leadership di Johnson, definita sostanzialmente un «fallimento», e una condotta dalla polizia di Londra. Quest’ultima è ancora in corso e meno di un mese fa aveva anche portato all’imposizione di una multa sia contro Johnson sia contro il ministro dell’Economia Rishi Sunak, del suo stesso partito.

Per i Conservatori le perdite dei seggi sembrano essere previste soprattutto nel sud del paese, in aree in cui il sostegno al partito è tradizionalmente piuttosto forte, ma su cui lo scandalo delle feste sembra aver avuto un impatto importante. Si prevede invece che resti inalterato il sostegno ai conservatori in un’area cruciale, il cosiddetto “Red Wall”: è una zona tradizionalmente abitata da operai in cui il Partito Laburista aveva dominato incontrastato per oltre 40 anni, e che con le elezioni del 2019 era inaspettatamente passata a sostenere il Partito Conservatore.

In generale, comunque, pur con la perdita di qualche centinaio di seggi, non si prevede che Johnson uscirà troppo indebolito da queste elezioni locali, o almeno non al punto da spingere il suo partito ad attivarsi per sostituirlo, eventualità che comunque resta plausibile e che Johnson sta cercando di combattere in tutti i modi.

Negli ultimi mesi, Johnson ha cercato di garantire la sua leadership mostrandosi impegnato in vistosi sforzi diplomatici nella guerra in Ucraina: è uno dei principali sostenitori del governo ucraino in Occidente, ed è andato anche a Kiev di persona per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky, con una visita ovviamente molto pubblicizzata. In parte Johnson si è dato da fare anche a livello locale: tra le altre cose, nel bel mezzo dello scandalo delle feste ha annunciato un ambiziosissimo programma di riforme economiche e sociali da attuare su tutto il territorio nazionale chiamato “Elevare il Regno Unito”, che è stato tuttavia criticato dall’opposizione come poco realistico.