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  • Mercoledì 13 aprile 2022

Cosa sappiamo sull’attacco nella metropolitana di New York

I feriti sono 23 e al momento la polizia ha un unico ricercato, un uomo afroamericano di 62 anni

Personale d'emergenza all'entrata della metropolitana nel distretto di Brooklyn, a New York (AP Photo/John Minchillo)
Personale d'emergenza all'entrata della metropolitana nel distretto di Brooklyn, a New York (AP Photo/John Minchillo)
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Martedì mattina intorno alle 8.30 locali (le 14.30 italiane) c’è stato un attacco armato a New York, nella stazione della metropolitana della 36esima strada nel distretto di Brooklyn. Al momento i feriti sono 23, di cui cinque in gravi condizioni. La polizia sta cercando di ricostruire la dinamica dell’attacco e nella notte fra martedì e mercoledì ha fatto sapere di stare cercando una persona, un uomo afroamericano di 62 anni, in relazione all’attacco, ma non è ancora chiaro se l’uomo ne sia considerato il responsabile. Non è l’unico punto poco chiaro di questa storia.

Secondo le ricostruzioni attuali, l’attacco sarebbe avvenuto sull’affollato treno N, diretto a Manhattan. Alle 8.24, mentre il treno si avvicinava alla stazione del quartiere di Sunset Park, a Brooklyn, un uomo con un giubbotto e un elmetto da operaio – di quelli che si usano nei cantieri edili – avrebbe indossato una maschera antigas, gettato a terra due granate fumogene riempiendo il vagone di fumo, e avrebbe poi sparato 33 colpi con una pistola. L’uomo sarebbe poi fuggito dal treno, nel frattempo arrivato in stazione, lasciando dietro di sé varie persone a terra e sanguinanti.

Nelle ore immediatamente successive all’attacco, i vigili del fuoco avevano detto di aver trovato nella stazione “dispositivi inesplosi”, ma successivamente un funzionario di polizia ha fatto sapere che è stato trovato solo un fumogeno non acceso. Sempre martedì, la governatrice dello stato di New York Kathy Hochul aveva fatto sapere che per il momento le autorità non stavano trattando l’attacco come un caso di terrorismo.

Un ulteriore sviluppo c’è stato martedì sera, quando la polizia di New York ha fatto sapere di stare cercando, in relazione all’attacco, un uomo afroamericano di 62 anni chiamato Frank R. James: l’uomo non è ufficialmente sospettato, ma la polizia ritiene che ci siano ragionevoli elementi per ritenerlo coinvolto nell’attacco.

La polizia, in particolare, avrebbe trovato le chiavi di un furgone da lui noleggiato tra alcuni oggetti recuperati dal vagone del treno e probabilmente appartenuti allo sparatore: tra questi, una pistola Glock, tre caricatori di munizioni, un’accetta, alcuni fuochi d’artificio e un liquido che si ritiene sia benzina. Il furgone, che la polizia dice essere stato noleggiato da James a Philadelphia, dove c’è anche un indirizzo associato a suo nome, è stato trovato poco distante dal luogo dell’attacco e perquisito, ma la polizia non ha ancora reso noto cosa sia stato trovato al suo interno.

Un’altra ragione per ritenere plausibile un coinvolgimento di James sarebbero i numerosi video di YouTube da lui condivisi, dice la polizia, nei giorni precedenti all’attacco: sarebbero video piuttosto sconclusionati, pieni di bestemmie e commenti violenti, spesso rivolti a persone nere e soprattutto al sindaco di New York Eric Adams. I video, scrive Associated Press, menzionerebbero anche le stazioni della metropolitana di New York, per esempio in relazione alle promesse di Adams di renderle posti più sicuri. In un altro video si diceva che l’invasione russa dell’Ucraina sarebbe la prova dei «genocidi» attuati dalle persone bianche; in un altro, condiviso l’11 aprile, si denunciavano alcuni crimini commessi contro le persone nere e si diceva che era necessaria «un’azione drastica» per cambiare le cose.

James Essig, il capo del reparto investigativo della polizia di New York, ha detto che al momento non è stato chiarito se James sia effettivamente il responsabile dell’attacco: ad oggi rimane comunque l’unico sospettato. A complicare le ricerche, ha detto il sindaco Adams, è stato anche il malfunzionamento di alcune telecamere di sorveglianza sul luogo dell’attacco.