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  • Martedì 12 aprile 2022

In NBA si inizia a fare sul serio

Con gli spareggi di stanotte, in gara secca, che questa settimana decideranno le ultime quattro qualificate ai playoff

Kevin Durant e Andre Drummond dei Brooklyn Nets (Sarah Stier/Getty Images)
Kevin Durant e Andre Drummond dei Brooklyn Nets (Sarah Stier/Getty Images)
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Questa notte, con i cosiddetti play-in, iniziano di fatto i playoff della NBA, il momento più atteso e spettacolare del miglior campionato di basket al mondo. Li giocano da stanotte, per i prossimi quattro giorni, le squadre di Cleveland, Brooklyn, Atlanta e Charlotte, a Est; Minnesota, Los Angeles (Clippers), New Orleans e San Antonio a Ovest.

I play-in sono degli spareggi introdotti due anni fa in cui le quattro squadre classificate dalla settima alla decima posizione a Est e a Ovest (otto in tutto) hanno la possibilità di ottenere gli ultimi quattro posti ai playoff, che inizieranno sabato. Si giocano in gara secca, una formula poco tipica per la NBA e inizialmente non accolta molto bene da giocatori e squadre, ma in grado di far venire fuori partite molto combattute.

Le settime e le ottave classificate potranno qualificarsi anche con una sola vittoria; le altre avranno bisogno di vincerne almeno due. Le meglio classificate avranno inoltre il vantaggio di giocare in casa.

Il tabellone dei play-in

Ci sono squadre che un po’ tutti si aspettavano di vedere ai playoff, come i Brooklyn Nets di Kevin Durant e Kyrie Irving, che erano partiti forti ma tra dicembre e febbraio sono arrivati a perderne 11 consecutive e da lì in poi hanno passato la stagione a rincorrere la qualificazione.

E ci sono squadre che non molti si aspettavano di vedere lì, come i Cleveland Cavaliers, per tre stagioni consecutive fuori dai playoff — e mai oltre il tredicesimo posto — che invece ci sono arrivati con i 21 punti di media stagionale di Darius Garland, alla terza stagione in NBA, e grazie alle prestazioni consistenti di Caris LeVert, Jarrett Allen ed Evan Mobley, ventenne ed esordiente.

I Clippers, invece, saranno l’unica squadra di Los Angeles a giocare in questa post-season. I Lakers, campioni due anni fa e costruiti per vincere, hanno mancato la qualificazione al termine di una stagione disastrosa (e lunedì hanno licenziato l’allenatore, Frank Vogel). Anche i Clippers, come i Lakers, sono stati ostacolati da infortuni e assenze molto pesanti: quelle di Kawhi Leonard e Paul George, i due giocatori chiave della squadra, fuori da tutta la stagione, il primo, e da dicembre il secondo. Nonostante questo sono riusciti a tenere il passo affidandosi a una decina di giocatori, senza grandi nomi, ma piuttosto affidabili come Reggie Jackson, che al tredicesimo anno in NBA sta disputando una delle migliori stagioni in carriera.

Le ultime classificate, San Antonio Spurs e Charlotte Hornets, sono quelle da cui ci si aspetta di meno, proprio perché hanno raggiunto i play-in alle ultime partite della stagione regolare, e anche per demeriti degli avversari (su tutti, i Lakers a Ovest e i New York Knicks a Est).

Su New Orleans e Atlanta c’è invece parecchia curiosità. I Pelicans sono tornati nella post-season per la prima volta dal 2018. Sono la squadra di Zion Williamson, ritenuto ancora il più grande talento sopito del campionato. Per problemi fisici non ha mai giocato in questa stagione e probabilmente non lo farà neanche nei prossimi giorni. Il suo futuro a New Orleans è in dubbio, e dipenderà anche dai risultati della squadra, che però si presenta ai play-in senza l’infortunato Brandon Ingram, titolare con una media di oltre 22 punti a partita.

E infine gli Atlanta Hawks, che l’anno scorso furono la sorpresa del campionato. In pochi si aspettavano che la squadra costruita attorno a Trae Young — quinta scelta al draft del 2018 — passasse in così poco tempo dal fondo della classifica a una finale di conference, che perse ma contro i Milwaukee Bucks, poi vincitori del titolo. In questa stagione la squadra di Young, Clint Capela, Danilo Gallinari e Bogdan Bogdanovic ha però faticato più di quanto ci si aspettava.

Il tabellone provvisorio dei playoff

Al termine dei quattro giorni di play-in, le quattro squadre qualificate raggiungeranno le migliori dodici della stagione regolare, fra le quali non sembra esserci una grande favorita. Ci sono i campioni in carica di Milwaukee e i Phoenix Suns, sconfitti alle ultime finali e miglior squadra dell’Ovest con il più alto numero di vittorie stagionali del campionato (64 su 82 partite). Phoenix ha tenuto dietro Memphis, Golden State, Dallas, Utah e Denver, la squadra dell’ultimo, e probabilmente anche del prossimo miglior giocatore del campionato, il serbo Nikola Jokic.

A Est la migliore è stata, a sorpresa, Miami, che dopo le finali perse due anni fa ha mantenuto il gruppo attorno a Jimmy Butler e Bam Adebayo e ha continuato a costruirci sopra con rinforzi di qualità. Dietro Miami ci sono Boston, Milwaukee, Philadelphia e Toronto. Dopo quattro anni di assenza, sono tornati ai playoff anche i Chicago Bulls, completamente rifondati negli ultimi anni.

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