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  • Martedì 22 febbraio 2022

La Colombia ha depenalizzato l’aborto

La Corte Costituzionale ha stabilito che sarà possibile entro le prime 24 settimane di gravidanza, con una decisione storica

Attiviste in favore del diritto all'aborto festeggiano la decisione della Corte a Bogotà, lunedì 21 febbraio (AP Photo/ Fernando Vergara)
Attiviste in favore del diritto all'aborto festeggiano la decisione della Corte a Bogotà, lunedì 21 febbraio (AP Photo/ Fernando Vergara)

La Corte Costituzionale della Colombia ha deciso di depenalizzare parzialmente l’aborto, rendendo possibile richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime 24 settimane dall’inizio della gestazione. La decisione è stata presa martedì con cinque voti in favore su nove ed è considerata storica per il secondo paese più popoloso del Sud America, che è a maggioranza cattolica e tradizionalmente conservatore. La decisione è arrivata dopo che nel 2020 cinque organizzazioni per il diritto di scelta delle donne avevano preparato un ricorso per chiedere alla Corte di esprimersi sulle leggi sull’aborto.

Finora in Colombia l’aborto era infatti consentito solo in determinate circostanze, come stabilito da una precedente sentenza del 2006, cioè in caso di stupro, gravi malformazioni del feto e serio pericolo per la vita della donna. Chiunque abortisse o aiutasse una donna a farlo all’infuori di questi casi rischiava di essere punito con pene fino ai quattro anni e mezzo di carcere. Adesso invece sarà possibile richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza fino al sesto mese di gestazione senza fornire alcuna motivazione, mentre oltre tale termine continueranno a esserci restrizioni. È un limite piuttosto ampio, se si considera che per esempio in Italia l’aborto volontario oltre la 12ma settimana è concesso soltanto in caso di grave pericolo per la donna o per la sua salute fisica o psichica.

La Corte, a cui spettava la decisione definitiva sulla questione, ha anche invitato il governo e il parlamento ad avviare i procedimenti per modificare la legge precedente e fare in modo che le nuove disposizioni vengano applicate il prima possibile.

Secondo le attiviste e gli attivisti che sostengono il diritto all’accesso all’aborto con le nuove leggi sarà più semplice richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza soprattutto per le donne più povere e quelle che vivono nelle aree più remote, dove spesso mancano strutture mediche adeguate o strutture di supporto. Il ministero della Salute stima peraltro che ogni anno in Colombia circa 400mila donne ricorrano a un aborto clandestino e che in media 70 di loro muoiano per complicazioni.

Da quando l’aborto fu legalizzato in Argentina, alla fine del 2020, sono stati fatti alcuni passi avanti verso la depenalizzazione – almeno in certi casi – anche in altri paesi vicini, tra cui Messico ed Ecuador. Determinanti sono state le manifestazioni di quella che è definita “marea verde”, la serie di proteste dei movimenti femministi caratterizzate dal colore dei fazzoletti (pañuelos) usati come simbolo delle rivendicazioni sull’aborto. Abortire è invece illegale e completamente vietato in qualsiasi caso ad Haiti, in Honduras, nel Suriname, in Nicaragua, nella Repubblica Dominicana e a El Salvador.

– Leggi anche: Come viene raccontato l’aborto nelle serie tv