La Corte Suprema del Messico ha depenalizzato l’aborto in uno stato a nord del paese

Una manifestazione per la decriminalizzazione dell'aborto in Messico, a settembre del 2020 (AP Photo/Rebecca Blackwell, File)
Una manifestazione per la decriminalizzazione dell'aborto in Messico, a settembre del 2020 (AP Photo/Rebecca Blackwell, File)

Martedì la Corte Suprema del Messico ha votato all’unanimità per depenalizzare l’aborto nello stato di Coahuila, nel nord del Messico. I giudici hanno stabilito che la pena prevista per l’aborto in questo stato – fino a tre anni di carcere – era incostituzionale. È una sentenza molto importante perché, seppur riferita al solo stato di Coahuila, stabilisce un precedente giuridico a cui dovranno adeguarsi le future sentenze anche nel resto del paese. In Messico l’aborto è infatti illegale in quasi tutti gli stati, e in alcuni è punibile anche con 30 anni di carcere.

Secondo i giudici della Corte Suprema, è una sentenza «storica» e uno «spartiacque» per i diritti di tutte le donne messicane, e ci si aspetta che possa ispirare anche tutti gli altri stati del Messico (32 in totale), un paese che ospita una delle più alte percentuali di persone cattoliche al mondo.

Lo stato di Coahuila, inoltre, confina con quello del Texas, in cui la maggior parte degli aborti è appena diventata illegale: la stampa internazionale ha letto questa sentenza anche come una risposta e una presa di posizione sul tema. Soprattutto, la sentenza nello stato messicano di Cohauila potrebbe permettere ad alcune donne del Texas di interrompere la gravidanza oltreconfine.