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  • Lunedì 21 febbraio 2022

Il medagliere finale delle Olimpiadi invernali di Pechino

Ha stravinto la Norvegia, seguita da Germania e Cina; per l'Italia è il secondo miglior risultato di sempre

L'oro vinto dall'olandese Kjeld Nuis nel pattinaggio di velocità (Catherine Ivill/Getty Images)
L'oro vinto dall'olandese Kjeld Nuis nel pattinaggio di velocità (Catherine Ivill/Getty Images)

Con 16 medaglie d’oro su 37 complessive, la Norvegia ha concluso le Olimpiadi invernali di Pechino al primo posto nel medagliere, in qualsiasi modo lo si guardi (contano gli ori, e in caso di parità il numero complessivo). È arrivata prima per la seconda edizione consecutiva dei Giochi, dopo aver vinto sia la prima che l’ultima medaglia tra tutte quelle assegnate in Cina, entrambe con la fondista Therese Johaug. Il paese scandinavo ha ottenuto quattro ori in più della Germania e due in più rispetto ai quattordici vinti quattro anni fa in Corea del Sud: è il miglior risultato di sempre. Ha inoltre concluso le Olimpiadi con il maggior numero di medaglie complessive, cinque in più della Russia.

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Le medaglie norvegesi sono arrivate soprattutto da discipline in cui il paese ha più tradizione, come il biathlon e lo sci di fondo (28 in totale), ma anche dal freestyle e dal pattinaggio di velocità, cosa che ha confermato ancora una volta la grande efficienza del suo sistema sportivo. Ha infatti superato paesi con decine se non centinaia di milioni di abitanti in più, come Russia, Germania e Stati Uniti, le cui delegazioni potevano contare su oltre cento atleti, contro i 73 norvegesi. Di questi tre paesi, la Germania ha confermato il secondo posto di Pyeongchang 2018 e gli Stati Uniti il quarto: non più dietro il Canada ma dietro il paese ospitante, la Cina, che ha vinto otto ori in più di quattro anni fa.

La Russia è arrivata nona nel medagliere e seconda per quantità, ma i suoi numeri potrebbero cambiare. Come specificato anche dal Comitato olimpico internazionale, i risultati del pattinaggio artistico a squadre e femminile sono provvisori per via della positività all’antidoping di Kamila Valieva, vincitrice dell’oro nell’evento a squadre e quarta classificata nel concorso individuale. Il suo caso verrà giudicato nelle prossime settimane.

Per l’Italia si è invece concluso un ciclo olimpico più che positivo. Dopo il record di sempre stabilito a Tokyo, ha concluso le Olimpiadi invernali di Pechino con 17 medaglie, 2 delle quali d’oro (una in meno del 2018). L’obiettivo del Coni era migliorare i risultati ottenuti a Pyeongchang, ma si è andati anche oltre. Le diciassette medaglie complessive, oltre a essere sette in più dell’ultima edizione, sono anche il secondo miglior risultato di sempre ai Giochi invernali, dopo le venti di Lillehammer 1994. La maggior parte è arrivata dal pattinaggio short track e dallo sci alpino (otto complessive), nonostante l’atleta più attesa della delegazione, Sofia Goggia, abbia potuto partecipare soltanto a una gara. Dalle categorie femminili sono arrivate nove medaglie, da quelle maschili quattro, dalle miste tre.

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La pattinatrice Arianna Fontana, alla sua quinta Olimpiade, è l’atleta che ne ha vinte di più: una d’oro e due d’argento. In questo modo è arrivata a undici medaglie olimpiche in carriera, più di ogni altra pattinatrice nello short track e più di ogni altra atleta italiana nella storia dei Giochi Olimpici. A 32 anni ancora da compiere, si trova a sole due medaglie dal record assoluto dello schermidore Edoardo Mangiarotti, che le vinse tra gli anni Trenta e Cinquanta.

L’altro oro italiano a Pechino è arrivato inaspettatamente dal curling. Alla prima partecipazione al torneo misto, Stefania Constantini e Amos Mosaner sono riusciti a vincere l’oro da imbattuti, ottenendo anche la prima medaglia italiana in una disciplina che finora aveva riguardato quasi esclusivamente i paesi nordici. Fra quattro anni Constantini, ventiduenne di Cortina, si potrà quindi presentare da campionessa in carica alle Olimpiadi ospitate in casa.

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