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  • Giovedì 17 febbraio 2022

Il crollo di Kamila Valieva nella prova decisiva del pattinaggio artistico

Dopo essere stata per giorni al centro di un presunto caso di doping, la favoritissima 15enne russa ha sbagliato tutto

La caduta di Kamila Valieva nel programma libero del pattinaggio artistico individuale alle Olimpiadi di Pechino (Matthew Stockman/Getty Images)
La caduta di Kamila Valieva nel programma libero del pattinaggio artistico individuale alle Olimpiadi di Pechino (Matthew Stockman/Getty Images)

La pattinatrice artistica russa Kamila Valieva non è riuscita a vincere una medaglia nel concorso individuale alle Olimpiadi invernali di Pechino, disciplina in cui era considerata la grande favorita. Cadendo due volte ha compromesso il vantaggio accumulato martedì nel programma corto — la prima delle due prove del concorso individuale — e si è fatta superare da altre tre partecipanti, due delle quali sue connazionali: l’oro è andato alla diciassettenne Anna Shcherbakova.

In caso di medaglia, Valieva non sarebbe stata ugualmente premiata e accanto al suo nome sarebbe rimasto un asterisco, perché coinvolta in uno dei casi più discussi e complicati di questi ultimi giorni alle Olimpiadi invernali. Valieva, che deve ancora compiere sedici anni, è da tempo considerata la pattinatrice più forte della sua generazione, ma la sua partecipazione ai Giochi di Pechino è stata intaccata da un test antidoping eseguito lo scorso 25 dicembre, il cui risultato, positivo a una sostanza proibita, è stato comunicato soltanto la scorsa settimana, tra una gara e l’altra.

Il 7 febbraio, appena un giorno prima della comunicazione della positività alla trimetazidina, un farmaco che riduce il consumo di ossigeno, Valieva aveva vinto la sua prima medaglia d’oro nell’evento misto del pattinaggio artistico, in cui era diventata peraltro la prima pattinatrice a eseguire un salto quadruplo in ambito olimpico. A più di una settimana di distanza, per quella gara non è stata ancora organizzata la premiazione e difficilmente ci sarà prima di domenica, giorno in cui si concluderanno le Olimpiadi.

Il giorno successivo alla vittoria dell’oro nell’evento misto, il Comitato olimpico russo aveva sospeso Valieva come da regolamento in seguito alla comunicazione della positività, salvo poi sospendere il provvedimento dopo il ricorso presentato immediatamente dall’atleta, come da prassi in questi casi. Successivamente il CIO e l’agenzia indipendente che si occupa dell’antidoping a Pechino avevano presentato a loro volta ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna contro la revoca della sospensione.

Kamila Valieva in lacrime al termine del programma libero (Catherine Ivill/Getty Images)

Il Tas si è espresso lunedì, confermando però la revoca della sospensione e dando così modo a Valieva di partecipare, seppur sub iudice, alla prova individuale. Il Tas ha motivato la sua decisione facendo riferimento in primo luogo alla mancanza di regole chiare sulla sospensione per doping di atleti minorenni; inoltre, non ha attribuito a Valieva alcuna responsabilità nei ritardi delle comunicazioni tra laboratori e comitati, e le ha concesso le attenuanti del caso.

Dai documenti presentati al Tas è emerso inoltre che il laboratorio di Stoccolma che ha eseguito le analisi ha trovato tracce di altri due farmaci cardiovascolari, ma non proibiti come la trimetazidina (Hypoxen e L-carnitina). I legali di Valieva nel frattempo hanno ipotizzato che il suo test antidoping del 25 dicembre sia stato contaminato dall’assunzione inconsapevole di tracce di farmaci cardiovascolari utilizzati da un parente stretto (il nonno, dicono).

In questi giorni la pattinatrice si era allenata e aveva gareggiato sotto grandissime pressioni. In allenamento aveva commesso più errori del solito ed era stata vista piangere in diverse occasioni. Tutto questo però non le aveva impedito di ottenere il punteggio più alto nel programma corto di martedì; due giorni dopo, però, nel decisivo programma libero, Valieva è crollata, ha commesso più di un errore e ha perso tutto il vantaggio accumulato, che in condizioni normali le avrebbe garantito la vittoria. Dopo l’assegnazione dei punteggi è scoppiata a piangere.

Per avere una conferma o meno della medaglia d’oro vinta nell’evento misto bisognerà aspettare giorni, se non settimane. Fino ad allora il suo nome nelle classifiche delle gare di Pechino a cui ha partecipato rimarrà associato a un asterisco e nessuna medaglia verrà assegnata, in una situazione che sta alimentando discussioni sull’immagine che ne trae il pattinaggio artistico e più in generale il movimento olimpico.

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