• Sport
  • Venerdì 11 febbraio 2022

Il caso della pattinatrice russa positiva all’antidoping

Lunedì la 15enne Kamila Valieva ha vinto l’oro olimpico nell’evento a squadre, il giorno dopo un laboratorio ha comunicato la sua positività

Kamila Valieva a Pechino (Catherine Ivill/Getty Images)
Kamila Valieva a Pechino (Catherine Ivill/Getty Images)

Dopo giorni di temporeggiamenti che avevano alimentato varie indiscrezioni, il Comitato olimpico internazionale (CIO) ha confermato che la pattinatrice artistica russa Kamila Valieva, di quindici anni, è risultata positiva a un controllo antidoping effettuato durante i campionati nazionali russi dello scorso 25 dicembre. La sostanza rilevata è la trimetazidina, un farmaco che riduce il consumo di ossigeno, elencata tra le sostanze proibite dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping.

La conferma della positività è arrivata a quattro giorni di distanza dalla vittoria della squadra russa, di cui Valieva ha fatto parte, nell’evento misto del pattinaggio artistico alle Olimpiadi invernali di Pechino. Valieva è stata peraltro fondamentale nella vittoria ottenuta superando Stati Uniti e Giappone: nonostante abbia quindici anni è già considerata una delle pattinatrici più brave al mondo, e nel corso della prova è diventata la prima atleta olimpica a completare un salto quadruplo.

Le indiscrezioni sulla sua positività circolavano già da martedì, quindi dal giorno dopo la vittoria della squadra russa, ed è per questo che il CIO non ha ancora organizzato la cerimonia di premiazione. Il Comitato olimpico russo l’avrebbe sospesa temporaneamente il giorno stesso, dopo aver ricevuto i risultati dei test effettuati in un laboratorio accreditato a Stoccolma, salvo poi accogliere l’appello presentato dall’atleta, che quindi è stata riabilitata alle gare.

Kamila Valieva con il resto della squadra russa in attesa dei risultati dell’evento misto alle Olimpiadi di Pechino (Catherine Ivill/Getty Images)

Il caso ora si fa complicato. Innanzitutto Valieva è considerata una “persona protetta” dal codice della WADA, e in quanto minore di sedici anni le notizie sul suo conto hanno un livello di privacy superiore. Il CIO e l’agenzia indipendente che si occupa dell’antidoping a Pechino 2022 faranno comunque ricorso contro la revoca della sospensione provvisoria al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ma intanto Valieva può continuare a gareggiare e martedì potrebbe partecipare all’evento singolo, dove è tra le grandi favorite. Negli allenamenti fatti a Pechino in questi giorni, però, non è stata vista a suo agio ed è caduta più volte.

Rimane inoltre da capire perché il campione prelevato a Valieva sia rimasto in Svezia più di un mese, da fine dicembre all’8 febbraio, esattamente il giorno dopo l’evento a squadre. Intanto gli Stati Uniti stanno protestando contro quello che definiscono «un completo e disastroso fallimento per gli atleti e la fiducia del pubblico». La Russia, infatti, sta ancora scontando la squalifica imposta dal CIO per gli scandali legati al doping in cui è stata coinvolta, e per non aver fatto abbastanza per “allinearsi” ai protocolli internazionali. A Pechino non può esporre la propria bandiera né suonare il proprio inno.

– Leggi anche: Le prime Olimpiadi invernali, che non sapevano di esserlo