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  • Martedì 15 febbraio 2022

Le complicate Olimpiadi della sciatrice più forte

L'americana Mikaela Shiffrin rischia di tornare da Pechino senza medaglie, e sembra particolarmente provata dalle pressioni e dalle aspettative che la riguardano

Mikaela Shiffrin consolata da un membro della nazionale di sci americana dopo l'errore nello slalom alle Olimpiadi di Pechino (AP Photo/Robert F. Bukaty)
Mikaela Shiffrin consolata da un membro della nazionale di sci americana dopo l'errore nello slalom alle Olimpiadi di Pechino (AP Photo/Robert F. Bukaty)

Fra le atlete più attese alle Olimpiadi invernali di Pechino c’era la statunitense Mikaela Shiffrin, la miglior sciatrice al mondo nelle discipline tecniche, già considerata una delle più forti di sempre. A 26 anni in molti si aspettavano di vederla vincere tutto il possibile ai Giochi di Pechino, dopo gli ori vinti a Sochi da diciottenne, a Pyeongchang quattro anni fa e a maggior ragione dopo l’impressionante numero di vittorie ottenute in Coppa del Mondo. Ma non sta andando così, anzi.

Fin qui le Olimpiadi per Shiffrin sono state disastrose e rischiano di finire fra pochi giorni senza nemmeno una medaglia. Da quello che potrebbe essere il risultato più sorprendente e allo stesso tempo deludente di questi Giochi, Shiffrin sta però cercando di imparare qualcosa.

Nella prima settimana di gare non era riuscita a concludere lo slalom gigante, specialità in cui era campionessa olimpica in carica. Tre giorni dopo, con un altro errore a inizio prova, era stata squalificata anche dallo slalom speciale, la sua specialità preferita. In seguito all’errore, fra l’incredulità generale, Shiffrin si era seduta a bordo pista con la testa fra le mani. «Volevo sciare al meglio, con la massima velocità. Ma per farlo ho dovuto spingere al massimo e non avevo spazi per sbagliare» ha detto dopo la prova.

La sua foto a bordo pista rimarrà nella storia di queste Olimpiadi, anche se negli Stati Uniti la rete che sta trasmettendo le gare di Pechino ha ricevuto critiche per essersi soffermata su di lei più del dovuto in quel momento di sconforto. NBC ha però difeso la scelta, sostenendo che avesse il dovere di trasmettere quei momenti di gara; successivamente Shiffrin ha sospeso temporaneamente le interviste ai media nazionali. Tra le tante persone che le hanno inviato dei messaggi di vicinanza c’è stata anche Simone Biles, la ginnasta più forte della sua generazione, che quei momenti li ha già passati: alle Olimpiadi di Tokyo della scorsa estate aveva preferito non gareggiare e isolarsi per questioni personali legate alle pressioni che la circondavano.

Anche la carriera di Shiffrin è stata segnata fin da subito da aspettative e pressioni crescenti, tipiche per chi inizia a vincere da molto giovane. E anche nella sua carriera sembra esserci stato un prima e un dopo. Nel 2020 la morte improvvisa del padre, caduto dal tetto della casa di famiglia in Colorado, la addolorò al punto di avvicinarla al ritiro. Quell’anno perse l’intera stagione e tornò a gareggiare il 21 novembre 2020, quasi trecento giorni dopo l’ultima gara disputata.

Si piazzò subito al secondo posto nello slalom speciale di Levi Black e impiegò appena quattro gare per tornare nuovamente alla vittoria. La rimonta che fece tra le prove di Coppa del Mondo e i Mondiali di Cortina d’Ampezzo, dove vinse l’oro nella combinata, aggiunse significato a una carriera già di per sé straordinaria. Da allora, però, nonostante sia di nuovo ai vertici dello sport, il suo rendimento non è più tornato ai livelli di un tempo.

Rispetto alla Coppa del Mondo, competizione stagionale in cui viene premiata soprattutto la costanza nel rendimento, le Olimpiadi possono essere più “crudeli”, perché racchiuse in gare singole nell’arco di due settimane in cui la concentrazione e, come in questi casi, la gestione delle pressioni, giocano un ruolo fondamentale. Nell’ultimo anno Shiffrin ha dovuto gestire tutte queste difficoltà, e altre con le quali non aveva mai fatto i conti, come frequenti difficoltà respiratorie o episodi di stanchezza più accentuati del dovuto.

Dopo le cadute nelle prime due prove a Pechino, però, Shiffrin non si è persa d’animo ed è rimasta in pista cercando comunque di tirare fuori il meglio dalla situazione in cui si è ritrovata. Venerdì ha partecipato al supergigante, che non è proprio la sua specialità, ma dove ha comunque saputo vincere un oro mondiale e una Coppa del Mondo: è arrivata nona e al traguardo è stata vista sorridente per aver concluso la gara con un risultato tutto sommato positivo. Poco dopo ha scritto: «È molto da digerire per essere un singolo evento, per non parlare della corsa sulle montagne russe che sono le Olimpiadi. Ma oggi è stato un bel giorno, e lascerò che lo sia».

Il risultato nel supergigante le ha dato fiducia per perseguire uno dei suoi obiettivi di queste Olimpiadi, ovvero partecipare a tutte le gare dello sci alpino. Martedì mattina ha quindi partecipato per la prima volta alla discesa libera, la specialità più lontana dalle sue caratteristiche, in vista della combinata di giovedì, di cui è campionessa del mondo in carica. Sarà la sua ultima possibilità per concludere questi Giochi con una medaglia, anche se il suo obiettivo principale è ancora quello di riacquisire fiducia e tranquillità.

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