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  • Venerdì 4 febbraio 2022

Gli sport invernali, spiegati

Un po' di cose da sapere per seguire le Olimpiadi invernali, per esempio: cos'è il “pupazzo di neve” nel curling? Perché la combinata nordica si chiama così?

La saltatrice tedesca Selina Freitag in allenamento a Zhangjiakou (Maja Hitij/Getty Images)
La saltatrice tedesca Selina Freitag in allenamento a Zhangjiakou (Maja Hitij/Getty Images)

Dal 4 al 20 febbraio si parlerà parecchio di Olimpiadi invernali e di conseguenza anche di sport fotogenici ma non così conosciuti da queste parti. Eppure i 118 atleti italiani a Pechino competeranno in 14 delle 15 discipline previste, con buone probabilità di migliorare i risultati ottenuti nelle precedenti due Olimpiadi. Nel biathlon con Dorothea Wierer, per esempio; nello short track con Arianna Fontana, e magari anche nel curling, dove nelle prime gare gli italiani si sono già fatti notare.

Short track
Lo short track è una delle tre discipline del pattinaggio alle Olimpiadi invernali, insieme al pattinaggio di figura e al pattinaggio di velocità. A differenza del pattinaggio di velocità, nello short track i concorrenti gareggiano l’uno contro l’altro, non contro il tempo, ed esclusivamente sulla corta distanza.

Oltre alla ricerca della massima velocità, si deve correre in modo strategico ed essere pronti a gestire gli imprevisti, come le cadute degli avversari. A Pechino lo short track avrà nove eventi, tra cui la staffetta mista, che debutterà a queste Olimpiadi.

(Elsa/Getty Images)

Biathlon
Il biathlon è uno sport invernale che richiama le antiche abitudini delle popolazioni nordiche. Abbina lo sci di fondo su percorsi di lunghezza variabile al tiro a segno con carabina a vista da cinquanta metri, a terra o in piedi, con bersaglio grande dai quattro agli undici centimetri a seconda della postazione. Gli atleti devono andare il più veloce possibile sugli sci e poi sparare senza mancare i piccoli bersagli al poligono. Se si sbaglia un colpo si prende una penalità, che consiste in più strada da fare sugli sci o tempo addizionale.

È una disciplina che richiede una preparazione fisica completa. Le postazioni di tiro arrivano dopo i tratti sugli sci: si spara quindi con una frequenza cardiaca accelerata che deve essere gestita per non sbagliare.

In Italia si pratica esclusivamente nelle località alpine e da un numero ristretto di atleti: per l’ultima stagione sportiva i professionisti italiani sono stati undici, sei uomini e cinque donne. Nonostante i numeri ristretti, Dorothea Wierer è da alcuni anni una delle migliori biatlete al mondo.

(Clive Rose/Getty Images)

Sci alpino – Discesa libera
È la disciplina più antica dello sci alpino, assieme allo slalom speciale, e la più veloce. Nella discesa si scende lungo un tracciato che può arrivare a un dislivello massimo di circa 1.100 metri per gli uomini e 800 metri per le donne. Il tracciato della discesa libera è delimitato da coppie di “porte” posizionate ogni 150 metri circa. Per questioni di sicurezza, da tempo i tracciati sono segnati anche da linee trasversali e longitudinali di colore blu che indicano meglio traiettorie e dislivelli.

Nella discesa libera si scende seguendo solamente il percorso lineare segnato dalle porte. Sulle piste più veloci si toccano anche i 150 chilometri orari: proprio per le velocità raggiunte, in questa specialità si sono verificati fra i più gravi incidenti dello sci moderno. Le piste sono circondate da vari strati di reti di protezione.

Sci alpino – Supergigante (Super-G)
È la seconda disciplina più veloce dello sci alpino e anche una delle più recenti. Fu introdotta dalla federazione internazionale nel 1982 ed è uno slalom. Si disputa lungo un tracciato delimitato da coppie di porte e segnalato da linee trasversali e longitudinali blu. Si viene squalificati se nella discesa si manca anche solo un passaggio tra le porte.

Rispetto alle altre due specialità dello slalom, il supergigante presenta curve molto più ampie e quindi si percorre con maggior velocità, infatti viene disputato sulle stesse piste utilizzate per le discese libere.

Sci alpino – Slalom speciale
Nello slalom speciale, di norma chiamato solamente slalom, gli sciatori devono scendere lungo un percorso facendo lo slalom tra i pali snodati posti uno dopo l’altro in rapida successione fino al traguardo. I pali vengono toccati durante i passaggi e quindi gli sciatori usano protezioni apposite per mani, gambe e volto.

Nello slalom raramente si superano i 35 chilometri orari. Oltre alle caratteristiche che lo rendono una specialità tecnica e non di velocità, di norma lo slalom si disputa in due manche: vince chi ottiene il tempo di discesa più basso in assoluto. Un solo passaggio mancato tra i pali, anche solo con uno sci, costa la squalifica.

Sci alpino – Slalom gigante
Fu introdotto dalla federazione negli anni Cinquanta. Le curve del tracciato sono più ampie rispetto allo speciale e non sono segnalate dai pali ma dalle porte. Non richiede protezioni, se non quelle standard, perché le porte vengono toccate più di rado. Lo slalom gigante è quindi più veloce dello slalom speciale, poiché le sue curve hanno un raggio maggiore, ma meno veloce e più tecnico del supergigante.

Sci alpino – Combinata
È stata introdotta dalla federazione negli anni Settanta e combina una prova di discesa libera a una tecnica. Vince chi ottiene il tempo di percorrenza più basso sommando le due prove. Esiste anche nella variante della supercombinata, introdotta nel 2005: è composta da una breve discesa libera e da una sola manche di uno dei due slalom. Entrambe le prove si disputano nella stessa giornata.

Sci alpino – Slalom parallelo
È una gara a eliminazione diretta in cui due sciatori scendono in contemporanea l’uno contro l’altro su brevi percorsi a slalom paralleli. È una specialità minore e molto più breve delle altre. Si disputa saltuariamente dagli anni Settanta.

Skeleton
È una delle tre discipline di scivolamento, insieme ai più tradizionali bob e slittino. In ogni evento (singolo maschile e singolo femminile), gli atleti percorrono a pancia in giù la stessa pista in quattro manche cronometrate divise tra due giorni. I tempi delle quattro prove vengono poi sommati e vince l’atleta che ha totalizzato il tempo più basso.

(Julian Finney/Getty Images)

Curling
Il curling prevede sostanzialmente il lancio di una pietra lucida con attaccata una maniglia – che ricorda un po’ una pentola a pressione o un ferro da stiro — all’interno di un’area delimitata su una striscia di ghiaccio. È stato introdotto alle Olimpiadi nel 1998 a Nagano, in Giappone. Il funzionamento del gioco è piuttosto simile alle bocce, sebbene negli anni siano state inventate tattiche sempre più elaborate.

Nella forma tradizionale ogni squadra è composta da quattro giocatori: il lead effettua il primo tiro, il second in genere sboccia, il third lancia di precisione e lo skip decide l’ultima giocata. Dopo ogni lancio, due giocatori per squadra assecondano la traiettoria della pietra utilizzando le cosiddette “scope” per rendere più scivoloso il ghiaccio.

(Lintao Zhang/Getty Images)

Vince la squadra che ottiene più punti al termine di otto o dieci manche, mandando più pietre il più vicino possibile a una piccola zona circolare rossa chiamata bottone, in fondo alla pista. Ogni pietra che sta più vicino al bottone rispetto alla pietra degli avversari più vicina al bottone equivale a un punto. Vengono considerate per il punteggio tutte le pietre comprese nel cerchio colorato più esterno al bottone, quello blu.

Il massimo di punti che una squadra può fare in una manche è otto: succede quando tutte le pietre di una squadra sono posizionate all’interno del cerchio blu, e tutte più vicine al bottone di quelle dell’altra squadra. È molto raro che questa situazione si verifichi, soprattutto fra i professionisti: fare otto punti in una manche, in gergo, viene detto fare un “pupazzo di neve”.

Salto con gli sci
Il salto con gli sci viene seguito da pochi in Italia, ma è abbastanza popolare nei paesi scandinavi, in Germania, Austria, Slovenia e Giappone.

Gli atleti prendono velocità scivolando sul trampolino e saltano, cercando di arrivare il più lontano possibile, facendo attenzione ad eseguire correttamente tutte le fasi del salto: l’obiettivo infatti non è solo arrivare lontano, ma anche farlo bene, prendendo dei punti per lo stile che assegna la giuria. La distanza viene misurata dal punto di stacco a quello in cui si atterra.

(Lars Baron/Getty Images)

Combinata nordica
Nato nel Settecento in Norvegia per esigenze militari, è uno sport composto da due discipline separate: il salto con gli sci e lo sci di fondo. Si disputa alle Olimpiadi invernali fin dai primi Giochi del 1924 a Chamonix. Per tradizione esistono solo gare maschili, anche se negli ultimi anni hanno iniziato ad esserci competizioni femminili.

Pattinaggio di figura
O pattinaggio artistico. A Pechino ci saranno cinque eventi: singolo maschile, singolo femminile, coppie, danza sul ghiaccio, evento a squadre. Ognuno di questi consiste tipicamente in un programma corto (una sorta di qualificazione) e uno lungo (o programma libero) che insieme determinano il punteggio finale. All’interno di ogni programma, un pattinatore riceve due serie di punteggi: per l’elemento tecnico, che tiene conto della difficoltà e del completamento, e per la presentazione.