• Sport
  • Venerdì 11 febbraio 2022

Le mascotte delle Olimpiadi sono introvabili

Il pupazzo da collezione del panda “Bing Dwen Dwen” è andato esaurito in poche ore, e la produzione non riesce a star dietro alla richiesta

Bing Dwen Dwen, la mascotte delle Olimpiadi invernali di Pechino (AP Photo/ Natacha Pisarenko)
Bing Dwen Dwen, la mascotte delle Olimpiadi invernali di Pechino (AP Photo/ Natacha Pisarenko)

Spesso le mascotte ufficiali dei Giochi Olimpici non piacciono oppure non colpiscono l’attenzione del pubblico, sia quello del paese in cui si svolgono gli eventi, sia quello internazionale. Non si può dire però lo stesso per “Bing Dwen Dwen”, il piccolo panda che rappresenta le Olimpiadi invernali di Pechino: in questi giorni il pupazzo da collezione ispirato alla mascotte è così richiesto da essere diventato uno degli oggetti più introvabili in Cina.

Bing Dwen Dwen è un panda puccioso e rotondeggiante avvolto da una specie di tuta da astronauta trasparente, che indica sia gli sport invernali sia le nuove tecnologie. Sulla mano sinistra ha un cuore rosso che rappresenta l’ospitalità della Cina per tutte le persone coinvolte nei Giochi. In mandarino “Bing” indica il ghiaccio mentre “Dwen Dwen”, qualcosa di forte e vivace, rappresenta i bambini, tanto che il suo nome può essere tradotto come “il bambino” o “il paffutello” del ghiaccio.

Durante i Giochi la mascotte di Bing Dwen Dwen si è vista e si vede ovunque, dalla cerimonia di apertura alle premiazioni delle atlete e degli atleti vincenti: si trova soprattutto nelle vetrine dei negozi ufficiali dei Giochi, dove è diventata un prodotto ricercatissimo: un po’ perché non ci si aspettava tutto questo successo, e un po’ perché le Olimpiadi invernali si stanno tenendo in concomitanza con le festività del Capodanno lunare, un periodo in cui la gran parte delle fabbriche in Cina è chiusa e le persone hanno modo di dedicarsi alla famiglia, alle feste e al tempo libero.

Una persona che ha appena comprato un pupazzo di Bing Dwen Dwen a Pechino (AP Photo/ Andy Wong)

Il pupazzo da collezione di Bing Dwen Dwen è stato messo in vendita lunedì e nel giro della giornata è andato tutto esaurito in molti negozi, spesso già dal mattino.

Da lunedì davanti ai negozi si sono viste lunghe code di persone che spesso si erano appostate fuori dai locali diverse ore prima dell’apertura pur di avere la propria mascotte. Uno dei negozi ufficiali dei Giochi, Tmall Olympic, ha detto di aver venduto già 50mila pupazzi, mentre un negozio online ha detto di aver esaurito quelli che aveva a disposizione nel giro di un quarto d’ora. Data l’enorme richiesta, vari rivenditori hanno limitato l’acquisto a un solo prodotto per persona, tanto che la frase “un Dwen per famiglia” è diventata uno degli argomenti più ricercati (trending topic) sul social network cinese Weibo, con più di 10 milioni di visualizzazioni in 24 ore.

Molte persone sembrano inoltre disposte a pagare più del prezzo di vendita per riuscire ad averne uno: c’è anche chi sta provando a rivendere i pupazzi a un prezzo dieci volte rispetto a quello originale, cioè 200 yuan (circa 27,50 euro), e tra le altre cose la polizia cinese ha avvertito di fare attenzione a possibili truffe online.

Cao Xue, professore dell’Accademia di belle arti di Guangzhou e responsabile del gruppo di disegnatori che ha realizzato il personaggio, si è detto sorpreso dal fatto che la mascotte di Bing Dwen Dwen stia spopolando. Cao ha detto ad AFP che inizialmente aveva pensato che molti avrebbero comprato il pupazzo qualche giorno dopo l’inizio dei Giochi, ma di non essersi mai aspettato che sarebbe diventato subito «un fenomeno».

Parte del suo successo può anche dipendere dal fatto che alla fine delle gare dei Giochi le atlete e gli atleti vincenti vengono premiati proprio col pupazzo della mascotte, davanti a un pubblico ristretto, mentre soltanto il giorno successivo ricevono le medaglie olimpiche in una seconda premiazione, davanti a molte più persone: in questa occasione, possono anche togliersi brevemente la mascherina per le foto di rito.

La pattinatrice italiana Francesca Lollobrigida, argento nei 3.000 metri del pattinaggio di velocità, viene premiata con un pupazzo della mascotte assieme all’olandese Irene Schouten, vincitrice dell’oro, al centro, e alla canadese Isabelle Weidemann, arrivata terza (AP Photo/ Sue Ogrocki)

Il fatto che molti cinesi si siano messi in coda per comprare la mascotte di Bing Dwen Dwen potrebbe anche essere un modo per sentirsi più coinvolti nelle Olimpiadi e conservarne il ricordo: agli eventi infatti possono assistere soltanto le persone invitate e al pubblico straniero e alla gran parte dei cinesi non è permesso accedere alle gare olimpiche per via delle rigidissime restrizioni imposte per impedire la diffusione dei contagi da coronavirus.

Dato l’enorme successo del merchandising di Bing Dwen Dwen, gli organizzatori dei Giochi hanno detto di aver chiesto alle aziende cinesi di produrre nuovi esemplari, e sui media di stato sono state diffuse alcune immagini di lavoratori che sono tornati dalle ferie per lavorare nelle fabbriche e riprendere la produzione. Cao ha aggiunto che ciascuna delle persone del team che aveva creato il personaggio aveva tenuto una mascotte per sé come souvenir: adesso molti di loro si pentono di non averne tenute di più.

– Leggi anche: Gli sport invernali, spiegati