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  • Venerdì 28 gennaio 2022

La Svezia ha deciso dove tenere per sempre le scorie nucleari

500 metri sottoterra, dice il governo svedese, ma ci sono ancora dubbi sull'affidabilità del sistema

Il progetto per la conservazione delle scorie nucleari a Forsmark (Lasse Modin/Xinhua via ZUMA Press)
Il progetto per la conservazione delle scorie nucleari a Forsmark (Lasse Modin/Xinhua via ZUMA Press)

Il governo della Svezia ha approvato un ambizioso programma per la conservazione a lungo termine delle scorie nucleari, diventando uno dei pochi paesi al mondo ad avere identificato un sito dove i rifiuti altamente radioattivi potranno essere conservati a tempo indeterminato. La decisione è stata presa dopo quasi 50 anni di dibattiti e confronti sulla necessità di identificare un’area permanente in cui conservare i rifiuti radioattivi prodotti dalle centrali nucleari del paese, ma potrebbero essere necessari diversi altri anni prima che il piano sia reso completamente operativo.

La Svezia produce circa il 35 per cento della propria energia elettrica grazie a tre centrali nucleari, dotate complessivamente di sei reattori attivi. Negli ultimi anni altre centrali sono state chiuse e quelle attualmente impiegate dovrebbero continuare a produrre energia elettrica almeno fino al 2040.

Dall’inizio degli anni Settanta, quando furono avviati i primi reattori, in Svezia sono state prodotte circa 8mila tonnellate di scorie altamente radioattive, con 7.500 di queste conservate nel sito di stoccaggio di medio periodo di Oskarshamn, sulla costa orientale del paese.

Il confronto sulla necessità di trovare un sito permanente per la conservazione delle scorie in Svezia era iniziato in concomitanza con l’avvio dei primi reattori. Attraverso commissioni ed esperti, vari governi avevano commissionato la ricerca di un’area adeguata per mantenerle in sicurezza e priva di rischi di contaminazione, ma senza arrivare a una soluzione definitiva.

Dopo rinvii e polemiche, nel 2011 la società specializzata in scorie nucleari SKB, controllata dai produttori di energia nucleare in Svezia, aveva infine avanzato una proposta e la richiesta di permesso per costruire un sito di stoccaggio sotterraneo a Forsmark, una città a un’ora di auto a nord di Stoccolma, nella contea di Uppsala. La zona era già nota per essere la sede di una delle centrali nucleari del paese, nella quale era stato sventato per poco un serio incidente a un reattore nel 2006.

La proposta di SKB aveva portato a un nuovo lungo confronto a livello politico, tecnico e territoriale, con un coinvolgimento della cittadinanza nella zona interessata. Nel 2021 il Partito Ambientalista i Verdi aveva abbandonato la maggioranza di governo, non condividendo le pressioni per approvare il piano.

La ministra dell’Ambiente, Annika Strandhäll, ha detto di recente che il piano sarà via via migliorato, tenendo in considerazione le valutazioni tecniche e scientifiche sulle proposte di SKB. Ha però aggiunto che il problema delle scorie nucleari non può più essere rinviato.

I critici dell’iniziativa sono soprattutto scettici sulla sicurezza del metodo proposto da SKB per conservare le scorie a tempo indeterminato. Il progetto dell’azienda è basato sul metodo KBS-3, che prevede la costruzione di tre «barriere protettive» per isolare il materiale radioattivo ed evitare contaminazioni. Il sito sarà costruito a una profondità di 500 metri e comprenderà vari tunnel nei quali saranno conservate le scorie.

(SKB)

La prima barriera è costituita da contenitori cilindrici di rame lunghi cinque metri, ognuno dei quali sarà riempito con 25 tonnellate di scorie radioattive. Lo strato più esterno di questa sorta di barili avrà uno spessore di cinque centimetri, sufficienti secondo SKB per resistere ad eventuali processi corrosivi o movimenti della roccia in cui saranno scavati i tunnel.

I cilindri in rame per la conservazione delle scorie (Wikimedia)

La seconda barriera sarà costituita dalla bentonite, materiale argilloso che sarà impiegato per riempire i tunnel una volta che saranno stati depositati i cilindri con le scorie al loro interno. Col passare del tempo, la bentonite assorbirà l’umidità e l’acqua, sigillando ulteriormente il materiale roccioso intorno ai cilindri e impedendo, nel caso della rottura di uno di questi, che le scorie possano contaminare l’ambiente circostante.

SKB sostiene che la terza barriera protettiva sarà costituita dallo stesso strato roccioso in cui saranno scavati i tunnel.

L’azienda dice che alla profondità di 500 metri nella roccia le scorie potranno essere isolate «dagli esseri umani e dall’ambiente per almeno 100mila anni».

Il sistema KBS-3 ha però ricevuto alcune critiche soprattutto per quanto riguarda le previsioni sulla durata dei cilindri di rame. Gruppi di ricerca ed esperti discutono da molti anni sull’impiego di questo metallo e sulla sua resistenza, nel corso dei decenni a contatto con le scorie radioattive. Nel caso in cui si creassero fessurazioni nei cilindri, il materiale radioattivo potrebbe contaminare l’ambiente circostante e non c’è consenso sulla capacità della bentonite e dello strato roccioso di prevenire completamente le contaminazioni.

A queste obiezioni, negli anni si sono aggiunte altre valutazioni sui rischi che potrebbero porsi non tra poche decine di anni, ma tra secoli se non millenni. Non potendo prevedere che cosa potrà accadere in Svezia, come nel resto del mondo, in tempi così lunghi, non è chiaro quale sarà nel lungo periodo il destino dei siti di conservazione delle scorie nucleari. In futuro potrebbero essere dimenticati, non più segnalati e con le loro vie di accesso non protette. Potrebbero verificarsi contaminazioni accidentali in seguito ad accessi di persone inconsapevoli, o attività per ottenere il materiale radioattivo e utilizzarlo per scopi illeciti.

Il governo della Svezia ritiene che rischi di questo tipo siano comunque molto bassi e gestibili, per lo meno nel futuro, e incomparabili con quelli che comportano quotidianamente le aree di stoccaggio temporanee delle scorie, sia in termini di sicurezza sia di contenimento di eventuali contaminazioni. L’Autorità svedese per la sicurezza delle radiazioni ha dato il proprio parere favorevole ai metodi di conservazione previsti a Forsmark. Salvo rinvii le prime consegne di scorie avverranno entro la fine del 2023, mentre il sito sarà completamente operativo a partire dal 2025.