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  • Martedì 25 gennaio 2022

La festa di compleanno organizzata per Boris Johnson durante il lockdown

È stata raccontata dai giornali lunedì: si aggiunge a quelle già note e aggrava ulteriormente la posizione del primo ministro britannico

(AP Photo/Alberto Pezzali)
(AP Photo/Alberto Pezzali)

Lunedì i giornali britannici hanno raccontato un’ulteriore novità nello scandalo che sta coinvolgendo lo staff del primo ministro Boris Johnson per le feste organizzate nella residenza del capo del governo, a Downing Street, a Londra, durante il primo lockdown.

È emerso che nel giugno 2020 nell’edificio fu organizzata una festa per il compleanno di Johnson, apparentemente in violazione delle restrizioni allora in vigore per il coronavirus. Sarebbero state presenti circa una trentina di persone, nonostante in quel momento gli assembramenti al chiuso fossero vietati e quelli all’esterno fossero limitati a 6 persone al massimo. La festa sarebbe stata organizzata nella sala riunioni del governo e sarebbe durata circa una mezz’ora, con stuzzichini e torta di compleanno.

Sempre lunedì, dopo la diffusione della notizia, il capo della polizia britannica Cressida Dick ha fatto sapere di aver avviato un’indagine sui party organizzati nella residenza del primo ministro durante il lockdown: fino ad ora la polizia non lo aveva fatto, dicendo di voler aspettare i risultati dell’indagine interna che sta conducendo Sue Gray, funzionaria del governo.

Lo scandalo delle feste sta mettendo in profonda difficoltà Johnson, che da giorni è sempre più criticato anche all’interno del suo stesso partito.

La situazione del capo del governo potrebbe peggiorare ulteriormente con la diffusione dei risultati dell’indagine di Gray. L’inchiesta fornirà molto probabilmente ulteriori dettagli sulle feste, sul numero dei partecipanti e su modalità e circostanze della loro organizzazione, anche se Gray non avrà potere di decidere sul futuro del primo ministro. Diversi membri del partito Conservatore hanno detto che attenderanno i risultati di quest’indagine per decidere che posizione assumere nei confronti di Johnson e della sua leadership.

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