• Moda
  • Lunedì 25 ottobre 2021

Le sei famiglie di scarpe brutte, secondo Vogue

Crocs, Birkenstock e altri modelli che rappresentano con successo l'ormai affermata estetica della bruttezza, o “ugly chic”

Unsplash; Getty Images
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La nascita e il successo del cosiddetto stile “ugly-chic” – cioè brutto eppure chic – si deve a una celebre sfilata di Prada del 1996, ancora oggi ricordata per aver stabilito nuovi canoni e per aver messo in discussione l’estetica tradizionale fatta di una moda femminile sempre sexy, elegante e aggraziata. Dopo anni, lo stile ugly-chic e l’estetica della bruttezza sono stati molto esplorati e hanno portato un po’ di cambiamento nella percezione collettiva di ciò che è brutto e ciò che è bello. Capi d’abbigliamento rappresentativi di questo stile si sono trasferiti dalle sfilate alla vita di tutti i giorni – e viceversa – con un successo testimoniato dalla fortuna di alcuni modelli di scarpe ritenuti esempi perfetti della bruttezza che va di moda.

Liana Satenstein di Vogue ha messo insieme sei di queste categorie di “scarpe brutte” che più di altre si sono affermate nei contesti più diversi: dalle Crocs alle Brikenstock passando per le FiveFingers di Vibram, quelle scarpe con le dita che forse avete visto indossate da certi turisti con grossi zaini in spalla.

Birkenstock

Satenstein non poteva non citare le Birkenstock, forse le “scarpe brutte” per eccellenza. I sandali con la suola ortopedica in sughero si devono a un artigiano di Francoforte chiamato Konrad Birkenstock che nel 1896 aprì due negozi in città. Oltre un secolo dopo, le Birkenstock sono trasversalmente amate per comodità e praticità e soprattutto non vengono più associate soltanto ai turisti tedeschi dal gusto discutibile. Ne esistono infatti moltissimi modelli e stilisti come Rick Owens e Valentino le hanno reinventate utilizzando nuovi materiali e colori, ma mantenendo sempre la forma classica.

 

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Crocs

«Naturalmente ci sono anche le iconiche Crocs», scrive Satenstein. Gli zoccoli (clogs, in inglese) di resina forati di solito vengono utilizzati in casa e sono molto apprezzati per la loro comodità, ma come le Birkenstock sono molto divisivi. Nonostante questo, ultimamente hanno un grosso successo grazie alla prima fase della pandemia – durante la quale gran parte del mondo era chiusa in casa ed era aumentata la richiesta di abiti e calzature comodi – e a una sapiente strategia di marketing, fatta di autoironia e di modelli speciali in collaborazione con celebrità come Bad Bunny e Justin Bieber.

– Leggi anche: Il ritorno delle Crocs

Oltre alle celebrità, anche grandi marchi di moda e designer rinomati si sono interessati alle Crocs. Come scrive Satenstein, «abbiamo visto Balenciaga far uscire Crocs con grossi plateau e con tacchi a spillo; Christopher Kane ci ha messo sopra delle pietre colorate; Takashi Murakami invece ne ha fatto una versione con sfumature intergalattiche».

 

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Ugg

Creati da un surfista australiano, questi stivali non si portano dietro lo stesso stigma delle Crocs e delle Birkenstock, ma a loro volta non hanno esattamente una forma aggraziata né adatta ad abbinarsi a un abito da sera. Ebbero grande successo a partire dai primi anni Duemila, e successivamente anche loro sono stati reinventati: per esempio fecero molto discutere gli eccentrici modelli in collaborazione con Y/Project, nel 2018.

Vibram FiveFingers

In questa selezione di scarpe brutte sono le più innovative e versatili. Vibram è un’azienda italiana nota per la sua suola in gomma, diffusa su scarpe e scarponi dei più importanti marchi di abbigliamento da outdoor. Ma tra le altre cose da diversi anni produce un modello che è in sostanza un guanto per piedi, con lo spazio per le cinque dita, promosso per la sua comodità e per la sensibilità che consente in attività come passeggiate, trekking e allenamenti vari. Sono meno trasversali rispetto alle Birkenstock, ed è più raro vederle ai piedi di persone nella vita di tutti giorni. Tuttavia hanno comunque attirato l’attenzione delle case di moda: Balenciaga ne ha fatto alcune versioni con il tacco, mantenendo la forma a guanto della punta.

 

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Dansko

Sono il modello di clogs più famoso e diffuso. Il marchio è da intenditrici ed è uno di quelli che sono riusciti a sfruttare di più il momento ugly-chic, con la loro forma a fagiolo, come la definisce Vogue. È una calzatura che in realtà ha avuto fortune a fasi alterne in passato: negli anni Duemila, per esempio, gli zoccoli non potevano mancare nei guardaroba delle donne alla moda dal gusto un po’ rilassato e boho-chic, quello che mescola lo stile hippy e bohémien.

 

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Earth shoes
Con questo termine ci si riferisce a quelle calzature simili alle Birkenstock ma più variegate e con caratteristiche meno distintive: certi modelli di Camper sono un buon esempio. Satenstein definisce le earth shoes come «molto eco-friendly» e con un look che ricorda «quello delle professoresse di Lettere e Filosofia». Per certi versi, rientrano in questa categoria anche i sandali che Miuccia Prada fece indossare a Kate Moss nella sua sfilata del ’96.

– Leggi anche: La moda non è più sexy