Semi e pietre

I cinque anni dal terremoto nel Centro Italia del 2016, nel racconto per immagini del collettivo TerraProject

Amatrice, aprile 2021 Una vista aerea della zona meridionale della città, con i cantieri di ricostruzione dei primi edifici. (TerraProject)

Fino al 5 settembre nei comuni di Accumoli e Amatrice (Lazio), due tra i paesi più colpiti dal terremoto nel Centro Italia dell’estate 2016, si potrà visitare una mostra che racconta i giorni del terremoto e la ricostruzione degli anni successivi. Le foto sono state scattate dal collettivo di fotografi TerraProject.

Alle 3.36 del 24 agosto 2016 un terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro sotto le montagne tra Umbria, Marche e Lazio distrusse decine di paesi e provocò la morte di circa 300 persone. Le cittadine più colpite furono Amatrice, Arquata del Tronto, nelle Marche, e Accumoli, nel Lazio. Migliaia di persone rimasero senza casa.

La mostra “Di pietre e di semi. Viaggio nella rinascita di un territorio“, a cura di Giulia Ticozzi, è stata pensata in occasione del quinto anniversario del terremoto, con l’obiettivo di raccontare quello che è successo attraverso 120 immagini dei luoghi e delle persone colpite. Le foto sono esposte in diversi spazi all’aperto dei due comuni.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da TerraProject (@terraprojectnet)

Dall’agosto 2016 i fotografi di TerraProject Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini e Rocco Rorandelli hanno visitato Amatrice, Accumoli e le frazioni circostanti, restituendo per immagini non solo la cronaca immediatamente dopo il terremoto, ma anche le complicate fasi di ricostruzione.

Le “pietre” nel titolo della mostra fanno riferimento sia alle tonnellate di macerie provocate dal terremoto, sia alle montagne presenti in quei territori; i semi invece parlano di chi ha continuato a prendersi cura della terra da quel momento in avanti.

Come scrive Ticozzi, «cinque anni di lavoro sono un tempo lungo, un tempo lineare che permette di osservare con attenzione i mutamenti di qualcosa che cambia, magari con fatica e lunghe attese. I fotografi sono stati testimoni di un tempo ciclico, hanno documentato questi mutamenti attraverso le stagioni, i tempi dell’agricoltura, gli anni scolastici». Nelle foto trovano rappresentazione non solo le casette mobili o le ruspe, ma anche i paesaggi e lo svolgersi della vita quotidiana di chi ha abitato il territorio in questi anni.

TerraProject si era già dedicato alle conseguenze di altri terremoti, come quello dell’Aquila nel 2009. Foto di questo o altri progetti si possono vedere qui, sul sito di TerraProject, o sul suo profilo Instagram.