Il singhiozzo cronico di Bolsonaro, spiegato

Il presidente del Brasile è stato ricoverato in ospedale dopo dieci giorni di singhiozzo: i medici sospettano un'occlusione intestinale

Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, su un letto di ospedale in una foto pubblicata su Twitter dallo stesso Bolsonaro mercoledì 14 luglio (Twitter)
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, su un letto di ospedale in una foto pubblicata su Twitter dallo stesso Bolsonaro mercoledì 14 luglio (Twitter)

Mercoledì 14 luglio il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato ricoverato in ospedale a Brasilia, la capitale del paese, per accertamenti a causa di un singhiozzo persistente iniziato una decina di giorni prima. Dopo alcuni esami, i medici hanno deciso di trasferirlo in un ospedale di San Paolo per eseguire ulteriori verifiche sulla sua salute, avendo riscontrato una sospetta occlusione intestinale. Bolsonaro ha pubblicato una fotografia su Twitter dal proprio letto di ospedale, dicendo di voler «tornare presto, a Dio piacendo».

La salute di Bolsonaro negli ultimi anni è stata spesso al centro dell’attenzione dei media e dei brasiliani. Nel 2018, durante la campagna elettorale che avrebbe portato il leader di estrema destra a diventare presidente, era stato ferito con una coltellata all’addome da un oppositore. La ferita aveva causato una forte emorragia e reso necessari vari interventi chirurgici per rimuovere la parte lesionata dell’intestino.

Lo scorso anno Bolsonaro si era invece ammalato di COVID-19, dopo avere sostenuto per lungo tempo che la pandemia da coronavirus fosse un falso problema e senza adottare politiche nazionali incisive per ridurre il rischio di nuovi contagi. A giugno, i morti per COVID-19 dall’inizio della pandemia in Brasile sono diventati 500mila, il numero più alto di decessi in termini assoluti dopo gli Stati Uniti. Bolsonaro ha ricevuto forti critiche anche per la gestione della campagna vaccinale, partita con ritardi e inefficienze.

I medici che lo hanno visitato nelle ultime ore hanno ritenuto opportuno un trasferimento a San Paolo, dove a seconda dell’esito di alcuni accertamenti potrebbero decidere di operare nuovamente Bolsonaro all’intestino. Il figlio del presidente, Flavio Bolsonaro, ha detto in un’intervista che suo padre aveva difficoltà a parlare ed era molto debilitato, ma ha comunque detto che un eventuale intervento non dovrebbe essere invasivo.

Lo scorso 7 luglio, nel corso di un’intervista, Jair Bolsonaro si era scusato con chi lo stesse ascoltando «perché ho il singhiozzo da cinque giorni». All’epoca aveva ipotizzato che la causa potessero essere alcuni farmaci che gli erano stati prescritti dopo una visita dal dentista, aggiungendo di avere avuto il singhiozzo «per 24 ore al giorno». Nei giorni seguenti aveva fatto ulteriori allusioni alla sua condizione.

Singhiozzo e salute
Un singhiozzo cronico può essere talvolta il segnale di un problema di salute di altro tipo, comprese patologie a carico del sistema gastrointestinale, seppure molto raramente. Per questo le forme persistenti non devono essere trascurate rispetto a quelle transitorie, che possono verificarsi a causa di un sorso d’acqua andato per traverso, di alcuni colpi di tosse o di uno sforzo improvviso.

La letteratura scientifica sul singhiozzo non è molto estesa, proprio perché in linea di massima il problema è innocuo e dura poco tempo. Il singhiozzo è causato da una contrazione rapida e involontaria del diaframma, lo strato di muscoli e tendini che separa la parte superiore del busto da quella inferiore. Lo spasmo comporta una rapida inspirazione d’aria e una immediata chiusura della glottide, che ha tra i suoi scopi quello di isolare l’esofago dalla trachea, cioè l’apparato digerente dalle vie aeree. La combinazione dell’inspirazione e dello scatto della glottide porta al classico “hic” emesso da chi ha il singhiozzo.

(Wikimedia)

Le funzioni del singhiozzo non sono ancora completamente chiare. Un’ipotesi è che gli spasmi servano a sviluppare la capacità di respirare del feto durante la gravidanza, altri ipotizzano che sia un retaggio evolutivo, legato ai nostri lontanissimi antenati anfibi che dovevano regolare la respirazione a seconda che si trovassero in acqua o sulle terre emerse.

Cause
Gli esperti ritengono che lo spasmo coinvolga un arco riflesso, cioè una reazione nervosa che non riguarda i centri nervosi superiori. Tra gli indiziati ci sono il nervo vago e quello frenico: il primo (ne esiste uno destro e uno sinistro) parte dal midollo allungato (la parte più in basso del tronco cerebrale) e raggiunge il basso torace e l’addome; il secondo parte dai nervi spinali cervicali e innerva buona parte del diaframma. Se parte di questi nervi si irrita, si può patire un attacco di singhiozzo.

Ci possono essere molti eventi che disturbano il frenico e il vago, e questo spiega perché il singhiozzo possa avere numerose cause. Dopo un pasto, per esempio, la maggiore dilatazione dello stomaco può interferire con i due nervi, portando a una loro reazione che influisce sul comportamento del diaframma e sul modo in cui si contrae. Può accadere anche a stomaco vuoto, per esempio se si sta ingerendo una bevanda gassata, che porta a una repentina e temporanea dilatazione delle pareti dello stomaco.

Tra le cause meno piacevoli e che riguardano altre condizioni mediche possono esserci: ansia, forte stress, mancanza di sonno, uno scorretto apporto di vitamine o di sali minerali, oppure più raramente problemi intestinali che influiscono sulle normali funzionalità dell’apparato digerente, come potrebbe essere il caso di Bolsonaro (ma non si può escludere che il suo singhiozzo abbia altre cause, rispetto alla sospetta occlusione intestinale). Ci sono anche casi, fortunatamente rari, in cui gli spasmi sono causati da malattie come tumori al cervello, allo stomaco, ai polmoni o allo stesso diaframma. La presenza di malattie neurologiche degenerative – come il Parkinson e la sclerosi multipla – può comportare una maggiore frequenza di episodi di singhiozzo.

Rimedi
Ci sono vari rimedi al singhiozzo, alcuni più scientifici di altri e orientati a identificarne le cause in modo da evitare che si ripresenti troppo spesso. A volte è sufficiente rimuovere la causa più probabile a seconda dei casi: ridurre il consumo di bevande gassate, evitare cibi piccanti, mangiare più lentamente, ridurre la quantità di cibo ingerita per pasto (se necessario aumentando il numero di pasti nella giornata). Per i casi di singhiozzo persistente è consigliabile una visita dal medico in modo da identificare eventuali problemi di salute più seri.

Ci sono poi i rimedi meno scientifici e che quasi tutti finiscono per sperimentare quando si ritrovano con un attacco di singhiozzo e il desiderio di farlo passare il prima possibile. Anche in questo caso, la loro efficacia è difficile da provare e varia molto a seconda dei soggetti. Un rumore forte e repentino per spaventare chi ha il singhiozzo a volte funziona, perché porta a una reazione che interrompe l’arco riflesso. Tra le soluzioni che solitamente funzionano meglio ci sono quelle che comportano il trattenere il fiato per un certo periodo di tempo o provare a bere lentamente alcuni sorsi d’acqua, trattenendo il respiro fino alla fine, e concentrandosi molto su ciò che si sta facendo. L’operazione aiuta a tranquillizzarsi e di conseguenza a rilassare il diaframma, riducendo gli spasmi, dicono alcuni esperti.

La cannuccia contro il singhiozzo di HiccAway

Un’azienda statunitense ha di recente sviluppato una sorta di cannuccia che genera una pressione sufficiente mentre si beve per abbassare il diaframma e far muovere l’epiglottide, stimolando il nervo vago e quello frenico. Una ricerca condotta su 600 volontari, con almeno un episodio di singhiozzo al mese, ha fatto rilevare risultati promettenti: il 90 per cento dei partecipanti ha detto di avere ottenuto risultati più efficaci rispetto ai classici rimedi.

Cronico
In rarissimi casi non è possibile ricondurre un singhiozzo cronico a una causa specifica, rendendo più difficile il ricorso a terapie efficaci per tenerlo sotto controllo. Nella storia medica del singhiozzo è diventato piuttosto famoso il caso di Charles Osborne.

Nel 1922 Osborne fece uno sforzo per sollevare un maiale da macellare e gli venne il singhiozzo con il quale dovette convivere per 68 anni. Nessuno fu in grado di trovare un rimedio al suo problema. Nei primi decenni visse con circa 40 spasmi (singulti) al minuto, poi diminuiti a una ventina negli ultimi anni di vita. Il singhiozzo scomparve da solo nel 1990, dando qualche mese di tregua a Osborne prima della sua morte. Secondo il Guinness World Records, Charles Osborne è la persona ad avere vissuto più a lungo col singhiozzo, con un totale stimato di 430 milioni di singulti.