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  • Martedì 7 luglio 2020

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro è risultato positivo al coronavirus

Lo ha annunciato lui stesso: si era sottoposto al tampone dopo aver avuto sintomi riconducibili alla COVID-19

(Ricardo Moraes-Pool/Getty Images)
(Ricardo Moraes-Pool/Getty Images)

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro è risultato positivo al coronavirus. Lo ha annunciato lui stesso in un messaggio diffuso in televisione. Bolsonaro, che ha 65 anni, si era sottoposto al tampone dopo aver riscontrato alcuni sintomi riconducibili alla COVID-19. Bolsonaro da mesi cerca di sminuire la gravità dell’epidemia nel paese, dove sono stati registrati più di un 1,6 milioni di contagi e 65.631 morti, paragonando il virus a una semplice influenza e continuando a partecipare a eventi pubblici senza indossare la mascherina e senza mantenere la distanza di sicurezza con le altre persone.

Il Brasile è il secondo paese al mondo per numero di contagi da coronavirus, dopo gli Stati Uniti. Nonostante questo, fino a poco tempo fa le sanzioni per chi non rispettava le misure di prevenzione erano molto blande. Di recente era stata approvata una legge che introduceva a livello nazionale l’obbligo di utilizzare le mascherine nei luoghi pubblici, per limitare il contagio da coronavirus, dopo che era già attivo in diversi stati del paese, ma Bolsonaro ha emendato la legge: in particolare ha tolto l’articolo che introduce l’obbligo di indossare la mascherina nelle fabbriche, nei negozi, nei luoghi di culto, nelle scuole e nei luoghi chiusi (che in realtà sono quelli dove il coronavirus circola più facilmente).

– Leggi anche: In Brasile va sempre peggio

Il primo caso di coronavirus in Brasile risale al 26 febbraio: era un uomo tornato a San Paolo dopo un viaggio in Italia e fu trattato come un caso isolato. In quei giorni il presidente Bolsonaro parlò della COVID-19 come di «una piccola influenza» e disse pubblicamente che i brasiliani erano già immuni al coronavirus. Ripeté le stesse cose in una conferenza stampa il 26 marzo, un mese dopo, quando nel paese erano stati accertati almeno 3mila casi e 77 persone erano già morte. In quell’occasione disse: «I brasiliani dovrebbero essere studiati, non si ammalano mai».

Il 16 aprile Bolsonaro aveva licenziato il ministro della Sanità e medico Luiz Henrique Mandetta per aver invitato i cittadini a rispettare le regole di distanziamento fisico e aver espresso sostegno alla proposta di alcuni governatori di chiudere scuole e attività commerciali. Il successore di Mandetta, Nelson Teich (anche lui medico), diede le dimissioni dopo meno di un mese perché in disaccordo con Bolsonaro, che insisteva per autorizzare l’uso di clorochina e idrossiclorochina per trattare i pazienti malati di COVID-19: una decisione molto controversa, visto che a oggi non ci sono prove scientifiche convincenti sulla sua utilità.