Personaggi diventati memorabili in pochi minuti
Una lista di quelli a cui sono bastate poche scene di un film, per rimanere: per cattiveria, stranezza o spesso per puro talento attoriale
Ci sono personaggi cinematografici (Ellen Ripley, Jack Sparrow, James Bond) che sono diventati quel che sono grazie a una cospicua presenza e un ragguardevole minutaggio, spesso in più di un film. Ce ne sono invece altri che sono riusciti a farsi notare, apprezzare e ricordare nonostante il loro poco tempo cinematografico. A volte sono gli antagonisti, altre sono figure comiche da poche battute e memorabili. In certi casi con ruoli comunque centrali ma comparendo pochissimo, in altri con personaggi effettivamente secondari, rimasti però per qualche motivo nell’immaginario collettivo: spesso per evidenti meriti degli attori e delle attrici che li interpretavano.
Tra questi personaggi, alcuni li si vede poco e tardi, magari dopo un’ora e mezza di film. Altri, al contrario, arrivano piuttosto presto, fanno il loro e se ne vanno presto. Perché spesso non è questione di quantità, ma di qualità: in Jurassic Park, per dire, i dinosauri si vedono per 15 minuti su 127. Eppure.
Come si dice spesso: non ci sono piccoli ruoli, solo piccoli attori.
Hannibal Lecter nel Silenzio degli innocenti
A ben vedere, Il silenzio degli innocenti parla dell’agente FBI Clarice Starling e della sua ricerca dello spietato serial killer noto come Buffalo Bill. Lo psichiatra e cannibale Hannibal Lecter, in prigione da alcuni anni, è solo un insolito aiutante dell’eroina intenta a fermare l’antagonista. Interpretato da Anthony Hopkins, nel film Lecter c’è solo per circa 15 minuti e le scene in cui parla con Sterling, senza quasi mai sbattere le palpebre, sono solo quattro. Ma bastarono a Hopkins per vincere un Oscar come miglior attore protagonista, e al personaggio per farsi ricordare come pochissimi altri (e per finire al centro di una saga).
Winston Wolf in Pulp Fiction
Più noto come signor Wolf e Mr. Wolf, e interpretato da Harvey Keitel, è quello che arriva e risolve i problemi con efficienza e velocità. Il problema in Pulp Fiction è rappresentato dalla “situazione Bonnie”, cioè la potenziale scoperta da parte della moglie del personaggio di Quentin Tarantino che c’è un giovane con la testa spappolata nel suo garage. Per via di quegli strani giri che fanno certi personaggi nella cultura popolare, Mr. Wolf è poi finito pure in una frase del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Jesus Quintana nel Grande Lebowski
Uno dei migliori e più ricordati personaggi di John Turturro, uno a cui i grandi e memorabili ruoli certo non mancano. È «quel verme [che] gioca alla grande» nel Grande Lebowski e che «però è un pervertito». A riprova del fatto che a volte è meglio essere non protagonisti, il film del 2019 Jesus Rolls – Quintana è tornato!, tutto incentrato su questo personaggio, non se lo ricorda quasi nessuno.
Orson Welles nel Terzo Uomo
Diretto da Carol Reed e scritto da Graham Greene, questo celebre film del 1949 è ambientato in una Vienna occupata dagli Alleati e parla di Harry Lime, un uomo interpretato da Orson Welles, che si crede sia morto e che invece non lo è. E che a un certo punto arriva e, pur facendosi vedere poco, non si fa dimenticare. Tra le altre cose, grazie alla frase «in Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù». Comunque, grande film e grandissimo finale.
Santanico Pandemonium in Dal tramonto all’alba
L’idea di questo elenco nasce da una partecipata discussione su Twitter nata dopo che la regista e sceneggiatrice Nina Lee ha chiesto di elencare personaggi che, in più o meno quindici minuti di tempo, sono riusciti ad avere un grande impatto sul film di cui fanno parte. Per cominciare, Lee ha fatto l’esempio di Santanico Pandemonium, la ballerina (ma non solo) interpretata da Salma Hayek nel film di vampiri (ma non solo) diretto nel 1996 da Robert Rodriguez. Protagonista di una danza tanto breve quanto intensa.
Il colonnello Kurtz in Apocalypse Now
Il combattente pluridecorato e poi disertore Walter E. Kurtz, interpretato da Marlon Brando (dopo che, pare, il ruolo era stato offerto a Orson Welles) è uno di quei personaggi preannunciati e lungamente attesi. Arriva però solo verso la fine del film, restando in scena per non più di un quarto d’ora. A quanto pare, sufficienti a Brando per guadagnare oltre tre milioni di dollari.
Darth Vader in Star Wars
Lo Jedi passato al “Lato oscuro”, che si veste completamente di nero, con quella maschera e con quella voce, è uno dei più grandi cattivi del cinema. E lo è diventato nonostante nella intera prima trilogia di Star Wars lo si veda per un totale di 34 minuti. Meno di un decimo rispetto ai quasi 400 minuti di durata dei tre film.
Draco Malfoy in Harry Potter
L’antagonista (tra i tanti) del mago protagonista della serie è piuttosto famoso, certamente anche grazie ai libri. Eppure è stato calcolato che in otto film il mago di Serpeverde si vede, in tutto, per poco più di mezzora. I film, in tutto, durano invece quasi 20 ore.
Drew Barrymore in Scream
Scream – Chi urla muore, che diede il via a tutto un franchise di film, inizia con una decina abbondante di minuti in cui l’adolescente Casey Becker, interpretata da Drew Barrymore, si sta preparando a una tranquilla serata con gli amici. Poi però riceve una strana telefonata con quello che si scopre poi essere un serial killer. Non finisce bene, e di certo il personaggio più ricordato del film è proprio il serial killer. Ma anche il personaggio di Barrymore – che ha un destino cinematografico simile a quello di Marion Crane in Psyco – è comunque protagonista di una scena piuttosto ricordata.
Matthew McConaughey in Wolf of Wall Street
Nel film del 2013 di Martin Scorsese la scena la rubano senza dubbio Leonardo DiCaprio e Margot Robbie, ma anche il personaggio di McConaughey, che arriva presto e altrettanto presto sparisce, ha saputo lasciare il segno nella memoria di molti. Anche se, come nel caso di Barrymore, è probabile che molti non ne ricordino il nome (Mark Hanna). È più facile ricordarselo per quello che fa.
Bill Murray in Space Jam
In questo caso è facile ricordarsi chi interpreta Bill Murray nel film: se stesso. Meno facile spiegare come e perché finisce a giocare a basket insieme a Bugs Bunny e Michael Jordan, contro degli alieni che hanno rubato il talento ai migliori giocatori della NBA, per evitare che i Looney Tunes finiscano schiavizzati su un lontanissimo mondo alieno. Però lo fa, con ottimi risultati.
Judi Dench in Shakespeare in Love
Nonostante l’Oscar vinto come miglior film, secondo molti il film è quel che è. C’è tuttavia un generale consenso sul fatto che la cosa migliore del film sia la regina Elisabetta I interpretata da Dench. Anzi, molti si lamentarono del fatto che fosse presente per meno di dieci minuti in tutto il film. Comunque sufficienti a farle vincere l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
Robert Blake in Strade Perdute
È ricordato quanto e come può essere ricordato chi fa “l’uomo misterioso” in un film di David Lynch. Blake, tra l’altro, disse a Lynch di star certo che non gli avrebbe dato noie per quanto riguarda la trama, visto che si era arreso al fatto di non averla capita. Disse inoltre di ritenere che il suo personaggio fosse una personificazione del diavolo.
Roy Batty in Blade Runner
Il personaggio di Roy Batty, interpretato da Rutger Hauer, non è di certo secondario nel film, ma nemmeno si può dire che sia poi così tanto presente: lo si vede piuttosto poco per gran parte del film, ma riesce comunque a lasciare un gran segno con quel suo monologo in cui spiega quante ne ha viste lui, di cose, appena prima di morire nella pioggia.
Lester Bangs in Quasi Famosi
Nel film di Cameron Crowe su un ragazzo del liceo che segue una band in tour per scriverci un articolo, il critico musicale Lester Bangs – interpretato Philip Seymour Hoffman – c’è per poco, ma più che abbastanza per rubare la scena. Una condizione che per altro capitò spesso, nella carriera di Hoffman. Crowe ha raccontato che l’attore girò le sue scene in un solo giorno, tra l’altro mentre era molto influenzato.
Viola Davies in Il dubbio
Un’altra che si merita un posto in questa particolare lista è Viola Davis per la sua interpretazione di Mrs. Miller, nel film del 2008 con protagonista Meryl Streep, sull’ambigua relazione tra un prete (interpretato da Philip Seymour Hoffman) e un ragazzo. Davies è la madre del ragazzo. La si vede in tutto per otto minuti, ma come ha scritto Looper le bastano per risaltare in mezzo a un notevolissimo cast, in particolare grazie a un «monologo lancinante e appassionato».
Louise Schumacher in Quinto Potere
È fuor di dubbio che sia un’interpretazione meno memorabile di tante altre di questa lista (e anche di diverse altre che alla fine non ci sono finite, in questa lista), ma merita una menzione d’onore. Perché secondo quelli che tengono conto di queste cose, è un record. Quello per aver vinto un Oscar come miglior attore non protagonista con il minor tempo di presenza nel film: il personaggio interpretato da Beatrice Straight, infatti, nel film si vede per poco più di cinque minuti totali.