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  • Lunedì 28 dicembre 2020

Il comune di Bergamo si dichiarerà “persona offesa” nell’inchiesta per epidemia colposa

Il comune potrà presentare elementi di prova ai magistrati che indagano sulla gestione dell'epidemia in provincia di Bergamo

I camion dell'esercito mentre trasportano le bare fuori dal cimitero di Bergamo (Emanuele Cremaschi/Getty Images)
I camion dell'esercito mentre trasportano le bare fuori dal cimitero di Bergamo (Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Il comune di Bergamo si dichiarerà “persona offesa” nel procedimento penale avviato dalla procura di Bergamo, che sta indagando per ricostruire le responsabilità nella gestione dell’epidemia. Durante la prima ondata, in provincia di Bergamo il coronavirus ha causato la morte di migliaia di persone, molte di più di quante non dicano i dati ufficiali.

Nei mesi di marzo e aprile, nella città di Bergamo sono morte in totale 912 persone contro i 235 morti in media nei cinque anni precedenti, quindi nel 2020 c’è stata una sovramortalità del 288%. I magistrati bergamaschi hanno iniziato le indagini ad aprile e al momento hanno ipotizzato tre capi d’accusa: epidemia colposa, omicidio colposo e falso.

La dichiarazione come “persona offesa”, firmata dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori e condivisa da tutta la giunta, consente al comune di essere informato su tutti gli atti di indagine durante le indagini preliminari. Per esempio, l’avvocato nominato dal comune può partecipare ad eventuali perizie. Il comune può anche presentare memorie o indicare elementi di prova al pubblico ministero. Se sarà promossa l’azione penale attraverso il rinvio a giudizio, e quindi ci sarà un vero e proprio processo, il comune avrà la possibilità di costituirsi parte civile e chiedere un eventuale risarcimento per conto dei cittadini.

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«Abbiamo valutato che questo passo, che il Comune di Bergamo attua in rappresentanza dei diritti e degli interessi dei propri cittadini, sia giustificato e necessario visto l’eccezionale impatto della pandemia a Bergamo, con un numero di vittime e un tasso di letalità molto al di sopra dei pur elevati indicatori nazionali», ha spiegato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. «La decisione della giunta non contiene alcun pre-giudizio. Non è quindi leggibile come un’accusa rivolta contro il governo, la regione, l’OMS o chicchessia: spetta infatti alla procura individuare gli eventuali imputati, confermando o meno il capo di imputazione, e ai tribunali determinare se vi siano dei responsabili».

Il sindaco Giorgio Gori ha detto che fornirà alla procura i dati dei morti derivati dai certificati registrati dall’ufficio anagrafe del comune di Bergamo. L’impatto del coronavirus sulla città è stato notevole: la scorsa estate una capillare indagine sierologica aveva evidenziato che nella città di Bergamo ci sono stati circa 21mila contagiati, a cui vanno aggiunti i positivi ai tamponi nei mesi precedenti e i morti. In totale, sono circa 25mila le persone che sono state positive al coronavirus. Nella città di Bergamo abitano 120mila persone. Secondo i numeri forniti dal comune, a Bergamo l’indice di letalità è di 2,71 decessi ogni 100 contagiati, superiore alla media italiana riportata in uno studio dell’Imperial College di Londra (2,23).

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La dichiarazione come “persona offesa” è una possibilità garantita dallo statuto del comune di Bergamo che agli articoli 1 e 4 individua il comune quale soggetto che “rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi” e che “garantisce i diritti della propria comunità”.

Il sindaco Gori ha aggiunto che «si tratta di un atto che esercitiamo consapevolmente in nome di un’intera comunità duramente colpita che vuole innanzitutto conoscere le ragioni di ciò che è accaduto. Con questo gesto il Comune vuole dire ai suoi cittadini – e in primo luogo a chi ha sofferto la perdita di famigliari o di persone care – che intende rappresentarne il diritto a conoscere l’effettivo svolgimento dei fatti, e offrire se necessario il proprio contributo all’accertamento della verità, e qualora emergessero delle responsabilità penali, a rappresentarne gli interessi per ottenere il giusto risarcimento».

Anche il comune di Nembro sta valutando di dichiararsi “persona offesa” nel procedimento penale. Nembro, in Val Seriana, è uno dei comuni dove il coronavirus ha causato più morti in rapporto alla popolazione.

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