• Mondo
  • Venerdì 23 ottobre 2020

La nube di polvere gialla sulle due Coree

Ha allarmato in particolare la Corea del Nord, perché secondo il regime avrebbe potuto contribuire alla diffusione del coronavirus

Screenshot del servizio televisivo trasmesso sulla televisione di stato nordcoreana KCTV per avvisare i cittadini dell'arrivo della nube di polvere gialla.
Screenshot del servizio televisivo trasmesso sulla televisione di stato nordcoreana KCTV per avvisare i cittadini dell'arrivo della nube di polvere gialla.

Per giovedì 22 ottobre era stato previsto il transito di una nube di “polvere gialla” su alcune zone della Corea del Sud e della Corea del Nord, nell’Asia orientale. Nubi di questo tipo sono composte dalla sabbia proveniente dall’altopiano della Mongolia, nel deserto del Gobi, che viene trasportata assieme ad altre particelle verso est, solitamente in primavera. I meteorologi della Corea del Sud hanno spiegato che il fenomeno avrebbe potuto causare l’innalzamento dei livelli di polveri sottili nell’aria e le autorità locali hanno raccomandato prudenza ai cittadini; il governo della Corea del Nord, invece, ha vietato a tutti di uscire di casa perché con l’arrivo della nube «dei virus maligni» avrebbero potuto «invadere» il paese.

Come ha spiegato NK News – giornale che si occupa di ciò che succede in Corea del Nord ma ha sede in Corea del Sud, e non ha nulla a che vedere col regime di Kim Jong-un – i media nordcoreani hanno diffuso il sospetto che la nube di polvere gialla proveniente dalla Cina avrebbe potuto diffondere il coronavirus, senza tuttavia menzionarlo esplicitamente. Il Rodogn Sinmun, il principale giornale controllato dallo stato, ha scritto che ripararsi dalla minaccia della polvere gialla era necessario per mantenere il paese «impenetrabile» ai virus. Secondo i media del regime, in Corea del Nord non sarebbe stato registrato nessun caso di COVID-19.

Il governo della Corea del Sud ha semplicemente raccomandato ai cittadini che dovevano uscire di casa di indossare la mascherina, e consigliato a chi è affetto da particolari patologie di rimanere in casa. Quello della Corea del Nord ha dedicato servizi speciali su TV e giornali per allertare la cittadinanza della pericolosità della nube.


Non è la prima volta che nella zona delle due Coree si osservano fenomeni simili. Dall’inizio dell’anno nubi di polvere gialla come questa hanno ricoperto Seul, la capitale della Corea del Sud, già tre volte, a febbraio, ad aprile e a maggio. Durante il suo percorso, la sabbia del deserto trasportata dal vento si mescola a polveri tossiche che in passato hanno destato preoccupazione per la salute dei cittadini nei due paesi. Secondo il governo nordcoreano, però, questa nube poteva diffondere il coronavirus perché le sue particelle virali possono rimanere sospese in aria anche per alcune ore. Tuttavia, come ha spiegato BBC, non ci sono prove che colleghino le nubi di polvere stagionali alla diffusione del coronavirus ed è praticamente impossibile che il virus si diffonda a centinaia e centinaia di chilometri di distanza.

Il governo nordcoreano non solo ha invitato i cittadini a restare in casa, ma ha anche bloccato tutti i lavori nei cantieri all’aperto – compresi quelli per la ricostruzione delle aree del paese che sono state colpite da tifoni e allagamenti tra agosto e settembre. Giovedì mattina anche l’ambasciata russa a Pyongyang – la capitale nordcoreana – ha raccomandato ai diplomatici e ai funzionari che si trovavano nel paese di non uscire e di tenere le finestre chiuse perché «il coronavirus poteva essere introdotto nel territorio assieme alle particelle di “polvere gialla”».

NK News ha scritto che secondo quanto hanno riportato le sue fonti giovedì le strade di Pyongyang erano deserte: malgrado non piovesse, le pochissime persone che si vedevano in giro indossavano mantelle impermeabili, come consigliato dal governo. La nube di polvere, comunque, ha iniziato a diradarsi nella giornata di venerdì.

– Leggi anche: Come sta cambiando la propaganda di Kim Jong-un

Uno degli altri paesi in cui si era parlato di una possibile diffusione per via aerea del virus, come ha osservato il team di BBC che si occupa di disinformazione, è il Turkmenistan. Formalmente il Turkmenistan è una repubblica presidenziale ma nella realtà è una dittatura guidata da Gurbanguly Berdimuhamedow, dove le libertà civili, così come la libertà di stampa, sono molto limitate. Come ha spiegato Radio Free Europe, sebbene di recente sia stato riscontrato un grosso focolaio di coronavirus in una prigione femminile nel nord del paese, anche il Turkmenistan ha dichiarato di non aver accertato alcun caso di contagio.

Nonostante i media del governo continuino a dire che la Corea del Nord è un paese senza COVID-19, gli esperti ritengono che sia piuttosto improbabile. Tra le altre cose, le assenze anche prolungate di Kim Jong-un dalla vita pubblica hanno spesso portato a speculazioni sul suo stato di salute. Tutto ciò è dovuto all’estrema segretezza che circonda il regime nordcoreano e che lascia i giornali di tutto il mondo senza la possibilità di verificare e confermare notizie su quello che accade nel paese.

Per esempio, NK News ha scritto che di recente il paese ha introdotto una nuova legge che stabilisce i protocolli di sicurezza da seguire qualora una persona risultasse contagiata da malattie infettive, inclusa la COVID-19. Tuttavia non si sa quando questa legge sia entrata in vigore.