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  • Domenica 27 settembre 2020

Ci sono scontri armati nel Nagorno-Karabakh

E Armenia e Azerbaijan, i due stati che si contendono il territorio, si sono reciprocamente accusati di averli iniziati

(Armenian Defense Ministry via AP)
(Armenian Defense Ministry via AP)

Da alcune ore sono in corso scontri armati nel Nagorno-Karabakh, un territorio nel sud del Caucaso, conteso da Armenia e Azerbaijan, due stati che fino al 1991 facevano parte dell’Unione Sovietica.

Secondo il governo armeno gli scontri sono iniziati dopo alcuni bombardamenti da parte di forze dell’Azerbaijan che hanno causato morti e feriti e a cui l’esercito armeno avrebbe risposto colpendo a sua volta due elicotteri, tre droni e tre carri armati. Il governo azero ha accusato però l’Armenia di aver iniziato gli scontri e ha parlato di morti e feriti. Nel frattempo, il governo separatista del Nagorno-Karabakh, sostenuto dall’Armenia, ha richiamato i riservisti e annunciato la legge marziale. Nel pomeriggio di domenica, l’Azerbaijan ha detto, tramite il suo ministero della Difesa, di aver riconquistato «diversi villaggi che erano stati per anni sotto l’occupazione dell’Armenia»; il ministero della Difesa armeno ha però negato la cosa.

Il Nagorno-Karabakh, che si è autoproclamato indipendente negli anni Novanta, è un’area interna e montagnosa dell’Azerbaijan, che è però abitata in maggioranza da armeni ed è quindi sostenuta dall’Armenia. La popolazione del Nagorno-Karabakh è a stragrande maggioranza armena e cristiana, ma fino alla dissoluzione dell’Unione Sovietica il Nagorno-Karabakh era nell’orbita della musulmana Repubblica Socialista Sovietica Azera.

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Gli armeni del Nagorno-Karabakh votarono per l’indipendenza nel dicembre 1991, con un referendum boicottato dagli abitanti azeri della regione: da allora il Nagorno-Karabakh si definisce uno stato indipendente (ma non è riconosciuto a livello internazionale).

Subito dopo la dichiarazione di indipendenza, comunque, cominciarono gli scontri tra azeri e armeni per il controllo dell’area. Tra il 1992 e il 1994 Armenia e Azerbaijan combatterono una guerra in cui rimasero uccise circa 30mila persone e che fece milioni di profughi. La guerra terminò con una tregua piuttosto precaria, e negli ultimi anni si era parlato più volte degli scontri tra i due paesi. Prima di oggi, i più intensi erano stati nel 2016, ma già a luglio almeno 16 persone erano morte in altri scontri sul confine del territorio conteso.

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L’Azerbaijan, storicamente vicino alla Turchia, è uno stato molto più grande e popoloso dell’Armenia (il primo ha più di 9 milioni di abitanti, il secondo meno di 3) e, grazie alle sue molte risorse naturali, anche più ricco. In passato, però, l’Armenia ha spesso potuto contare sull’appoggio russo.

Dopo gli scontri di questa mattina la Russia ha chiesto un immediato “cessate il fuoco”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invece rinnovato il suo supporto all’Azerbaijan, dicendo che l’Armenia è «la più grande minaccia per la pace e la tranquillità nell’area».