Quanti stanno usando Immuni

È stata scaricata 5.570.799 di volte e ha consentito di avvisare quasi duemila persone entrate in contatto con positivi al coronavirus

A tre mesi dalla sua pubblicazione, Immuni è stata scaricata 5.570.799 volte sugli smartphone, secondo i dati forniti dal ministero della Salute al Post. I download dell’applicazione per il tracciamento dei contatti – resa disponibile dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus – dopo una fase iniziale di maggiore interesse hanno iniziato a rallentare, e per questo nelle ultime settimane sono state rafforzate le campagne per invitare la popolazione a utilizzarla.

Immuni consente di ricevere notifiche se si è entrati in contatto con persone che hanno poi scoperto di essere positive al coronavirus: entrambe devono avere naturalmente l’app installata sul loro smartphone. L’applicazione funziona su iOS (dalla versione 13.5) e su Android (dalla versione 6) tramite Bluetooth, e ha diversi accorgimenti per ridurre il consumo della batteria e tutelare la privacy degli utenti senza la necessità di registrarne la posizione geografica (avevamo spiegato più estesamente Immuni qui).

Quando una persona che ha Immuni sul suo telefono scopre di essere positiva al coronavirus – tramite un tampone – ha la possibilità di segnalare la sua condizione alla app con l’aiuto di un operatore sanitario (per evitare false segnalazioni). La segnalazione avviene attraverso l’invio di un codice (chiave) univoco e anonimo, che viene poi utilizzato per informare gli altri utenti di Immuni che erano entrati in contatti con la persona che ha scoperto di essere positiva.

Dal primo giugno a fine agosto, 155 utenti hanno segnalato di essere positivi su Immuni: 21 a giugno, 38 a luglio e 96 in agosto. L’applicazione ha poi inviato 1.878 notifiche ad altrettanti dispositivi, che erano stati rilevati nei paraggi degli smartphone di chi aveva poi scoperto di essere positivo al coronavirus. Il dato sulle notifiche è riferito a un periodo più ristretto: dal 13 luglio a fine agosto.

Il dipartimento per la Trasformazione Digitale ha spiegato che sette casi positivi avevano già ricevuto una notifica da Immuni, perché erano entrati in contatto con altre persone positive. Grazie all’applicazione è stato quindi possibile evitare alcune catene di contagio, che avrebbero potuto portare a nuovi focolai.

– Leggi anche: Cosa succede quando arriva una notifica da Immuni

Dopo uno scetticismo iniziale da parte di alcuni osservatori, le applicazioni come Immuni per il tracciamento dei contatti si stanno rivelando utili, per quanto in modo ancora limitato e dipendente dalla quantità di download. Secondo i calcoli dell’Università di Pavia, Immuni è stata scaricata sul 14,5 per cento circa dei cellulari che si stima siano attivi in Italia.

Il ministero della Salute ha anche diffuso una mappa per mostrare la percentuale di utenti in ogni regione italiana, in rapporto agli utenti di smartphone stimati. Immuni risulta essere molto più diffusa al Nord e al Centro, mentre è meno impiegata al Sud.

(Ministero della Salute)

I motivi di queste differenze e più in generale delle percentuali di utenti ancora basse nelle regioni derivano da numerosi fattori. Solo nelle ultime settimane il governo ha intensificato le attività di comunicazione per incentivare l’impiego di Immuni, cosa che dovrebbe contribuire a ridurre diffidenze e scetticismo sulla sua utilità e sulla privacy. Per motivi tecnici l’applicazione non può essere installata sugli smartphone più datati, con il risultato che alcuni non potranno mai utilizzarla, salvo non decidano di cambiare telefono o di provare ad aggiornarlo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e diverse altre istituzioni sanitarie raccomandano di utilizzare anche le applicazioni come Immuni per migliorare il tracciamento dei contatti, in modo da ridurre la diffusione della pandemia. Immuni è gratuita e può essere scaricata su iPhone e smartphone Android rispettivamente tramite l’App Store e Google Play.