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  • Mercoledì 15 luglio 2020

Le notizie di mercoledì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 162 nuovi casi di contagio e 13 morti. I ricoverati nei reparti di terapia intensiva scendono a 57

Aeroporto di Malpensa, 26 giugno 2020 (Piero Cruciatti / LaPresse)
Aeroporto di Malpensa, 26 giugno 2020 (Piero Cruciatti / LaPresse)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 162 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 243.506. I morti totali registrati sono 34.997, 13 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 57 (ieri erano 60) e quelle in altri reparti sono 797 (ieri erano 777); le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 28.392, per un totale di circa 3,6 milioni.

In Lombardia sono stati registrati 63 nuovi casi di contagio per un totale di più di 95mila casi, e i dati lombardi continuano comunque a essere i peggiori in Italia: le altre regioni con il maggior incremento del numero di casi confermati oggi sono Veneto (21), Lazio (20) e Emilia-Romagna (18). Ci sono sei regioni senza nemmeno un nuovo caso: Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Puglia, Sicilia e Marche, oltre alla provincia autonoma di Trento.

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi

Il Consiglio dei ministri del 14 luglio ha prorogato le misure di contenimento dell’epidemia previste dal  provvedimento dell’11 giugno. Con un nuovo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) il governo ha confermato fino al 31 luglio quasi tutte le misure restrittive, come l’uso della mascherina nei luoghi chiusi e in tutte le situazioni in cui non è possibile rispettare la distanza di un metro, e il rispetto dei protocolli di sicurezza all’interno delle attività commerciali e produttive.

Fino alla fine del mese di luglio saranno inoltre ancora vietati gli assembramenti, ci sarà l’obbligo della misurazione della temperatura all’ingresso dei centri commerciali e sarà punito penalmente chi violi la quarantena obbligatoria. Non potranno ancora riaprire le sale da ballo e le discoteche al chiuso, così come le fiere e i congressi, a meno di decisioni prese dalle singole regioni. Nel nuovo decreto è stata inserita anche la proroga del divieto d’ingresso per chi ha soggiornato negli ultimi 14 giorni in 13 paesi (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia ed Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana) previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, lo scorso 10 luglio.

Nel nuovo Dpcm inoltre è stato autorizzato l’uso delle cappelliere per i bagagli a mano nei voli di linea che era stato vietato lo scorso 26 giugno. Il Dpcm prevede che le singole compagnie adottino «specifiche procedure» che permettano l’imbarco negli spazi per i bagagli che si trovano sopra ai sedili «garantendo i dovuti tempi tecnici operativi al fine di evitare assembramenti nell’imbarco e nella discesa e riducendo al minimo le fasi di movimentazione».

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In sostanza viene abolito il divieto, ma le compagnie aeree dovranno decidere le modalità con cui si potrà portare i bagagli a mano sui voli in sicurezza. I passeggeri dovranno quindi informarsi prima dell’imbarco sulle regole stabilite da ogni operatore per rispettare quanto previsto dal Dpcm. Nel provvedimento del governo inoltre è stabilito che «gli indumenti personali (giacca, cappotto, maglione ecc..) da collocare nelle cappelliere, dovranno essere custoditi in un apposito contenitore monouso, consegnato dal vettore al momento dell’imbarco, per evitare il contatto tra gli indumenti personali dei viaggiatori nelle stesse cappelliere».

Dal 15 luglio in Lombardia non è più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto se viene mantenuto il distanziamento fisico di un metro previsto dalle normative nazionali. È quanto previsto da un’ordinanza firmata dal presidente della regione Lombardia Attilio Fontana. L’obbligo di indossare la mascherina rimarrà in vigore nei luoghi al chiuso aperti al pubblico come bar, ristoranti, supermercati e uffici. Il 4 aprile la Lombardia era stata la prima regione a introdurre l’obbligo di indossare la mascherina ovunque, anche all’aperto.

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La regione Veneto in questi giorni sta sperimentando un test rapido per verificare la positività al coronavirus in meno di dieci minuti. Il test costa 12 euro a fronte dei 18 di un normale tampone. Il test rapido è prodotto in Corea del Sud e per ora è sperimentato dall’Ulss 2 della Marca Trevigiana e dalle Asl di Vicenza e Trento. Nelle prossime settimane anche la Lombardia dovrebbe iniziare a utilizzarlo.

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha detto che la regione «metterà i dati a disposizione dell’Istituto Spallanzani di Roma e al Ministero della Salute affinché si prenda in considerazione la possibilità di inserire il test diagnostico nel Piano di sanità pubblica». Roberto Rigoli, primario di Microbiologia all’Ospedale di Treviso e vicepresidente nazionale dei microbiologi, ha spiegato al Corriere della Sera che il test non è sensibile agli anticorpi, ma al virus stesso.

Il test funziona in questo modo: si effettua il tampone rinofaringeo con le stessa modalità del test classico; lo stesso tampone viene stemperato in una provetta con un liquido che stabilizza l’antigene (cioè la sostanza che provoca la formazione di anticorpi); infine, spiega Rigoli, «vengono depositate alcune gocce su di un supporto (simile a quello utilizzato per il test di gravidanza) comunemente chiamato “saponetta”. Il liquido inizia a migrare e, se è presente l’antigene virale, questo viene catturato in una zona dove precedentemente sono stati fissati anticorpi specifici verso COVID-19. In caso di positività il legame genera una reazione cromatografica che genera una banda rossa facilmente rilevabile ad occhio nudo». Attualmente il test viene usato solo per i pazienti che arrivano al pronto soccorso, ma non è escluso che venga esteso anche alle Rsa e alle scuole.

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