Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia

I casi rilevati in totale sono 992 in più di ieri e i morti sono 262. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 855

Due persone sedute al tavolo di un locale separate da una paratia di plastica protettiva a Neumarkt vicino a Bolzano, lunedì 11 maggio 2020 (AP/Matthias Schrader)
Due persone sedute al tavolo di un locale separate da una paratia di plastica protettiva a Neumarkt vicino a Bolzano, lunedì 11 maggio 2020 (AP/Matthias Schrader)

I contagi totali da coronavirus registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 223.096: ci sono 992 casi registrati in più di ieri. I morti totali invece sono 31.368, un incremento di 262 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 2.747, per un totale di 115.288. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 855, 48 in meno di ieri. Si registrano 2.017 attualmente positivi in meno, per un totale di 76.440. I tamponi totali processati a oggi sono 2.807.504, 71.876 più di ieri.

In Lombardia, la regione più colpita, i casi registrati nelle ultime 24 ore sono 522, e i morti 111. Le persone al momento in terapia intensiva sono 297, 10 in meno rispetto a ieri. I “guariti o dimessi” sono 38.568, 487 in più di ieri. Nella provincia di Milano i casi totali di contagio sono 21.900 (più 169 rispetto a ieri), con un incremento di 66 unità nella città capoluogo.

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Leggendo i dati comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, mentre non comprende tutti quelli che sono guariti dopo essere stati malati, ma che non avendo fatto il tampone non sono mai entrati nei numeri ufficiali dei malati.

Le altre notizie di oggi

Ieri sera il governo ha approvato il cosiddetto “decreto rilancio”, il provvedimento per contenere la crisi economica causata dall’epidemia da coronavirus. Sono stati stanziati 55 miliardi di euro in aiuti ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese. Il decreto contiene anche nuove misure sulla cassa integrazione, sugli aiuti ai lavoratori autonomi e per il sostegno alle imprese, compresi versamenti a fondo perduto e la discussa “sanatoria” dei lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto che riguarderà in particolare quelli del settore agricolo, domestico e di cura della persona. Qui trovate il decreto nel dettaglio, spiegato.

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In attesa del decreto sulle aperture del prossimo 18 maggio che ancora non c’è, i presidenti delle regioni del nord hanno iniziato a spiegare in che modo utilizzeranno la possibilità di agire autonomamente a seconda della situazione epidemiologica delle regioni stesse, che il governo ha anticipato di voler concedere.

Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato oggi che la scelta su quali attività potranno aprire da lunedì e quali invece dovranno ancora aspettare «verrà fatta dopo un’analisi attenta della situazione e di quelle che sono le garanzie sanitarie». Ma anche tenendo conto della «situazione economica», cercando di trovare «un equilibrio tra le due necessità».

Il presidente del Veneto Luca Zaia è stato meno cauto di Fontana e ha chiesto non soltanto l’apertura dal 18 maggio «di molte attività tra cui tutte quelle commerciali, bar, ristoranti e servizi alla persona», ma anche «dei centri sportivi, palestre e piscine» e di tutti i centri per l’infanzia, da 0 a 14 anni. Zaia ha sottolineato che il Veneto ha già le proprie «linee guida concertate con le realtà che detengono interessi» e si aspetta che il governo inserisca nel Dpcm la possibilità di poterle utilizzare parallelamente a quelle dell’Inail.

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«Le linee dell’Inail sono discrezionali – ha spiegato Zaia – i famosi 4 metri (quadrati, ovvero lo spazio per cliente per i pubblici esercizi previsti dalle linee guida, ndr) sono frutto di un lavoro al tavolino da parte dei tecnici, i nostri dicono altre misure. Non è una norma automatica ma mediata dell’umanità di quelli che ci lavorano. Abbiamo un’intesa verbale con il presidente del Consiglio su linee guida generali e linee di apertura delle Regioni».

Intanto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in audizione alla Camera, è intervenuto a proposito dei due decreti che dovrebbero limitare le scarcerazioni per motivi di salute collegati all’epidemia da coronavirus. «Le misure normative e sanitarie adottate hanno permesso di scongiurare nella Fase 1 la diffusione massiva del contagio nelle carceri italiane», ha spiegato Bonafede, ma le nuove norme «hanno iniziato a dispiegare i loro effetti, dimostrando come lo Stato non indietreggi in alcun modo nella lotta alla criminalità organizzata».

Il ministro è poi entrato nel particolare dei casi, su cui si è molto discusso, dei detenuti per mafia: «Per quanto concerne i detenuti sottoposti al regime 41 bis e appartenenti al circuito dell’alta sicurezza, gli ultimi aggiornamenti ci consegnano il risultato di 498 detenuti (di cui 4 relativi al regime 41 bis) non più ristretti negli Istituti penitenziari», ha detto Bonafede. Di questi 498 detenuti scarcerati, ha aggiunto il ministro, «253 in attesa di giudizio sono agli arresti domiciliari, 195 in detenzione domiciliare, 35 affidati al servizio sociale, 5 in forza della legge 199/2010 e 6 ai sensi del Cura Italia».

Per quanto riguarda la scuola, dopo la conferma da parte della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che gli studenti torneranno in classe solo a settembre, oggi il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ha risposto con alcune raccomandazioni all’ordinanza del ministero che regola le modalità con cui verranno sostenuti gli esami di maturità. Secondo il Consiglio, ma il parere non è vincolante, è «indispensabile prevedere che gli esami di maturità avvengano a distanza», almeno fino a quando non verrà emanato un protocollo di sicurezza nazionale «stringente, dettagliato e prescrittivo a garanzia della salute di tutto il personale coinvolto» negli esami.

Secondo il Consiglio, inoltre, per le scuole elementari la valutazione finale andrebbe espressa «attraverso un giudizio riportato nel documento di valutazione e non con la votazione espressa in decimi», vista che gli studenti più piccoli sono stati maggiormente penalizzati, avendo maggiormente bisogno della presenza fisica degli insegnanti.

All’elenco delle numerose manifestazioni annullate a causa dell’epidemia da coronavirus oggi si aggiunge anche quella dei Palii di Siena, in programma come da tradizione il 2 luglio e il 16 agosto in Piazza del Campo. Prima di quest’anno il Palio di Siena si era corso ininterrottamente dal 1632, ad eccezione dei periodi delle due guerre mondiali: fino a oggi l’ultimo anno senza Palio era stato il 1944.

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Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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