Da chi fu approvato il MES?

È la domanda al centro della polemica tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Giorgia Meloni: la risposta è lunga

Matteo Salvini e Giorgia Meloni, Roma, 9 settembre 2019
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Matteo Salvini e Giorgia Meloni, Roma, 9 settembre 2019 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Da due giorni è in corso una polemica tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il leader della Lega, Matteo Salvini, e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, attorno al MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, l’istituzione europea che ha lo scopo di aiutare i paesi in difficoltà e di cui diversi governi europei hanno chiesto l’intervento per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia da coronavirus.

– Leggi anche: Il MES, spiegato bene

L’accordo trovato giovedì sul MES dall’Eurogruppo – la riunione dei ministri dell’Economia dell’eurozona – prevede la possibilità di utilizzare gli aiuti forniti dal MES senza alcun vincolo per effettuare spese sanitarie pari al 2 per cento del proprio PIL (per l’Italia circa 35 miliardi di euro). Questi soldi potranno essere spesi nel sostegno “diretto o indiretto” ai propri sistemi sanitari.

Cosa è successo
Il MES è tra le misure economiche previste dall’accordo, piuttosto modesto, trovato dall’Eurogruppo. L’approvazione dell’accordo è stata pesantemente criticata da Salvini e da Meloni, che hanno accusato Conte e il governo di aver “svenduto” e “tradito” l’Italia. Conte ha risposto duramente venerdì sera, durante la conferenza stampa trasmessa su diverse reti televisive in cui ha annunciato il prolungamento delle misure restrittive fino al 3 maggio.

In particolare Conte ha detto che «l’Italia non ritiene il MES adeguato a quest’emergenza». Ha spiegato che «la nostra principale battaglia è quella di un fondo finanziato con gli eurobond» e ha ricordato che «il MES esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza».

In conferenza stampa, Conte è ritornato sul concetto ribadendo che, se il MES viene considerato una trappola, «chi ha confezionato questa trappola si assuma la responsabilità pubblica: nel 2012 c’era un governo di centrodestra non vorrei ricordar male ma la Meloni era un ministro»: in realtà al governo c’era Mario Monti, sostenuto anche dal Popolo della Libertà a cui allora apparteneva Meloni, ma non era più ministra.

Salvini ha paragonato il discorso di Conte a una cosa da «regime», accusando il presidente del Consiglio di avere attaccato l’opposizione usando una conferenza stampa trasmessa a reti quasi unificate. Meloni ha accusato Conte di aver organizzato «una conferenza stampa pochi minuti prima dell’edizione più vista dei tg per accusare l’opposizione di dire menzogne, senza possibilità di replica. La dice lunga sulla tracotanza di questo governo».

E quindi chi è responsabile del MES in Italia?
Il MES venne istituito dalle modifiche al Trattato di Lisbona approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011. Entrò in vigore il 12 settembre 2012.

Durante la fase di approvazione del MES era in carica il quarto governo Berlusconi, una coalizione tra Popolo della Libertà, Lega Nord, Movimento per le Autonomie. Il governo diede le dimissioni il 12 novembre 2011 e il 16 novembre fu sostituito dal nuovo governo guidato da Mario Monti.

Pubblicamente la Lega Nord si era sempre dichiarata contraria al MES e il 23 marzo 2011, al Parlamento Europeo, aveva votato contro la sua introduzione. Quel giorno Salvini, all’epoca europarlamentare, era però assente alla votazione, come dimostra l’elenco dei partecipanti.

Il 19 settembre 2011 il governo presentò la ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio europeo che modificava il Trattato di Lisbona e che prevedeva l’introduzione del MES: il disegno di legge fu presentato dal ministro degli Affari esteri Franco Frattini, dal ministro dell’Economia e delle finanze Giulio Tremonti, dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e dalla ministra per le Politiche europee Anna Maria Bernini. Giorgia Meloni faceva parte del Consiglio dei ministri.

Il MES venne approvato in Italia nel luglio 2012: il 12 al Senato, il 19 alla Camera. Giorgia Meloni, che allora faceva parte del PdL che sosteneva il governo ed era parlamentare, non votò perché era assente. Votarono a favore tutti i partiti tranne la Lega Nord e alcuni parlamentari del PdL (singoli parlamentari e altri gruppi, come l’Italia dei Valori, si astennero). Quando il MES entrò in vigore, nel luglio del 2012, era in carica il governo di Mario Monti, sostenuto dal PdL e da Giorgia Meloni, che non era più ministra.