Le misure restrittive sono prorogate fino al 3 maggio

Lo ha annunciato stasera Giuseppe Conte: qualcosa - come librerie e cartolerie - potrà però riaprire già da martedì prossimo

(ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI)
(ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI)

Venerdì il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato che le misure restrittive in vigore per contenere l’epidemia da coronavirus saranno prorogate fino al 3 maggio (la scadenza dei decreti precedenti era al 13 aprile). Conte ha detto che rispetto alla situazione attuale sono previste alcune limitate riaperture a partire da martedì: riguardano le librerie, le cartolerie, le aziende che producono macchine agricole, quelle che lavorano il legno, quelle che si occupano di silvicoltura (cioè che coltivano i boschi).

Rimangono quindi in vigore per altre tre settimane le restrizioni sugli spostamenti e le chiusure per tutte le attività giudicate non essenziali, con l’eccezione delle poche specificate sopra.

Conte ha detto di averne discusso con i ministri, con il comitato tecnico-scientifico e con i sindacati. Secondo Conte, le misure stanno funzionando ma proprio per questo «non possiamo vanificare gli sforzi fin qui compiuti: se noi cedessimo, i risultati potremmo perderli. Dobbiamo quindi continuare a mantenere alta la soglia dell’attenzione. Lo dobbiamo fare adesso che si avvicina la Pasqua». L’auspicio, ha detto Conte, è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con qualche cautela, mantenendo le distanze sociali, ma che si possa ripartire. «Vogliamo allentare quanto prima le misure per tutte le attività produttive, ma non siamo ancora in grado di ripartire a pieno regime».

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Conte ha aggiunto che il governo sta lavorando a un programma basato su due pilastri: il primo è l’istituzione di un gruppo di esperti che includerà varie professionalità (sociologi, psicologi, manager) e che dialogherà con il comitato tecnico-scientifico in modo da modificare e ripensare i modelli di organizzazione del lavoro: a guidare questo gruppo sarà il manager Vittorio Colao. Il secondo sarà un protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro, su cui il comitato tecnico-scientifico sta lavorando per permettere una ripresa in piena sicurezza delle attività produttive.

Per quanto riguarda le proposte fatte ieri dall’Eurogruppo, Conte ha detto che sono un primo passo verso una risposta europea, «ma un primo passo che l’Italia giudica ancora insufficiente». Conte ha ribadito la necessità che vengano istituiti i cosiddetti “eurobond” – richiesti tra gli altri da Italia e Spagna – e che siano disponibili fin da subito. «Sono stati messi sul tavolo strumenti significativi, ma il nostro strumento è l’eurobond».

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Conte ha anche parlato della decisione dell’Eurogruppo di permette l’uso dei fondi forniti dal MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, per effettuare spese sanitarie.

«È importante che questo dibattito si sviluppi con chiarezza: il MES esiste dal 2012, non è stato approvato la scorsa notte, come falsamente è stato dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non è assolutamente così. Questo governo non lavora col favore delle tenebre. Questo governo lavora con chiarezza. Su richiesta di alcuni stati membri, non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato a questa proposta collegata a questa misura già esistente. L’Italia non ha firmato nessuna attivazione del MES, l’Italia non ha bisogno del MES, perché lo ritiene uno strumento del tutto inadeguato», ha detto Conte.

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Oggi il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Silvio Brusaferro aveva detto che la curva dei contagi da coronavirus «mostra chiaramente una situazione di decrescita», ma aveva ribadito che non bisogna allentare le misure, perché si rischierebbe una nuova crescita dei contagi e dei morti.

Secondo gli ultimi dati diffusi venerdì sera dalla Protezione Civile, i nuovi contagi registrati ufficialmente tra mercoledì e giovedì sono stati 3.951, i morti 570. Il totale dei contagi registrati dall’inizio dell’epidemia sono stati 147.577, i morti 18.849.

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