Le notizie di domenica sul coronavirus in Italia

Rispetto a ieri ci sono stati 525 morti, il dato più basso da due settimane: i casi totali registrati sono 128.948

(ANSA/CIRO FUSCO)
(ANSA/CIRO FUSCO)

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, i contagi totali registrati dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 in Italia sono stati 128.948, 4.316 in più di ieri. I morti totali sono saliti a 15.887, un incremento di 535 rispetto a ieri (è l’aumento più basso dal 19 marzo a oggi). I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 819, per un totale di 21.815. Le persone attualmente positive sono 91.246 (ieri erano 88.274) e quelle ricoverate in terapia intensiva sono 3977, 17 in meno rispetto a ieri.

In Lombardia, la regione più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 249, portando il totale a 8.905. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 1317, 9 in meno rispetto a ieri.

Fra ieri e oggi si è discusso soprattutto di mascherine: la regione Lombardia le ha rese obbligatorie per tutte le persone che escono di casa, salvo ammettere che in alternativa basterà coprire la bocca con una sciarpa o un foulard. La decisione della Lombardia è stata criticata sia perché sembra mettere sullo stesso piano tutti i tipi di mascherine e gli indumenti che coprono il viso – contribuendo ad aumentare la confusione intorno all’efficacia delle mascherine – sia perché ormai da settimane sono difficilmente reperibili in tutta la regione. Nei prossimi giorni anche in Veneto e Friuli Venezia Giulia sarà obbligatorio indossarle per andare a fare la spesa.

Diversi giornali, per la seconda settimana di seguito, hanno commentato con severità le migliaia di persone sanzionate o denunciate nella giornata di sabato per avere violato le restrizioni sugli spostamenti. In realtà rimangono una percentuale molto ridotta del totale delle persone fermate, come da diverse settimane a questa parte. Sabato 4 aprile sono state sanzionate o denunciate circa il 4 per cento delle persone fermate. Significa che il 96 per cento delle persone che si trovavano fuori di casa è stata giudicata in regola con le misure prese dal governo.

Come leggere i dati
Leggendo i comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele. Per prima cosa bisogna tenere presente la differenza tra il numero delle persone attualmente positive e il numero complessivo dei contagiati, che vengono entrambi comunicati quotidianamente dalla Protezione Civile e possono generare qualche confusione. Per farla molto breve, il primo numero, quello più basso, si riferisce solo alle persone che sono in quel dato giorno “positive al coronavirus”, e quindi non comprende chi lo è stato ma non lo è più, cioè le persone guarite e le persone morte. Il secondo numero invece indica il totale delle tre categorie di persone, ovvero tutti coloro che sono stati contagiati finora (se vuoi approfondire, ne abbiamo scritto qui).

Sappiamo ormai, poi, che i dati sull’epidemia sono largamente sottostimati, sia per quanto riguarda le persone contagiate sia quelle morte. Le diverse scelte e politiche regionali su quanti test eseguire e a chi non permettono di avere un quadro chiaro di quante siano davvero le persone contagiate in Italia. I dati ISTAT diffusi sulle morti in Italia nelle ultime settimane hanno invece confermato i sospetti sul fatto che il numero di morti da coronavirus sia superiore a quello registrato dalla Protezione Civile.

C’è anche un altro punto poco chiaro riguardante la definizione di “guariti” data dalla Protezione Civile: da un’analisi svolta dalla Fondazione GIMBE in collaborazione con YouTrend è emerso che il dato non riflette la realtà, perché comprende al suo interno anche il totale delle persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate con sintomi tali da poter proseguire le terapie a casa. L’indicazione sui guariti e i dimessi è particolarmente ambigua per la Lombardia, la regione con il maggior numero di casi positivi rilevati finora e il maggior numero di decessi, dove i soli dimessi sono quasi il 70 per cento del totale.