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  • Giovedì 12 marzo 2020

Anche in Spagna si comincia a chiudere per il coronavirus

Le scuole, in alcune comunità autonome, ma anche il Parlamento, a causa dell'aumento significativo di casi positivi

Pedro Sánchez (EPA/JAVIER LIZON)
Pedro Sánchez (EPA/JAVIER LIZON)

Anche in Spagna, come in altri paesi europei, negli ultimi giorni c’è stato un aumento significativo del numero di persone risultate positive al coronavirus. Secondo gli ultimi dati diffusi giovedì dal ministero della Salute, i casi positivi in tutto il paese sono stati finora 2.968, i morti 84. Il timore del governo spagnolo è ritrovarsi tra una decina di giorni nella situazione in cui è oggi l’Italia, costretto cioè a chiudere tutto per rallentare la diffusione del virus: per questo il primo ministro, il socialista Pedro Sánchez, e l’ufficio di presidenza del Parlamento hanno annunciato alcune misure eccezionali per affrontare l’emergenza.

Una delle decisioni più importanti finora è stata la sospensione di tutte le attività del Parlamento spagnolo per quindici giorni. La misura è stata decisa giovedì dopo la diffusione della notizia della positività di Irene Montero, ministra dell’Uguaglianza e parte della direzione di Podemos, partito di sinistra radicale che fa parte del governo insieme ai Socialisti. Montero, che comunque ha scritto di stare bene, è anche la compagna di Pablo Iglesias, leader di Podemos e vicepresidente del governo. Tutti i membri del governo saranno ora sottoposti al tampone.

 

Giovedì il primo ministro Sánchez ha annunciato il trasferimento di 2,8 miliardi di euro alle comunità autonome da destinare all’emergenza coronavirus (in Spagna la sanità è competenza delle regioni) e di un altro miliardo per interventi statali prioritari nel settore della sanità. Sánchez ha promesso altre misure, che potrebbero già essere decise in giornata dopo una videoconferenza con diversi attori sociali.

Il governo spagnolo aveva già adottato provvedimenti nei giorni scorsi: per esempio aveva sospeso tutti i voli provenienti dall’Italia fino al 25 marzo.

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Nonostante i casi positivi di coronavirus siano stati registrati in tutte le zone della Spagna, alcune comunità autonome – enti simili alle nostre regioni, ma con più autonomia – sono state più colpite di altre. Quella con il maggior numero di persone risultate contagiate è stata finora la comunità autonoma di Madrid (1.388), seguita dai Paesi Baschi (346), dalla Catalogna (260) e dalla Rioja (205). In Catalogna la sindaca di Barcellona, Ada Colau, si trova in isolamento: nei giorni scorsi cinque persone che lavorano nella sua amministrazione erano risultate positive al test.

Da lunedì a oggi diversi governi locali hanno deciso la chiusura di tutte le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, università comprese. Misure di questo tipo sono state prese dalla comunità di Madrid, dai Paesi Baschi, dalla Rioja, dalla Catalogna, ma anche dalla Galizia, da Murcia, dalle Canarie e dalla Castiglia e León.

Giovedì sono state prese misure piuttosto drastiche anche nello sport. La Liga de Futbol Professional spagnola ha sospeso i campionati di calcio di prima e seconda divisione per almeno due settimane, dopo che il Real Madrid aveva annunciato l’isolamento dei suoi atleti per un caso di positività di un giocatore di basket della società (che è la stessa del Real Madrid di calcio). Dopo la Serie A italiana, la Liga spagnola è il primo fra i maggiori campionati europei a sospendere tutte le sue attività.