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  • Lunedì 24 febbraio 2020

Le cose da sapere sul coronavirus in Lombardia

Il numero dei contagi, cosa dice l'ordinanza della Regione e cosa fare in caso si presentino sintomi

Conferenza stampa in Regione Lombardia del presidente Attilio Fontana e dell'assessore al Welfare Giulio Gallera, 23 febbraio 2020 (Ansa/Matteo Corner)
Conferenza stampa in Regione Lombardia del presidente Attilio Fontana e dell'assessore al Welfare Giulio Gallera, 23 febbraio 2020 (Ansa/Matteo Corner)

La Lombardia è la regione in cui ci sono più casi confermati di contagi da coronavirus (SARS-CoV-2): più di 150. Il presidente della regione, Attilio Fontana, ha parlato di un «focolaio» di epidemia in provincia di Lodi, dove era stato individuato il primo caso confermato di coronavirus, a Codogno. A seguito dell’aumento dei casi, domenica sera la regione ha emanato un’ordinanza con cui è stata disposta una serie di divieti e chiusure per diminuire il rischio di contagio e diffusione del virus.

Oltre ai casi della Lombardia, durante il weekend sono stati segnalati numerosi casi anche in altre regioni del Nord: in Veneto, in Emilia-Romagna, in Piemonte e in Trentino-Alto Adige.

Cosa dice l’ordinanza della regione Lombardia

Domenica mattina la regione Lombardia ha annunciato un’ordinanza, poi emanata alle 20, in cui ha inserito una serie di disposizioni per controllare la diffusione del virus.

L’ordinanza ordina la chiusura di tutte le scuole (anche dei nidi) e di tutte le università e la sospensione «di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Rimangono invece attivi i corsi degli specializzandi e dei tirocinanti in professioni sanitarie.

L’ordinanza ha disposto anche la chiusura di tutti i musei, dei cinema e dei luoghi di cultura, ovvero le biblioteche, gli archivi, i parchi archeologici e i complessi monumentali e la sospensione di tutte le gite scolastiche, verso l’Italia o verso l’estero. Per quanto riguarda i luoghi pubblici come bar e locali notturni, la regione ha disposto che siano chiusi dalle 18 alle 6 del mattino, mentre i negozi dei centri commerciali dovranno chiudere il sabato e la domenica (tranne quelli che vendono generi alimentari).

L’ordinanza rimarrà in vigore fino al 1 marzo 2020, «fatte salve eventuali e ulteriori successive disposizioni».

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Com’è la situazione in Lombardia

Secondo gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile, i contagi in Lombardia sono 172. Le persone morte a causa del coronavirus sono attualmente 6 in tutta Italia, di cui 5 in Lombardia: sono un uomo di 84 anni che era ricoverato all’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, una donna del cremasco di 68 anni che era ricoverata nel reparto oncologia a Crema, una donna di 77 anni trovata morta in casa a Casalpusterlengo, un 88enne di Caselle Landi, entrambi nel lodigiano, e un uomo di 80 anni di Castiglione d’Adda che era ricoverato all’ospedale Sacco di Milano.

Alle persone che vivono nella cosiddetta “zona rossa”, cioè i comuni di Codogno, Terranova, Castiglione, Casalpusterlengo, Somaglia, San Fiorano, Bertonico, Maleo, Castelgerundo e Fombio, è stato consigliato di non uscire di casa e di non allontanarsi dalla zona; da sabato sera sono stati allestiti dei blocchi stradali che controllano i movimenti in entrata e in uscita.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti

I sintomi della malattia causata dal coronavirus, la COVID-19, sono simili a quelli di un’influenza: febbre, tosse e difficoltà a respirare, mentre naso che cola e mal di gola sono meno frequenti.

Nel caso in cui questi sintomi si presentino, è consigliabile non uscire di casa ed evitare al minimo contatti con altre persone; qualora dovessero aggravarsi, il consiglio è telefonare al 112 e illustrare la situazione, in modo che sia il personale sanitario a decidere come gestire l’eventuale emergenza.

Non è consigliabile andare direttamente al pronto soccorso, perché si aumenterebbe il rischio di contagiare altre persone. Inoltre, il ministero della Salute ha messo a disposizione il numero 1500 per ricevere informazioni e consigli sul coronavirus.

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