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  • Mercoledì 8 gennaio 2020

Un aereo civile ucraino si è schiantato in Iran

Tutte le 176 persone a bordo sono morte: non sembra che l'incidente sia legato agli attacchi di stanotte, ma è stata aperta un'indagine

(AP Photos/Mohammad Nasiri)
(AP Photos/Mohammad Nasiri)

Mercoledì mattina un aereo civile della Ukraine International Airlines, una compagnia aerea privata ucraina, si è schiantato pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran, la capitale dell’Iran. L’incidente è avvenuto alle 6.20 ora locale, le 2.50 italiane. La Mezzaluna Rossa iraniana e il ministero degli Esteri ucraino hanno fatto sapere che non c’è alcuna possibilità che ci siano superstiti tra le 176 persone che si trovavano a bordo.

Per il momento non ci sono prove che l’incidente sia collegato all’attacco di due basi irachene che ospitano militari americani compiuto nella notte dall’Iran come risposta all’uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani: inizialmente le autorità ucraine avevano parlato di “guasto tecnico”, dopo qualche ora però hanno tolto questo passaggio da un loro successivo comunicato. L’Ukraine International Airlines ha detto di avere sospeso tutti i voli per e da Teheran, mentre il governo ha comunicato la nazionalità delle persone morte: 82 iraniani, 63 canadesi, 11 ucraini (di cui due passeggeri e nove membri dell’equipaggio), 10 svedesi, quattro afghani, tre tedeschi e tre britannici.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di avere ordinato l’apertura di un’indagine per capire le cause dell’incidente.

L’aereo era diretto a Kiev, la capitale dell’Ucraina, e il mezzo utilizzato era un Boeing 737-800. Il Guardian ha fatto notare che il mezzo fa parte della stessa famiglia del 737 Max, l’aereo di linea della società statunitense che nell’ultimo anno è stato coinvolto in due gravi incidenti in Indonesia ed Etiopia per problemi legati soprattutto al software, e la cui produzione è stata sospesa. Il 737-800 però utilizza un software diverso.

La Ukraine International Airlines era nata nel 1990 come compagnia di bandiera ucraina, ma è stata successivamente privatizzata e oggi è di proprietà di Ihor Kolomoisky, un potente oligarca ucraino considerato molto vicino all’attuale presidente Volodymyr Zelensky.