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  • Giovedì 29 agosto 2019

In Brasile per i prossimi 60 giorni saranno vietati gli “incendi controllati”

Lo ha deciso il presidente Jair Bolsonaro – che per mesi li aveva promossi – per arginare le fiamme nell'Amazzonia

 (AP Photo/Victor R. Caivano)
(AP Photo/Victor R. Caivano)

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha firmato un decreto che vieterà per i prossimi 60 giorni gli “incendi controllati”, ossia i disboscamenti effettuati appiccando il fuoco. Il decreto firmato da Bolsonaro permetterà alcune eccezioni nel caso in cui gli incendi siano decisi dalle autorità per la protezione delle piante o per non compromettere le pratiche di agricoltura delle popolazioni indigene.

Gli “incendi controllati” sono una pratica comune in questo periodo dell’anno tra gli agricoltori che approfittano delle minori piogge e usano il fuoco – in modo legale o meno – per ottenere terre da coltivare e pascoli. Questa pratica è stata promossa negli scorsi mesi proprio da Bolsonaro, che sostiene che la Foresta Amazzonica sia un ostacolo alla crescita economica del paese. Secondo gli ambientalisti questa pratica di deforestazione avrebbe contribuito alla diffusione degli incendi che nelle ultime settimane hanno colpito l’Amazzonia. Hanno coinvolto vaste zone amazzoniche del Sudamerica e in almeno due grandi stati brasiliani il numero di incendi nella foresta è stato molto più alto rispetto agli anni passati.

Fin dalla campagna elettorale che precedette la sua elezione a presidente del Brasile nel 2018, Bolsonaro ha promosso politiche in favore della deforestazione dell’Amazzonia. Dall’inizio del suo mandato Bolsonaro ha ridotto le sanzioni, gli avvertimenti e i sequestri operati dalle autorità brasiliane verso le società coinvolte nella deforestazione illegale. Gli effetti di questa politica si stanno vedendo ora: secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile (INPE), tra maggio e luglio di quest’anno è stata disboscata una parte di foresta amazzonica maggiore di quella disboscata nello stesso periodo nel 2018, nel 2017 e nel 2016.

Per contrastare la diffusione degli incendi nella foresta amazzonica la scorsa settimana il presidente Bolsonaro aveva detto che avrebbe inviato anche l’esercito, ma aveva anche aggiunto che gli abitanti degli stati amazzonici hanno diritto ad avere opportunità di crescita economica. In soccorso del Brasile erano arrivati anche i paesi del G7 che si erano detti disposti a donare 17,9 milioni di euro al Brasile e ad altri paesi sudamericani per dare una mano nel contrastare gli incendi. Bolsonaro aveva però rifiutato gli aiuti, e in seguito aveva detto che li avrebbe accettati solo se Emmanuel Macron si fosse scusato per averlo, a suo dire, insultato (in realtà era stato il contrario). Il 27 agosto il suo portavoce aveva detto infine che il paese avrebbe accettato gli aiuti solo se solo se avesse potuto controllare direttamente i fondi.