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  • Sabato 4 maggio 2019

La nuova enorme moschea di Algeri

Quando sarà completata sarà la terza più grande del mondo e la più grande in Africa, ma la sua costruzione ha causato anche alcune polemiche

La moschea di Algeri in costruzione nel 2016 (AP Photo/Sidali Djarboub)
La moschea di Algeri in costruzione nel 2016 (AP Photo/Sidali Djarboub)

Il 31 ottobre 2011 l’ex presidente algerino Abdelaziz Bouteflika posò la prima pietra del cantiere per la moschea Djamaa el Djazaïr, un nome che significa “grande moschea di Algeri”. Si trova nella capitale algerina, non lontano dal mare, e una volta aperta al pubblico, nei prossimi mesi, stabilirà alcuni record: sarà la terza moschea più grande del mondo, la prima del continente africano, e avrà il minareto più alto del mondo, una sorta di grattacielo alto 265 metri. Secondo il network statale cinese CGTN i lavori sono stati completati di recente, mentre altre fonti dicono che sono quasi ultimati. In ogni caso non è ancora nota la data di inaugurazione.

Il complesso architettonico è costruito su una superficie di circa 400mila metri quadrati, è composto da più di dieci edifici e può ospitare fino a 120mila persone. La sola sala principale per la preghiera ne può ospitare 37mila. I lavori cominciarono nel 2012 e sarebbero dovuti terminare nel 2017, ma a causa di problemi di finanziamento si sono allungati. Infatti, la costruzione della moschea è stata finanziata dallo stato grazie ai ricavi della vendita di petrolio, risorsa di cui l’Algeria è ricca: quando nel 2016 il prezzo del petrolio scese, si ridussero di conseguenza anche le riserve statali di valuta straniera, con conseguenti problemi anche per l’enorme cantiere della moschea.

L’opera è stata costruita da una compagnia di stato cinese, la China State Construction Engineering Corporation (CSCEC): è una delle aziende edili più grandi al mondo, che in Algeria ha costruito anche un hotel a 5 stelle e un carcere. Come spesso succede quando grandi aziende cinesi investono all’estero – per esempio nell’ambito della discussa Belt and Road Initiative – le opere costruite coinvolgono solo in parte la manodopera e l’economia locale: la maggior parte degli operai impiegati sono cinesi, ed è stato così anche per il cantiere della moschea di Algeri. Nella sua costruzione sono stati coinvolti centinaia di operai cinesi alloggiati in prefabbricati nei pressi del cantiere.

Un operaio al cantiere della moschea nel 2016 (AP Photo/Sidali Djarboub)

La stima del costo della “grande moschea di Algeri” all’inizio dei lavori era di poco superiore al miliardo di dollari, ma con il ritardo accumulato è cresciuta fino a 2 miliardi. L’opera ha causato anche alcune polemiche nel paese, dovute al costo e alla grandiosità del progetto, considerato una sorta di fissazione dell’ex presidente Bouteflika, che si è dimesso a inizio aprile dopo molte proteste.