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  • Mercoledì 6 marzo 2019

L’Ajax è sbocciato a Madrid

Trascinata da una generazione di giovani che ricorda i suoi tempi migliori, la squadra di Amsterdam ha chiuso il ciclo del Real Madrid con una vittoria memorabile

I giocatori dell'Ajax festeggiano al Bernabeu la vittoria sul Real Madrid (David Ramos/Getty Images)
I giocatori dell'Ajax festeggiano al Bernabeu la vittoria sul Real Madrid (David Ramos/Getty Images)

La partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League giocata martedì sera tra Real Madrid e Ajax verrà probabilmente ricordata a lungo. Una squadra olandese di enorme talento, con un’età media di 24 anni, ha infatti ottenuto la sua vittoria più importante mettendo fine al dominio europeo del Real Madrid, campione in carica del torneo da tre stagioni, con un risultato schiacciante: 4-1 fuori casa.

Nonostante il ridimensionamento subito negli ultimi decenni, l’Ajax è rimasta una squadra speciale, per via dei tanti campioni che ha lanciato e per come cambiò il gioco del calcio negli anni Settanta. Le sue vittorie più importanti, come quella di martedì a Madrid, spesso si riflettono per anni su tutto il calcio europeo, in un modo o nell’altro.

Il gruppo principale di giocatori che compone l’Ajax attuale è formato da alcuni veterani del calcio europeo e da cinque giovani estremamente talentuosi, la maggior parte dei quali olandesi e cresciuti nel famoso settore giovanile di Amsterdam. Giocano insieme da anni e insieme, tre stagioni fa, riportarono la squadra in una finale europea dopo ventuno anni. Dalla scorsa estate sono allenati dall’ex difensore Erik ten Hag, promettente allenatore olandese al suo primo incarico di rilievo. Ten Hag è stato scelto dai due dirigenti che hanno riportato la squadra sulla giusta strada dopo tanti anni deludenti: Edwin van der Sar e Marc Overmars. A van der Sar e Overmars – a loro volta fra i più grandi calciatori olandesi di sempre, entrambi cresciuti nell’Ajax – viene riconosciuto il merito di aver cambiato la mentalità del club dopo aver creato le condizioni per trattenere più a lungo i migliori giovani, spesso venduti troppo in fretta.

Marc Overmars e Edwin van der Sar festeggiano la vittoria al Bernabeu (David Ramos/Getty Images)

C’è un aneddoto che risale alla scorsa estate, quando nella preparazione della squadra van der Sar e Overmars si riunirono con il portiere Andre Onana, il difensore Matthijs de Ligt, il centrocampista Frenkie de Jong e gli attaccanti Justin Kluivert e Kasper Dolberg per convincerli a restare all’Ajax ancora una stagione e respingere le numerose offerte provenienti dai più grandi club d’Europa. Van der Sar e Overmars fecero vedere loro dei video in cui ciascuno era accoppiato a un grande ex giocatore dell’Ajax: Dolberg con Zlatan Ibrahimovic, Onana con lo stesso van der Sar, de Jong con Christian Eriksen, Justin Kluivert con suo padre Patrick, campione olandese cresciuto proprio nell’Ajax. Sono riusciti a trattenerli quasi tutti, tranne Kluivert, comprato dalla Roma. Oggi, anche grazie a loro, l’Ajax è tornato ai quarti di finale di Champions League dopo sedici anni.

Nel gioco che esprime, l’Ajax di ten Hag riprende la filosofia del club ereditata dalla “rivoluzione” del calcio totale di Rinus Michels e Johan Cruijff. Gioca un calcio propositivo e sfrontato, anche contro avversari sulla carta più forti come il Real Madrid. La squadra non si difende attendendo gli avversari nella propria metà campo, ma lo fa tramite fitte reti di passaggi, quando il pallone lo hanno i suoi giocatori, e con il pressing quando ce l’hanno gli avversari. Questo modo di giocare non è da tutti e richiede una mole di lavoro enorme e tanto studio, che però l’Ajax impartisce ai suoi giocatori fin dalle giovanili.

La formazione dell’Ajax a Madrid (David Ramos/Getty Images)

Di pari passo con il gioco, il club è riuscito a costruire una squadra forte e bilanciata in ogni ruolo. Il capitano è Matthijs de Ligt, difensore centrale di diciannove anni, già considerato uno dei più forti nel suo ruolo. Il regista è Frenkie de Jong, comprato a gennaio dal Barcellona per un’ottantina di milioni di euro, che a Madrid ha surclassato il Pallone d’oro Luka Modric. Il trequartista è Donny van de Beek, coetaneo di de Jong. Loro tre sono i “prodotti” più puri del settore giovanile, costituiscono l’ossatura centrale della squadra e hanno una carriera potenzialmente enorme davanti.

La rosa è completata da tre veterani del calcio europeo come Klaas-Jan Huntelaar, Lasse Schöne, Daley Blind, e soprattutto da cinque stranieri acquistati negli ultimi anni con grande lungimiranza: l’esterno offensivo Hakim Ziyech, marocchino nato in Olanda e arrivato tre stagioni fa dal Twente, l’altro esterno David Neres, brasiliano di San Paolo, il terzino argentino Nicolas Tagliafico e infine il serbo Dusan Tadic, trequartista offensivo polivalente che nella vittoria contro il Real Madrid ha disputato una partita magistrale, giocando sia al centro dell’attacco che all’esterno, dopo l’ingresso della punta Kasper Dolberg, altro talento allevato dall’Ajax.

Questa squadra si è presentata al Santiago Bernabeu, lo stadio che ha visto i maggiori successi europei degli ultimi anni, giocando per recuperare una sconfitta per 2-1 subita all’andata. Ha disputato una partita brillante mantenendo sempre la sua organizzazione di gioco: questo è bastato per schiacciare un Real Madrid in evidente difficoltà, peraltro privo del suo capitano, il difensore Sergio Ramos, e forse già provato dalle due sconfitte consecutive subite in casa nell’ultima settimana contro il Barcellona. Per un ciclo che forse si apre, un altro, quello del Real Madrid, si è probabilmente chiuso.