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  • Venerdì 15 febbraio 2019

Il blocco delle pubblicità dall’estero deciso da Facebook per la Nigeria può essere aggirato

Dovrebbe fermare notizie false e propaganda a pochi giorni dal voto di sabato, ma Al Jazeera ha mostrato che il sistema fa acqua

di Nadia Corvino

Sostenitori del presidente nigeriano Buhari ad Abuja, Nigeria. (AP Photo/Ben Curtis)
Sostenitori del presidente nigeriano Buhari ad Abuja, Nigeria. (AP Photo/Ben Curtis)

Un’inchiesta di Al Jazeera ha dimostrato che le regole del sistema automatico di approvazione delle inserzioni pubblicitarie di Facebook possono essere aggirate, specialmente per quanto riguarda le inserzioni politico-elettorali o che riguardano notizie false. L’indagine riguarda la Nigeria, dove si vota sabato per le elezioni presidenziali. Lo scorso gennaio tramite un comunicato Facebook aveva comunicato che – per evitare interferenze straniere sul voto – avrebbe temporaneamente disabilitato la possibilità di comprare dall’estero pubblicità politiche rivolte verso la Nigeria nel periodo precedente al voto. Al Jazeera ci è riuscita lo stesso.

Le pubblicità, scrive Al Jazeera, inizialmente sono state rifiutate dal sistema di Facebook, ma sono bastati dei piccoli cambiamenti per farle approvare: eppure non doveva essere possibile visto che le inserzioni erano rivolte alle persone in Nigeria ma venivano acquistate in Qatar. Una delle pubblicità contenente una notizia falsa che Al Jazeera è riuscita a farsi approvare – e che ha subito disattivato – lasciava intendere che avrebbe concorso alla presidenza della Nigeria anche un candidato affiliato con il gruppo terroristico Boko Haram.

Il blocco annunciato da Facebook sarebbe dovuto servire a prevenire la diffusione di disinformazione e notizie false nel periodo precedente alle elezioni, oltre a possibili interferenze provenienti da paesi esteri. Il nuovo sistema avrebbe dovuto funzionare sia per le elezioni in Nigeria che per le elezioni presidenziali in Ucraina, che si svolgeranno il prossimo marzo. Misure simili sono state annunciate anche per le elezioni che si svolgeranno in India ad aprile e per le elezioni europee di maggio.

Anche le altre pubblicità che Al Jazeera è riuscita a farsi approvare contenevano notizie false: una sosteneva che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avesse espresso il suo sostegno per Atiku Abubakar, il maggior esponente dell’opposizione, un’altra che il termine per il ritiro delle tessere elettorali sarebbe stato prorogato di una settimana. Al Jazeera ha specificato di aver disattivato le pubblicità subito dopo l’approvazione, in modo che non venissero visualizzate da nessuno.

Le elezioni in Nigeria si svolgeranno il 16 febbraio, e serviranno ad eleggere un nuovo presidente oltre a nuovi rappresentanti dell’Assemblea Nazionale, composta da Camera e Senato. I principali candidati sono l’attuale presidente Muhammadu Buhari, esponente del partito Congresso di Tutti i Progressisti e Atiku Abubakar, esponente del Partito Democratico Popolare. Nelle ultime settimane gli scontri violenti tra sostenitori di fazioni opposte hanno causato diversi morti, e c’è la possibilità che le violenze si protraggano anche dopo le elezioni. Entrambi i partiti inoltre sostengono che tramite i social media e gruppi di WhatsApp siano state diffuse notizie false sul proprio partito o sui suoi esponenti, tra cui la notizia falsa che l’attuale presidente Buhari sia stato sostituito con un suo sosia.

Per pubblicare inserzioni pubblicitarie su Facebook – i post “sponsorizzati” – bisogna utilizzare il sistema Facebook Ads Manager, che permette di scegliere come destinataria un’audience specifica in termini di età, interessi e locazione geografica. L’audience potenziale che le pubblicità di Al Jazeera avrebbero potuto raggiungere in Nigeria era stimata dal sistema, prima della pubblicazione, tra i 7 e i 17 milioni di persone.

Un portavoce di Facebook, contattato successivamente da Al Jazeera, ha affermato che il blocco è finalizzato a impedire la diffusione di notizie false prima delle elezioni, ma che non esiste ancora una soluzione ottimale per risolvere questo problema. Il portavoce ha affermato che Facebook ha preso anche altre misure di sicurezza, come la collaborazione con un gruppo di fact-checker del posto e l’introduzione di nuove opzioni per segnalare contenuti inappropriati sia in inglese che in hausa, una delle lingue nigeriane più parlate nel paese. Infine il portavoce ha sostenuto che se i post pubblicizzati non fossero stati subito disattivati da Al Jazeera avrebbero probabilmente ricevuto una distribuzione limitata (o nessuna distribuzione) perché violavano le politiche di Facebook.