Santiago Abascal, leader del partito di estrema destra Vox, a Madrid (OSCAR DEL POZO/AFP/Getty Images)

Il sorprendente risultato dell’estrema destra in Andalusia

Vox, partito nazionalista e anti-immigrazione, è entrato per la prima volta in un Parlamento spagnolo, e potrebbe far parte della nuova giunta andalusa

Domenica si sono tenute le elezioni locali in Andalusia, la regione più a sud della Spagna governata da 36 anni dal Partito socialista (PSOE), il principale partito di sinistra spagnolo. Il risultato del voto è stato sorprendente e inaspettato: il PSOE, che era dato molto avanti nei sondaggi, è rimasta la forza politica più votata, ma ha perso 14 seggi rispetto alle ultime elezioni, quelle del 2015, e quasi sicuramente non sarà in grado di formare un nuovo governo. Per la prima volta in Spagna, inoltre, il partito di estrema destra Vox ha ottenuto i voti necessari per essere rappresentato in un Parlamento: con i suoi 12 seggi (400mila voti), Vox garantirà probabilmente la formazione di un governo di destra in Andalusia, una cosa che fino a ieri sembrava quasi impossibile.

Le elezioni di domenica erano state convocate in anticipo dalla presidente uscente dell’Andalusia, Susana Díaz (PSOE), convinta dai sondaggi che quella di domenica sarebbe stata una vittoria facile. «Il risultato di ieri, invece, si è dimostrato un terremoto politico», ha scritto il quotidiano spagnolo País. Ci sono diverse cose da dire sul voto andaluso.

Anzitutto che le elezioni sono state vinte dalla destra: i tre partiti di destra più votati, Partito popolare (PP), Ciudadanos e Vox, hanno ottenuto insieme 59 seggi, superando di poco la maggioranza fissata a 55 seggi. All’interno di questo schieramento, il Partito Popolare ha resistito all’avanzata di Ciudadanos, che puntava a diventare il primo partito di destra in Andalusia, anche se ha ottenuto il secondo risultato peggiore della sua storia in termini percentuali. Dopo la diffusione dei risultati, sia il PP che Ciudadanos hanno proposto di guidare la giunta di destra che potrebbe nascere nelle prossime ore: per ora non è chiaro cosa succederà, anche se Juan Manuel Moreno, candidato del PP, sembra essere il favorito, proprio alla luce del maggior numero di seggi ottenuti.

Il Partito socialista (PSOE) ha ottenuto 33 seggi, il Partito popolare (PP) 26, Ciudadanos 21, Adelante Andalucía (AA) 17, Vox 12 (grafica del Diario)

Un discorso a parte va fatto invece per Vox, partito di estrema destra fondato alla fine del 2013 da Santiago Abascal, ex parlamentare del Partito Popolare nel Parlamento dei Paesi Baschi.

Vox è un partito con una forte componente nazionalista, anti-femminista, populista e anti-immigrazione. Nell’ultimo anno ha aumentato la sua popolarità soprattutto sfruttando la crisi catalana, proponendosi come la forza politica più dura e intransigente contro gli indipendentisti che organizzarono nell’ottobre 2017 il referendum sull’indipendenza della Catalogna e poi dichiararono la secessione unilaterale della regione della Spagna (dichiarazione che non ebbe alcun seguito).

Uno dei punti centrali della campagna elettorale di Vox è stata l’idea della “reconquista” (riconquista) dell’Andalusia, ovvero togliere la regione spagnola dal controllo del PSOE: «Grazie a Vox è terminato il giorno della marmotta in Andalusia», ha detto Francisco Serrano, capolista del partito alle elezioni del 2 dicembre. La stessa idea era stata espressa da un video elettorale molto particolare, che mostrava Abascal (leader di Vox) a cavallo in territorio andaluso, con in sottofondo la musica del Signore degli Anelli: nel tweet che conteneva il video, Vox aveva scritto: «La Riconquista inizierà in terra andalusa».

Le cose sono andate molto meno bene a sinistra, dove il risultato del PSOE è stato disastroso e quello di Adelante Andalucía – coalizione elettorale che include Podemos e altre formazioni di sinistra – è stato inferiore alle aspettative.

La grande sconfitta di queste elezioni è stata Susana Díaz, presidente uscente dell’Andalusia e leader del PSOE andaluso. All’interno del PSOE nazionale, che oggi è al governo in Spagna con Pedro Sánchez, non c’è una posizione netta sul risultato del voto, anche perché negli ultimi anni il dibattito si è basato spesso proprio sulla rivalità tra Díaz e Sánchez. Secondo i vertici del partito, ha scritto il quotidiano spagnolo Diario, il pessimo risultato in Andalusia sarebbe stato dovuto alla campagna elettorale di bassa intensità realizzata da Díaz, convinta di vincere le elezioni a mani basse; secondo il cosiddetto susanismo, il movimento dei sostenitori di Díaz, il PSOE andaluso avrebbe pagato la posizione di Sánchez di fronte al tema dell’indipendentismo catalano, definita dalle destre troppo “morbida”. Il Diario ha definito i risultati di domenica come una «morte politica» per Susana Díaz.

La situazione in Andalusia potrebbe farsi più chiara nei prossimi giorni, quando Ciudadanos dirà se intende appoggiare un governo con Vox guidato dal PP: guardando ai numeri, sembrano comunque non esserci altre soluzioni per arrivare a una maggioranza dei seggi. Servirà tempo anche per capire quali saranno le conseguenze a livello nazionale, tanto per la popolarità del governo Sánchez quanto per un’eventuale ulteriore crescita di Vox in altre regioni spagnole.

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