Non è stato ritrovato un quadro di Picasso rubato nel 2012

Qualcuno pensava di sì, ma è un falso usato da un collettivo artistico belga per promuovere il suo spettacolo teatrale

Una foto scattata nell'ottobre 2012 mostra lo spazio lasciato vuoto dal quadro di Matisse "La liseuse en blanc et jaune" al Kunsthal di Rotterdam, in Olanda.
(AP Photo/Peter Dejong, File)
Una foto scattata nell'ottobre 2012 mostra lo spazio lasciato vuoto dal quadro di Matisse "La liseuse en blanc et jaune" al Kunsthal di Rotterdam, in Olanda. (AP Photo/Peter Dejong, File)

Un quadro ritrovato in questi giorni in Romania – di cui in molti avevano parlato come di un possibile quadro di Pablo Picasso rubato nel 2012 – è in realtà un falso, usato per promuovere uno spettacolo teatrale su un noto falsario. Lo spettacolo si chiama True Copy, parla del falsario olandese Geert Jan Jansen ed è stato organizzato dal collettivo belga BERLIN. Il collettivo ha detto la verità dopo che il 18 novembre diversi giornali stranieri e italiani avevano parlato del ritrovamento di un possibile quadro di Picasso, che si pensava fosse “Testa di Arlecchino”.

“Testa di Arlecchino”, dipinto da Picasso nel 1971, fu rubato nell’ottobre 2012 dal museo Kunsthal di Rotterdam, nei Paesi Bassi, insieme ad altri sei quadri: un Gauguin (“Ragazza davanti a una finestra aperta”, 1898), un Matisse (“Ragazza che legge in bianco e giallo”, 1919), un quadro di Lucian Freud del 2002 (“Donna con gli occhi chiusi”), due di Claude Monet (“Il ponte di Waterloo a Londra” e “Il ponte di Charing Cross a Londra”, realizzati tra il 1899 e il 1904) e un autoritratto del pittore olandese Meyer de Haan, del 1890 circa. I ladri misero fuori uso i sistemi di allarme e in un paio di minuti entrarono da un’uscita di emergenza, staccarono i quadri e se ne andarono portandoli con sé. I quadri facevano parte della collezione di un ricco investitore olandese, Willem Cordia, e sarebbero rimasti al Kunsthal per una sola settimana.

I quadri valevano nel complesso decine di milioni di euro ma, essendo di pittori così noti, sono tra quelle opere che è quasi impossibile vendere fuori dai canali ufficiali: è difficile trovare qualcuno disposto a diventare proprietario di opere di questa importanza e valore di cui manca tutta la documentazione che ne certifica l’autenticità e la provenienza legale. Fu comunque uno di quei furti di cui si parlò come di “furto del secolo”, anche perché avvenne in un secolo appena iniziato. Nel 2013 furono arrestati quattro uomini rumeni e la madre di uno di loro disse di essersi spaventata e di aver quindi bruciato i quadri per eliminare le prove, ma ha poi ritrattato questa sua versione.

Una foto rilasciata dalla polizia di Rotterdam mostra il dipinto di Pablo Picasso “Testa di arlecchino” del 1971, dopo il furto alla Kunsthal di Rotterdam nell’ottobre 2012. (AP Photo/Police Rotterdam)

Tra i molti che si occuparono del furto ci fu Mira Feticu, scrittrice di origini rumene che vive nei Paesi Bassi ed è autrice di un romanzo ispirato al furto. È a lei che il collettivo Berlin aveva scritto una lettera a inizio novembre dicendo, in forma anonima, che avrebbe trovato il “Testa di Arlecchino” di Picasso in un punto preciso sotto una roccia di una foresta della Romania, vicino al luogo d’origine degli uomini arrestati per il furto. Feticu era quindi andata lì, accompagnata da un amico, e dopo aver trovato il quadro lo aveva fatto avere all’ambasciata olandese di Bucarest. La notizia del ritrovamento ha iniziato a girare dopo che la mattina del 18 novembre l’agenzia rumena che si occupa di criminalità organizzata aveva comunicato la cosaspiegando però che poteva comunque trattarsi di un falso e non erano ancora state fatte le necessarie verifiche.