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  • Sabato 14 aprile 2018

Un altro venerdì di proteste nella Striscia di Gaza

Un palestinese è stato ucciso dai tiratori scelti israeliani e oltre 200 sono stati feriti, nel giorno finora meno violento dall'inizio delle manifestazioni

Manifestanti palestinesi in mezzo ai lacrimogeni. (AP Photo/ Khalil Hamra)
Manifestanti palestinesi in mezzo ai lacrimogeni. (AP Photo/ Khalil Hamra)

Un manifestante palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano e altri 233 sono stati feriti durante il terzo venerdì di proteste nella Striscia di Gaza, ha detto il ministero della Salute palestinese. Le proteste, come nei due venerdì precedenti, si sono svolte in cinque posti diversi lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza, e hanno coinvolto circa 10mila persone: sono state meno partecipate delle altre volte, e sono quelle che hanno provocato la reazione meno dura dell’esercito israeliano, finora.

Soldati israeliani appostati dietro il confine durante le proteste. (AP Photo/Ariel Schalit)

Nelle due giornate di proteste che si sono svolte nelle scorse settimane erano morte oltre trenta persone, e oltre 2mila erano state ferite: l’esercito israeliano aveva disposto tiratori scelti lungo il confine, dichiaratamente per sparare sui manifestanti che provavano a raggiungere la recinzione che protegge il confine, ma che in realtà avevano fatto fuoco anche quelli disarmati. Uno di questi, il giornalista Yaser Murtaja, è stato ucciso mentre indossava un giubbotto con la scritta “PRESS” ad almeno 100 metri dal confine. Il manifestante morto venerdì si chiamava Islam Herzallah, aveva 28 anni ed è stato colpito da un cecchino allo stomaco. È stato ferito anche un giornalista che stava lavorando, Ahmad Abu Hussein, colpito da un proiettile al petto.

Come nelle proteste precedenti, l’esercito israeliano ha usato anche proiettili di gomma e lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che a loro volta hanno bruciato dei copertoni per impedire la visuale ai tiratori scelti. Secondo Israele ci sono stati molti tentativi di oltrepassare il confine, oltre il quale in alcuni siti delle proteste ci sono insediamenti israeliani, e in certi casi i manifestanti palestinesi hanno lanciato esplosivi e molotov. Attivisti palestinesi hanno detto che dei lacrimogeni sono stati lanciati anche in una tenda medica vicino a Khan Yunis, uno dei luoghi delle proteste, intossicando dieci soccorritori.

Due manifestanti con delle bandiere della Palestina. (AP Photo/Adel Hana)

Mercoledì l’aviazione israeliana aveva bombardato un obiettivo di Hamas a Gaza, uccidendo un miliziano di Hamas, il gruppo politico-terrorista che controlla la Striscia di Gaza. L’esercito ha detto che se Hamas non terminerà le violenze, colpirà altri obiettivi. In larga parte, però, le proteste sono state pacifiche, e hanno partecipato decine di migliaia di persone. Nelle intenzioni degli organizzatori, fra cui c’è anche Hamas, le proteste proseguiranno ogni settimana fino all’inaugurazione della nuova ambasciata statunitense a Gerusalemme, prevista per il 14 maggio. Per gli israeliani il 14 maggio è il giorno dell’Indipendenza, quello in cui festeggiano la vittoria nella guerra arabo-israeliana del 1948. I palestinesi invece celebrano il 15 maggio il giorno della nakba – “la catastrofe” – cioè quello in cui molti di loro furono costretti a lasciare le proprie case, finite in territorio israeliano. Sono stati allestiti dei campi di tende lungo il confine, e sono previste nuove manifestazioni ogni venerdì.

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