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  • Mercoledì 28 marzo 2018

L’Ecuador ha tolto l’accesso a Internet a Julian Assange

Per avere «messo a rischio» le relazioni diplomatiche del paese con i suoi tweet dall'ambasciata del paese a Londra

(ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)
(ADRIAN DENNIS/AFP/Getty Images)

Mercoledì il governo dell’Ecuador ha detto di avere tolto l’accesso a internet a Julian Assange, fondatore di Wikileaks che dall’estate del 2012 vive nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per aver violato un accordo stretto alla fine del 2017 che gli proibiva di usare i social network per interferire negli affari degli altri paesi. In un comunicato, il governo ha detto che il comportamento di Assange sui social network «mette a rischio le buone relazioni che l’Ecuador mantiene con il Regno Unito, con l’Unione europea e con le altre nazioni». L’ultimo tweet di Assange risale a martedì pomeriggio. Non è chiaro se quella dell’Ecuador sia una decisione temporanea.

L’Ecuador non ha specificato quali post di Assange abbiano infrante questo accordo, ma recentemente il fondatore di Wikileaks aveva criticato su Twitter gli  arresti dei leader indipendentisti catalani e le espulsioni di diplomatici russi da vari paesi europei seguite all’avvelenamento della spia Sergei Skripal, per il quale è sospettata la Russia. Assange aveva inizialmente cercato asilo nell’ambasciata ecuadoriana per evitare una richiesta di estradizione da parte della Svezia, che lo vuole interrogare circa episodi di presunte violenze sessuali nei confronti di due donne avvenuti nel 2010. La Svezia da allora ha detto che ha rinunciato a perseguirlo, ma Assange teme che se uscirà dall’edificio verrà arrestato ed estradato negli Stati Uniti per essere interrogato su Wikileaks.

L’Ecuador aveva già limitato l’accesso a internet ad Assange nel 2016, per avere interferito nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti con la pubblicazione di email e documenti riservati sul conto di Hillary Clinton. Da tempo, l’Ecuador sta anche cercando di risolvere il problema della sua permanenza nell’ambasciata a Londra, cercando una soluzione diplomatica che eviti il suo arresto.