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  • Giovedì 26 ottobre 2017

Le tre opzioni di Carles Puigdemont

Oggi il presidente catalano è stato sul punto di convocare elezioni anticipate, rinunciando alla dichiarazione d'indipendenza, ma l'annuncio è già stato rimandato due volte

Il presidente catalano Carles Puigdemont al palazzo del governo a Barcelona, il 24 ottobre 2017 (JOSEP LAGO/AFP/Getty Images)
Il presidente catalano Carles Puigdemont al palazzo del governo a Barcelona, il 24 ottobre 2017 (JOSEP LAGO/AFP/Getty Images)

Questa mattina il presidente catalano Carles Puigdemont ha deciso di uscire dalla crisi in Catalogna convocando elezioni anticipate per il 20 dicembre. La notizia non è ancora stata ufficializzata, ma è stata confermata da diversi esponenti della coalizione di governo e da un comunicato diffuso dall’ufficio del ministero degli Esteri catalano. La decisione di Puigdemont è arrivata in maniera inaspettata e sta provocando la reazione delusa e furiosa di molti indipendentisti: fino a questa mattina presto, infatti, l’ipotesi più accreditata era che Puigdemont facesse una dichiarazione unilaterale d’indipendenza di fronte al Parlamento, nella sessione che dovrebbe iniziare oggi alle 17 e andare avanti fino a domani. Dopo molti incontri e riunioni con gli altri leader indipendentisti, Puigdemont ha deciso però diversamente, considerando la convocazione di elezioni anticipate come l’unico modo per evitare che il governo spagnolo applichi le misure dell’articolo 155 della Costituzione, cioè quello che dà allo stato il potere di costringere una comunità autonoma a rispettare la legge.

Puigdemont avrebbe dovuto fare una dichiarazione istituzionale per annunciare la convocazione alle 13.30 di oggi. La dichiarazione è stata rimandata una prima volta alle 14.30, e poi sospesa. Non è chiaro il motivo, anche se alcuni giornalisti spagnoli ipotizzano che Puigdemont stia cercando di ottenere la garanzia dal governo di Madrid che non verrà applicato l’articolo 155 della Costituzione, una volta convocate elezioni anticipate. Per il momento sembra che questa certezza ancora non ci sia.

In altre parole, non è ancora chiaro come proseguirà la crisi catalana. Puigdemont ha ancora diverse opzioni sul tavolo. Ecco gli scenari possibili, partendo da una eventuale dichiarazione d’indipendenza (ora lo scenario meno probabile) fino ad arrivare alla convocazione di elezioni anticipate (il più probabile).

1. Puigdemont dichiara l’indipendenza
Ieri Oriol Junqueras, vicepresidente catalano e leader del partito indipendentista Esquerra Republicana (ERC), ha esplicitamente detto che il governo spagnolo non ha dato altre possibilità a quello catalano che dichiarare l’indipendenza. Sempre ieri, Puigdemont ha fatto sapere che non sarebbe andato a parlare al Senato spagnolo, come gli avevano chiesto diversi politici nazionali e locali, una mossa che è stata interpretata da alcuni come una definitiva chiusura dei canali di comunicazione tra le due parti. Puigdemont ha sintetizzato le ragioni della sua decisione in un post su Instagram: «Non perderemo tempo con coloro che hanno deciso di distruggere l’autogoverno della Catalogna. Andiamo avanti! #RepubblicaCatalana». Puigdemont si riferiva alla decisione del governo spagnolo di approvare misure molto dure nell’ambito dell’articolo 155 della Costituzione.

https://www.instagram.com/p/BarQvh7hsIV/?taken-by=carlespuigdemont

Non è ancora chiaro in che modo verrà dichiarata l’indipendenza, se si dovesse decidere di seguire questa via. Per esempio non è ancora stato deciso se la dichiarazione sarà fatta solo da Puigdemont o se sarà anche votata dal Parlamento. Nella pratica non cambia tantissimo: sarebbe comunque una dichiarazione ritenuta legale e legittima dalla maggioranza del Parlamento catalano, indipendentista, ma illegale e illegittima dal governo spagnolo. Le due vie potrebbero però avere conseguenze legali diverse. La procura generale spagnola ha già detto di essere pronta ad accusare Puigdemont di ribellione, nel caso dichiarasse l’indipendenza (il reato di ribellione prevede fino a 30 anni di carcere), ma procedimenti penali simili potrebbero anche essere avviati contro i parlamentari che decideranno di votare la dichiarazione d’indipendenza.

In caso di dichiarazione d’indipendenza, il fronte anti-indipendentista rimarrebbe compatto. Sia il Partito Socialista (PSOE, sinistra) che Ciudadanos (destra) appoggeranno il governo guidato da Mariano Rajoy, del Partito Popolare (PP, destra). Podemos, invece, prenderebbe le distanze dal governo catalano ma continuerebbe a non appoggiare l’applicazione dell’articolo 155.

2. Puigdemont dichiara l’indipendenza e convoca elezioni costituenti
È una soluzione di cui si parla da giorni e che è stata ipotizzata per “ammorbidire” gli effetti di una eventuale dichiarazione d’indipendenza: permetterebbe al governo catalano di applicare gli effetti del referendum sull’indipendenza dell’1 ottobre, come promesso in precedenza, ma al tempo stesso darebbe qualcosa a chi chiede che si torni a votare per capire quanto appoggio effettivamente ci sia in Catalogna verso l’indipendenza.

Le elezioni servirebbero a formare un’Assemblea costituente che verrebbe incaricata di scrivere la nuova Costituzione della Repubblica catalana. Non sembra comunque che i partiti cosiddetti “unionisti e costituzionalisti” siano disposti a considerare la convocazione di elezioni costituenti come un mezzo passo indietro del governo catalano: da quanto si sa finora, la loro reazione sarebbe identica a quella che avrebbero con la sola dichiarazione d’indipendenza: appoggiare le misure dell’articolo 155 della Costituzione.

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, a sinistra, e il leader del PSOE Pedro Sanchez, a Madrid, il 7 settembre (PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images)

3. Puigdemont non dichiara l’indipendenza e convoca elezioni autonomiche
Una possibilità che il governo catalano sta valutando da giorni è quella di non dichiarare l’indipendenza per evitare l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, che di fatto sospende l’autogoverno in Catalogna. Puigdemont potrebbe convocare invece “elezioni autonomiche” anticipate, ovvero elezioni per rinnovare il Parlamento catalano. Da questa mattina l’opzione delle elezioni anticipate sembra essere quella più probabile. Ci sono diverse cose da dire al riguardo.

Primo. Convocare elezioni anticipate è vista dal fronte indipendentista come una enorme sconfitta: annullerebbe di fatto il lavoro dell’ultima legislatura, che si era impegnata a creare le condizioni per una Catalogna indipendente. Al momento, però, sembra essere l’unica via per provare a fermare l’applicazione dell’articolo 155, che per come è stato pensato dal governo spagnolo trasferirebbe la maggior parte delle competenze del governo catalano a quello centrale di Madrid.

Secondo. La convocazione di elezioni anticipate potrebbe non essere sufficiente a fermare l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. Nei giorni scorsi diversi esponenti del governo spagnolo hanno detto che Puigdemont dovrà essere chiaro nel dire che non c’è stata e non ci sarà alcuna dichiarazione d’indipendenza, e che in futuro il governo catalano rispetterà le leggi spagnole e la Costituzione. Solo in questo caso il PP valuterà la possibilità di sospendere l’applicazione dell’articolo 155. Quello che chiede il PP a Puigdemont viene però visto dalla maggioranza degli indipendentisti come un gesto umiliante e difficilmente Puigdemont accetterà di seguire questa via.

Il leader di Podemos Pablo Iglesias, a destra, e la deputaata Irene Montero, al Parlamento spagnolo l’1 ottobre (JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images)

Terzo. Mentre in caso di dichiarazione di indipendenza il fronte “costituzionalista” sembra essere compatto, non si può dire lo stesso se si dovesse decidere di non dichiarare l’indipendenza e di convocazione di elezioni autonomiche anticipate. Il PSOE ha già detto che se Puigdemont non dichiarerà l’indipendenza e convocherà elezioni anticipate, i Socialisti ritireranno l’appoggio all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione. A quel punto la linea dura del PP sarebbe appoggiata solo da Ciudadanos, e osteggiata dal PSOE e da Podemos. Nella pratica però non cambierebbe molto: il PP ha da solo la maggioranza per approvare in Senato le misure dell’articolo 155 della Costituzione.

Quindi?
Quindi non è chiaro cosa succederà tra oggi e domani. Puigdemont, indipendentista da sempre, sta cercando un modo per evitare l’applicazione dell’articolo 155, una misura che potrebbe avere conseguenze durature per l’autogoverno e l’autonomia della Catalogna. Secondo il quotidiano catalano Vanguardia, Puigdemont avrebbe fatto quattro richieste al governo spagnolo per abbandonare l’idea della dichiarazione d’indipendenza: non applicare l’articolo 155; liberare dal carcere i due leader indipendentisti Jordi Sánchez e Jordi Cuixart; frenare l’azione della procura generale spagnola contro i leader indipendentisti; e ritirare gli agenti della Guardia civile e della Polizia nazionale impiegati in via eccezionale in Catalogna. Finora, sembra, senza ricevere risposte o aperture da parte del governo spagnolo.