Il Sì ha vinto al referendum per l’indipendenza della Catalogna, ritenuto illegale dal governo spagnolo e dal Tribunale Costituzionale, con 2.020.144 voti, pari al 90,09 per cento. Il governo locale ha annunciato che le schede non sequestrate e scrutinate sono state 2.262.424. Il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, ha annunciato che i catalani si sono «guadagnati il diritto di avere uno stato indipendente» e ha spiegato che i risultati verranno passati al Parlamento per procedere con la secessione.
Intorno alle 20 il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha invece detto che domenica in Catalogna «non c’è stato nessun referendum» e ha ringraziato le persone che non hanno partecipato, definendole «la stragrande maggioranza».
In Catalogna erano previsti 2.315 seggi, di cui 207 a Barcellona; la polizia spagnola ne ha chiusi circa 300. Mentre la polizia catalana non ha bloccato le operazioni di voto, quella spagnola è entrata in vari seggi – anche con la forza, e ci sono stati scontri e feriti – per requisire le urne e il materiale elettorale. Secondo il Dipartimento della Salute catalano, 844 persone hanno ricevuto assistenza medica dopo gli scontri ai seggi in cui la polizia spagnola ha cercato di sequestrare urne e materiali elettorali.
Domenica mattina le autorità catalane avevano segnalato inoltre problemi al sistema informatico che gestisce il registro degli elettori, forse per via di attacchi informatici esterni. Le operazioni di voto sono andate avanti comunque senza gravi problemi nella gran parte dei seggi e delle città della Catalogna; le operazioni di voto ufficialmente si sono concluse alle 20.
Non è chiaro cosa accadrà dopo la proclamazione dei risultati, visto che la Spagna non riconoscerà l’esito del referendum. Non esistono precedenti simili cui fare riferimento, e anche il diritto internazionale in una circostanza come questa conta fino a un certo punto.
Gli aggiornamenti pubblicati dal Post nella giornata del referendum.
Il momento in cui in Placa de Catalunya si annuncia che il sì ha vinto con 2.020.144 voti (più del 90%) pic.twitter.com/yzRjjrZhUT
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Il governo locale ha comunicato i dati del referendum di domenica:
• le schede non sequestrate e contate sono state 2.262.424;
• i Sì sono stati 2.020.144 (90,09 per cento)
• i No sono stati 176.565 (7,87 per cento)
• le restanti sono schede bianche o nulle.
#Portaveu @jorditurull: "A favor del Sí: 2.020.144 (90,09%), del No 176.565 (7,87%), en Blanc 45.586 (2,03%) i 20.129 Nuls (0,89%)” #1OCT
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
A distanza di quasi tre ore dalla chiusura dei seggi non sappiamo quasi nulla dei risultati, a testimonianza delle difficoltà organizzative con cui hanno dovuto fare i conti le autorità catalane. Il governo non ha diffuso dati ufficiali, e anche i giornali stanno facendo molta fatica a raccogliere dati su affluenza e voti reali. L’Asamblea Nacional Catalana, una importante associazione politica indipendentista, ha detto che i risultati non verranno diffusi nelle prossime ore; ad alcuni giornalisti spagnoli risulta però che potrebbero essere diffusi intorno a mezzanotte.
YouTrend sta provando a fare qualche stima con i dati che riesce a trovare:
Aggiornamento affluenza generale: 48,4%#ReferendumCatalogna #maratonamentana
— YouTrend (@you_trend) October 1, 2017
? Conteggio parziale (49 mila voti):
Sì 91,1%
No 8,9%#ReferendumCatalogna #maratonamentana— YouTrend (@you_trend) October 1, 2017
Il discorso del presidente catalano è stato più breve di quello di Rajoy: ha ringraziato i catalani che hanno votato, ricordato i feriti e criticato le violenze delle autorità spagnole. Puigdemont ha aggiunto che i catalani si sono “guadagnati il diritto di avere uno stato indipendente” e spiegato che i risultati verranno passati al Parlamento per procedere con la secessione.
▶️#President @KRLS: “Ens hem guanyat dret a tenir un estat independent que es constitueixi en forma de república” #1OCT pic.twitter.com/MS3avqbsc7
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
"Ci siamo guadagnati il diritto di avere uno stato indipendente" dice Puigdemont #CatalanReferendum
— Eugenio Cau (@eugenio_cau) October 1, 2017
Puigdemont ha registrato un messaggio video, proiettato anche in Plaza de Catalunya.
Messaggio istituzionale di Puidgemont pic.twitter.com/Bbnxufxdui
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
A breve dovrebbe parlare anche il presidente catalano Carles Puigdemont.
Plaza Catalunya, ora pic.twitter.com/Z8XRbY5C0W
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
In Placa de Catalunya si aspettano i risultati pic.twitter.com/T1OWCK4FQj
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Poco dopo Rajoy ha parlato alla stampa anche il leader dei socialisti spagnoli Pedro Sánchez, che ha criticato il governo per la gestione di questi giorni e lo ha invitato a “negoziare, negoziare, negoziare”.
CATALONIA: PSOE leader Sánchez, without naming Rajoy, says "doing nothing is the worst way of solving any problem".
— The Spain Report (@thespainreport) October 1, 2017
Siamo in attesa dei primi risultati, che dovrebbero arrivare intorno alle 22. Più in generale, da quando hanno chiuso i seggi la situazione è piuttosto tranquilla.
Una volta finito lo spoglio, qualcuno si porta le urne a casa, per ricordo.
La gente se fotografía con las urnas del #CatalanReferendum. Se las llevan a casa, dicen https://t.co/6lv0Z36Gw7 pic.twitter.com/forrUopH5O
— J. J. Gálvez (@jjimenezgalvez) October 1, 2017
Molti sì, qualche no pic.twitter.com/OZFzLQTwbY
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Poco dopo la chiusura dei seggi in Catalogna, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha tenuto una conferenza stampa molto dura. Ha iniziato dicendo che oggi “non c’è stato nessun referendum”, contestando cioè la legittimità del voto; poi è passato ad incolpare il governo catalano per la situazione attuale, accusandolo di aver rifiutato ogni compromesso.
Rajoy ha anche ringraziato i catalani che non sono andati a votare – «la stragrande maggioranza» – e difeso le azioni delle forze spagnole (che in diversi casi ben documentati hanno ostacolato le operazioni di voto con la forza). Il primo ministro spagnolo ha concluso annunciando che domani terrà un altro discorso in Parlamento.
Conta dei voti a Jujol pic.twitter.com/CBDwxjnCzl
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
– Si è votato oggi in Catalogna per un referendum sull’indipendenza dalla Spagna, referendum giudicato illegale dal Tribunale Costituzionale spagnolo, l’equivalente della nostra Corte Costituzionale.
– Le operazioni di voto si sono concluse alle 20, ma i seggi restano aperti fino allo smaltimento di eventuali code.
– Secondo il Dipartimento della Salute catalano, 761 persone sono state ferite negli scontri ai seggi in cui la polizia spagnola ha cercato di sequestrare schede, urne e materali elettorali. Gli scontri si sono verificati soprattutto a Barcellona. Circa 330 seggi su oltre 2.000 sono stati chiusi dalla polizia, ma i cittadini catalani potevano scegliere in quale seggio votare.
Ferits durant el #referèndum de #1OCT a Catalunya (19.30h) #CatalanReferendum pic.twitter.com/slGsQGQMuW
— Salut (@salutcat) October 1, 2017
– Secondo i sondaggi la maggior parte dei catalani era favorevole al referendum ma sull’indipendenza l’opinione pubblica locale è piuttosto divisa, anche se pochi osservatori mettono in dubbio una vittoria del sì.
– Non è chiaro cosa accadrà dopo la proclamazione dei risultati, visto che la Spagna non riconoscerà l’esito del referendum e il Tribunale Costituzionale lo ha giudicato illegittimo. Non esistono precedenti chiari a cui fare riferimento, e anche il diritto internazionale in una circostanza come questa conta fino a un certo punto. Se volete approfondire, leggete qui.
– Si attende a breve una conferenza stampa del primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, del quale oggi molti politici catalani hanno chiesto le dimissioni.
– Elena Zacchetti e Stefano Vizio del Post sono a Barcellona e stanno raccontando e mostrando la giornata ai seggi e in città su Instagram.
Una faccia del referendum di oggi è quella degli scontri ai seggi, un’altra è quella festosa e sollevata come questa.
"Abbiamo votato", al seggio di Jujol si celebra la fine del referendum: ora inizia lo spoglio, i giornalisti possono fermarsi per 10 min pic.twitter.com/b4v4uXaqDu
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Di nuovo a Jujol, Gracia, per vedere come è andata: alle 18 i votanti erano 3255, numero ufficiale, si pensa 3500 a chiusura seggio, alle 20 pic.twitter.com/IuKJXGICrD
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
I risultati probabilmente entro le 22 o poco più tardi, se non ci saranno problemi nello spoglio
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
A Plaza del Sol, la piazza principale di Madrid, c’è una piccola manifestazione a favore dell’indipendenza della Catalogna.
Glad to see people in Madrid asking Rajoy to go and showing support to Catalonia #CatalanReferendum pic.twitter.com/wcAi4Cvx1V
— Irene Baqué de Puig (@irenebaque) October 1, 2017
Per le 20 in Plaza de Catalunya è prevista una nuova manifestazione a favore dell’indipendenza. Alla stessa ora dovrebbero chiudere i seggi.
Alla fine della partita del Barcellona, vinta per 3-0, Piqué l’ha definita la sua «peggiore esperienza da professionista». La partita è stata giocata a porte chiuse dopo che il Barcellona aveva chiesto di rinviarla.
Piqué en @carrusel: "Un partido muy difícil de jugar, la peor experiencia que he tenido como profesional en mi vida, un día muy duro"
— Carrusel Deportivo (@carrusel) October 1, 2017
Il ministero dell’Interno spagnolo ha messo su Twitter un video in cui si vede una persona gettare una sedia addosso a un agente della Guardia civile. L’agente era appena entrato all’interno di un seggio della città di Sant Joan de Vilatorrada, nell’interno della Catalogna, sfondandone la porta.
Cumpliendo la orden judicial, la @guardiacivil se ha encontrado con acoso y agresiones, como esta en Sant Joan de Vilatorrada#EstamosporTI pic.twitter.com/dAqtiKtCy3
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
72 anni, da 50 vive in Catalogna, dice che il referendum è illegale: anche i figli nati qui pensano lo stesso (plaza Catalunya) pic.twitter.com/Vwgztu1EBe
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Nel suo paese vicino a Barcellona oggi hanno votato in un ambulatorio: lei dice che sperava in un intervento della Guardia civil
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Turull ha anche detto che il governo prevede che questa notte saranno contati milioni di voti e per questo non è stato posticipato l’orario di chiusura dei seggi, che quindi resta ufficialmente alle 20.
In una nuova conferenza stampa il portavoce del governo catalano Jordi Turull ha detto che i seggi chiusi sono stati 319. Inizialmente erano previsti 2.315 seggi in tutta la Catalogna.
Il presidente della squadra di calcio del Barcellona, Josep Bartomeu, ha spiegato come si è arrivati alla decisione di giocare a porte chiuse – cioè senza pubblico – la partita di campionato prevista per oggi dal Barcellona contro il Las Palmas. Bartomeu ha spiegato che la società non avrebbe voluto giocare la partita, ma questo avrebbe praticamente comportato una perdita in campionato di sei punti: tre per la partita in sé, che sarebbe stata dichiarata persa a tavolino, più altri tre di penalizzazione. «Abbiamo chiesto alla Liga e ad altre istituzioni di rinviare la partita, ma è stato impossibile, quindi abbiamo deciso di giocare a porte chiuse. Vogliamo che così che il mondo veda quanto stiamo soffrendo e qual è la situazione in Catalogna. Speriamo che questo messaggio raggiunga tutto il mondo». La decisione non è stata semplice – tanto che si parla di dimissioni di due dirigenti per protesta – ed è stata discussa dai dirigenti, dall’allenatore e dai calciatori della squadra. «Ho pensato che la miglior immagine che il Barcellona può dare al mondo è mostrare lo stadio vuoto e lasciare che il mondo per 90 minuti si chieda perché».
In Placa de Catalunya, un isolato manifestante con la bandiera spagnola viene cacciato, scortato dai Mossos pic.twitter.com/QXoBMUvocH
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
L’idea degli abitanti di Montmajor, un piccolo comune nel nord della Catalogna, per proteggere la loro urna elettorale:
Montmajor! pic.twitter.com/FkTnOjgw0r
— Manel Medina (@ManelMedina) October 1, 2017
Un’associazione contraria all’indipendentismo catalano che si chiama Societat Civil Catalana ha messo su Twitter quattro fotografie che mostrano la stessa persona votare in quattro seggi diversi. Non è chiaro di chi si tratti, e non si può escludere che sia un membro dell’associazione stessa impegnato a dimostrare che il sistema usato per assicurarsi che ogni persona voti una volta sola non funziona. Societat Civil Catalana ha messo su Twitter anche altre fotografie che apparentemente mostrano alcune persone votare in due seggi diversi; in questi casi i volti delle persone sono oscurati.
— Soc. Civil Catalana (@Societatcc) October 1, 2017
In giro per Barcellona non si vedono manifesti di propaganda per il No al referendum, quindi in favore dell’unità spagnola, perché chi è contrario all’indipendenza della Catalogna si è impegnato in una campagna per ribadire l’illegalità del referendum e non in una per il No. Per questa stessa ragione i giornali spagnoli hanno parlato a lungo di una «maggioranza silenziosa» per descrivere i catalani contrari all’indipendenza.
Sei magistrati catalani hanno cominciato delle indagini contro i Mossos d’Esquadra per il modo in cui hanno gestito la situazione questa mattina, prima che aprissero i seggi, cioè per il fatto che non sono intervenuti più di tanto e non hanno impedito che il materiale elettorale fosse consegnato nei seggi. Già Enric Millo, il delegato del governo spagnolo in Catalogna, aveva criticato la passività dei Mossos, imputandola alle idee politiche dei membri del corpo di polizia.
I sei magistrati sono di Barcellona, di El Vendrell, La Seu d’Urgell, Lleida, Cerdanyola e Santa Coloma de Gramenet; ognuno di loro ha ricevuto delle denunce contro i Mossos secondo quanto riferito dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna. Quello di Barcellona dovrà indagare anche su una denuncia fatta da un cittadino contro le violenze subite dalla Polizia nazionale in un seggio.
Il dipartimento della Salute catalano ha spiegato dove sono state ferite le 465 persone di cui si è parlato. Quasi la metà nella zona di Barcellona.
Ferits durant el #referèndum de #1OCT a Catalunya (16.30h) #CatalanReferendum pic.twitter.com/8rUkgwBsvJ
— Salut (@salutcat) October 1, 2017
A Sant Joan de Vilatorrada, un paese circa 70 chilometri a nord di Barcellona, è stato filmato un altro diverbio fra la polizia catalana e quella spagnola: gli agenti spagnoli sono entrati in un edificio in tenuta antisommossa nonostante l’opposizione di due poliziotti catalani.
Un @guardiacivil agredeix amb un cop de porra a un @mossos a Sant Joan de Vilatorrada quan anava a demanar explicacions als agents. pic.twitter.com/8WcrE4fZ3I
— SER CATALUNYA (@SERCatalunya) October 1, 2017
Il quotidiano di Barcellona La Vanguardia ha raccontato lo scontro tra la Guardia civile e i cittadini di Aiguaviva, un comune di meno di mille abitanti nel nord della Catalogna. Circa 80 abitanti del paese stavano pranzando insieme sulla piazza davanti al municipio, che era anche la sede del loro seggio elettorale, quando la Guardia civile è arrivata. Gli abitanti di Aiguaviva hanno creato una specie di barriera tenendo le mani alzate davanti all’ingresso del municipio. La Guardia civile ha usato scudi e manganelli contro di loro e anche uno spray lacrimogeno.
Aiguaviva #CatalanReferendum pic.twitter.com/6zQincPPk2
— Núria Folch (@folch_roige) October 1, 2017
L’ultimo aggiornamento ufficiale del ministero dell’Interno spagnolo dice che i seggi chiusi dalla Polizia nazionale e dalla Guardia civile sono 92, che gli agenti feriti sono 12 e che le persone arrestate sono tre: una di queste è una ragazza minorenne.
A esta hora son ya 92 los colegios electorales del referéndum ilegal cerrados por @policia y @guardiacivil en toda Cataluña#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
3 personas, una de ellas menor de edad, han sido detenidas por delitos de desobediencia y atentado a agente de la autoridad#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
Por el momento,9 agentes de @policia y 3de @guardiacivil han resultado heridos mientras cumplían la orden de la jueza del TSJC#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
È difficile fare ipotesi su quello che succederà nelle prossime ore. Non è escluso che si parli di nuovo dell’articolo 155 della Costituzione spagnola: è quello che dà carta bianca al governo per obbligare le comunità autonome a rispettare la legge (e quindi l’irregolarità del voto). Non è chiaro nemmeno se le forze del governo centrale compiranno qualche altra operazione al momento della chiusura dei seggi, visto che nel pomeriggio hanno ridotto la propria presenza.
I seggi elettorali dovrebbero chiudere alle 20, ma la legge dice che nei casi straordinari – come probabilmente questo – possono tenere aperto un’ora in più. Gli scrutatori che hanno parlato con il Post sono tutti abbastanza convinti che all’orario ufficiale di chiusura dei seggi la polizia interverrà per requisire le urne. Nonostante le preoccupazioni su ciò che succederà stasera, l’atmosfera nei seggi di Barcellona è di entusiasmo.
Il dipartimento della Salute catalano ha diffuso un comunicato per dire che in tutta la Catalogna le persone che sono state assistite in ospedale sono 456.
Il quotidiano La Vanguardia ha messo su YouTube un video in cui si vede un uomo ferito a Barcellona mentre vota, indossando ancora il camice datogli in ospedale.
Scuola Fort Pienc, uno dei seggi dove sono state reindirizzate le persone che vivono vicino alla Ramon Llull pic.twitter.com/EBd3KhXETC
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
• A Barcellona e nel resto della Catalogna si continua a votare nonostante alcuni seggi siano stati chiusi dalle forze di polizia spagnole. Nell’ultima conferenza stampa, il governo catalano ha detto che il 96 per cento dei seggi è aperto.
• Sia a Barcellona che altrove ci sono stati scontri tra la Polizia nazionale e la Guardia civile da un lato e i cittadini dall’altro: in questi scontri sono state ferite 91 persone. Una di queste è stata colpita all’occhio ed è in gravi condizioni. In precedenza si era parlato di 337 feriti: questo sarebbe il numero di persone che hanno ricevuto assistenza medica in ospedale secondo il dipartimento della Salute catalano. Anche undici agenti delle forze di polizia sono stati feriti.
• Una storia laterale di cui si è parlato moltissimo nelle ultime ore è quella che riguarda il Barcellona, la squadra di calcio. La squadra aveva fatto sapere che la partita di oggi contro il Las Palmas, da giocare nello stadio di Camp Nou, era stata rinviata. Più tardi si è scoperto che non era vero: la partita è cominciata come previsto alle 16.15, ma a porte chiuse, cioè senza pubblico.
• Molti politici spagnoli, anche non catalani, hanno chiesto le dimissioni del primo ministro Mariano Rajoy, mentre la vice prima ministra del governo spagnolo Soraya Saénz de Santamaría ha parlato dell’«assoluta irresponsabilità del governo catalano» e ha chiesto agli altri politici di non strumentalizzare il referendum per fare propaganda.
Un sindacato delle forze di polizia ha criticato i Mossos d’Esquadra diffondendo un video in cui si vedono alcuni membri della polizia catalana discutere con degli agenti della Guardia civile a Girona. Il video era stato inizialmente pubblicato dalla giornalista Clara Jordan.
Algunos parecen no tenerlo nada claro. Vergonzoso. pic.twitter.com/NinygR2GMy
— AUGC Guardia Civil (@AUGC_Comunica) October 1, 2017
I Mossos d’Esquadra hanno detto di aver chiuso un totale di 221 seggi da questa mattina alle 15.10: quindi anche se nella maggior parte dei seggi si sta continuando a votare non è detto che non arrivino le forze di polizia a interrompere il voto.
Il seggio nella scuola Ramon Llull, dove questa mattina la polizia ha requisito il materiale elettorale in modo abbastanza violento (lo avevamo visto qui), è stato chiuso dopo l’intervento delle autorità e lo è tuttora.
L'istituto Ramon Llull, a pochi minuti dalla Sagrada Familia, è uno dei 34 seggi di Barcellona chiusi da polizia, che qui ha picchiato pic.twitter.com/qiBvrlKxul
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
El País ha pubblicato una precisazione sul numero di feriti sulla base di quanto detto dal dipartimento della Salute catalano: i feriti confermati sono 91, mentre 337 sono le persone che sono state portate negli ospedali. Tra i 91 feriti confermati almeno uno è grave: è quello che è stato colpito all’occhio da un proiettile di gomma.
Il Barcellona ora ha annunciato che la partita contro Las Palmas si giocherà, ma a porte chiuse, cioè senza pubblico nello stadio Camp Nou.
— FC Barcelona (@FCBarcelona_es) October 1, 2017
Sulla partita di calcio tra Barcellona e Las Palmas c’è confusione. Il Barcellona ha chiesto di rinviare la partita contro il Las Palmas, che è prevista per le 16.15. Ma la Liga e la Federazione spagnola (RFEF) non hanno comunicato niente di ufficiale. Non si sa ancora bene se la partita si giocherà o meno, ma intanto il Camp Nou, lo stadio di Barcellona, è vuoto.
Camp Nou is empty. pic.twitter.com/8D9Kcq6fJd
— Barca Galaxy (@barcagalaxy) October 1, 2017
Al seggio Palau Robert, che si trova lungo l’Avinguda Diagonal, una delle strade principali di Barcellona, ci sono decine di persone in fila per votare. Il responsabile sicurezza del seggio Jordi Riba i Oliveras ha detto al Post che questo seggio non era tra quelli occupati. Questa mattina, nonostante la presenza di due agenti dei Mossos d’Esquadra, le operazioni di apertura del seggio sono andate lisce e non ci sono stati problemi con la Polizia nazionale e la Guardia civile.
Anche qui, come in molti altri seggi della Catalogna, ci sono stati però dei problemi con il sistema informatico che garantisce che ciascuna persona voti una sola volta: il voto procede a rilento e non tutte le postazioni funzionano. Oliveras ha detto di essere sicuro che la Polizia nazionale interverrà a Palau Robert, forse tra le 18 e le 20, quando le urne saranno piene. Oliveras ha detto anche che però a quel punto il seggio sarà riaperto dai sostenitori del referendum e chi vorrà potrà votare. Alla domanda se hanno un posto per nascondere le urne con le schede elettorali nel caso arrivi la polizia, Oliveras non ha voluto rispondere, ha detto solo: «Sappiamo quello che dobbiamo fare».
Il quotidiano El Confidencial dice che tra i feriti – che sono più di trecento – uno è grave: è un uomo con età compresa tra i 50 e i 60 anni che è stato ferito durante una carica della polizia nel quartiere Mariola di Lleida. Non è chiaro se si tratti dello stesso uomo che secondo El País è stato ricoverato per un infarto a Mariola: dice che ha 70 anni e ha avuto un attacco cardiaco quando la polizia è entrata nel seggio in cui si trovava.
Il ministero dell’Interno spagnolo ha detto a El País che la Polizia nazionale e la Guardia civile hanno chiuso 79 seggi (34 a Barcellona, 17 a Tarragona, 13 a Gerona e 15 a Lérida) e arrestato tre persone. Gli undici agenti che sono stati feriti non sono gravi.
Non tutte le persone che vanno a votare sono a favore dell’indipendenza. C’è anche chi vota contro, come questo ragazzo probabilmente: ha votato in un seggio di Torrefarrera, in provincia di Lleida, indossando una bandiera spagnola.
Aplausos en colegio electoral de Torrefarrera para chaval que vota envuelto en una rojigualda
[Video: @xavicantons] pic.twitter.com/oQpolhYyTE— Hibai (@Hibai_) October 1, 2017
Molte persone aspettano ancora di votare.
Seggio al Palau Robert, coda lunga anche qui pic.twitter.com/lEm6n6Zoh9
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
I giornali sportivi spagnoli dicono che la partita di oggi pomeriggio tra Barcellona e Las Palmas è stata rinviata.
A L’Hospitalet de Llobregat, la seconda città più popolosa della Catalogna che si trova all’interno dell’area metropolitana di Barcellona, i cittadini hanno creato delle barricate per fermare le forze di polizia.
Barricadas esperando a los antidisturbios de la Policía Nacionsl en el instituto Provençana de L'Hospitalet pic.twitter.com/zfOfagQw4t
— oriol guell (@oriolgd) October 1, 2017
La vice prima ministra del governo spagnolo Soraya Saénz de Santamaría, durante una conferenza stampa, ha detto: «L’assoluta irresponsabilità del governo catalano ha dovuto essere compensata dalla professionalità delle forze di polizia». Saénz ha anche detto che il voto di oggi è «incompatibile con lo stato di diritto spagnolo» e ha criticato le persone che hanno portato dei bambini ai seggi.
Il portavoce del governo catalano Jordi Turull ha detto che nel 96 per cento dei seggi si sta votando.
#Portaveu @jorditurull: "al 96% dels col.legis s'està votant. El sistema s'està estabilitzant" #1OCT
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Il governo catalano ha detto che in tutta la Catalogna le persone che sono state ferite negli scontri con le forze di polizia sono 337 e le ha invitate a presentare denuncia ai Mossos d’Esquadra.
#Portaveu @jorditurull: "hi ha 337 persones ferides o contussionades. Demanem a persones ferides que facin denúncia a @mossos"
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Il governo catalano ha negato che i Mossos d’Esquadra abbiano chiesto l’intervento della Polizia nazionale e della Guardia civile, come è stato detto dal ministero dell’Interno spagnolo e dal delegato del governo in Catalogna.
Un chiarimento importante: in Catalogna l’uso dei proiettili di gomma è vietato, secondo una legge locale, solo per i Mossos d’Esquadra. La Polizia nazionale e la Guardia civile possono usarli.
La persona che è stata ferita da uno di questi proiettili a Barcellona – è stata colpita a un occhio – al momento sta subendo un’operazione chirurgica all’ospedale Sant Pau.
Il ministero dell’Interno spagnolo ha diffuso questo video girato a Sant Carles de la Ràpita in cui si vedono alcuni agenti della Guardia civile che fuggono perché un numeroso gruppo di persone gli sta tirando delle pietre.
Continúa la violencia contra los agentes. @guardiacivil se retira expeditivamente bajo una lluvia de piedras lanzadas en grupo#EstamosporTI pic.twitter.com/wQsL5hMsL1
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
Sta girando molto questo video in cui si vedono alcune persone picchiate dalla Polizia nazionale nell’istituto Pau Claris di Barcellona.
Video shows dramatic scenes at a polling station in Barcelona as police crackdown continues pic.twitter.com/C58Sr4V5Tp
— BNO News (@BNONews) October 1, 2017
Fino alle 13 di oggi i Mossos d’Esquadra hanno chiuso 183 seggi in tutta la Catalogna.
El País ha pubblicato un video che mostra un numeroso gruppo di persone infilare dei fogli – non è detto che si tratti delle schede elettorali – in alcune urne elettorali per strada, senza alcun controllo da parte degli scrutatori. Il quotidiano non ha scritto dove sia stato girato il video.
DIRECTO: Las urnas salen a la calle, decenas de personas votan sin presencia policial, ni control https://t.co/HtkcrIZb5V pic.twitter.com/MbwRei8Htj
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) October 1, 2017
Ha votato anche la sindaca di Barcellona Ada Colau.
La alcaldesa @AdaColau acaba de votar. En blanco. Entre aplausos y algún abucheo de quienes no han entendido que haya evitado la cola pic.twitter.com/kE1yb6xHGh
— Clara Blanchar (@clarablanchar) October 1, 2017
La coda fuori dal seggio Jujol, ancora lunghissima pic.twitter.com/9e068BEhB8
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Lui è Jorge, docente di scienze politiche all'università gesuita di Caracas, che è volato qui apposta per votare ("1000 euro!") pic.twitter.com/lFNDsvcnhv
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Una giornalista di El País ha riferito che a Sant Julià, in provincia di Girona, un agente dei Mossos d’Esquadra è rimasto lievemente ferito durante una carica della Guardia civile.
Alcune persone hanno lanciato degli oggetti contro la polizia a Barcellona. Il ministero dell’Interno spagnolo ha detto che 9 agenti della Polizia nazionale e 2 della Guardia civile sono stati feriti.
Encapuchados lanzan objetos a la @policia en Barcelona. Los agentes se retiran tras haber cumplido la orden judicial#EstamosporTI pic.twitter.com/7iswuhRNpS
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
Por ahora y en total, 9 agentes de @policia y 2 de @guardiacivil han resultado heridos cuando cumplían las órdenes de la juez#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
La Liga spagnola ha autorizzato la squadra di calcio Las Palmas, che questa sera giocherà contro il Barcellona proprio a Barcellona, a farlo con una maglia speciale fatta per l’occasione in cui è ricamata la bandiera spagnola e la data di oggi. Las Palmas è la squadra di Las Palmas de Gran Canaria, sull’isola di Gran Canaria.
COMUNICADO OFICIAL
https://t.co/okzQAcyTj7 pic.twitter.com/5nt9GpjnwX— UD Las Palmas (@UDLP_Oficial) October 1, 2017
Ricordiamo che potete seguire la situazione a Barcellona anche attraverso le storie del Post su Instagram: il nostro account è @il_post.
Dopo gli scontri di questa mattina, quando la polizia ha requisito urne e schede elettorali, la situazione a Barcellona è tornata più calma. Secondo informazioni raccolte dal Post, le operazioni di polizia si sono concentrate fuori dalla città di Barcellona, dov’è la maggior parte dei giornalisti.
Anche il famosissimo capitano del Barcellona, Gerard Piqué, ha votato al referendum. Piqué, come molti altri giocatori del Barcellona, è considerato vicino alla causa dell’indipendenza catalana, tanto che quando gioca in Nazionale viene spesso fischiato dai tifosi non catalani.
Ja he votat. Junts som imparables defensant la democràcia. pic.twitter.com/mGXf7Qj1TM
— Gerard Piqué (@3gerardpique) October 1, 2017
A Barcellona alcune persone sono state ferite durante una carica della polizia davanti al seggio della Escola Mediterrània, nel quartiere Barceloneta, e una donna anziana è stata ferita al seggio della scuola Freire, nel quartiere Roquetes.
Ma gli scontri con la polizia sono avvenuti anche fuori Barcellona. A Sant Carles de la Ràpita, in provincia di Tarragona, e a Lleida, una città dell’interno, ci sono diversi feriti, anche se per ora non si sa bene quanti.
People were injured earlier today in Spain's police raid in Sant Carles de la Rapita. #CatalanReferendum pic.twitter.com/MbHs1ggVfn
— This is Catalonia (@ThIsCatalonia) October 1, 2017
• Le operazioni di voto sono regolari in molti seggi, mentre in altri – soprattutto a Barcellona – sono state interrotte dalla polizia spagnola, che ha requisito le urne e il materiale elettorale. El País sta aggiornando un elenco di seggi in cui sono avvenuti “incidenti” di ogni entità: per ora sono 72. In alcuni casi, ad esempio in diverse zone di Barcellona, la Guardia civile e la Polizia nazionale spagnola hanno interrotto le votazioni con la violenza. Il governo catalano ha detto che sono aperti 4.661 seggi, il 73 per cento del totale previsto.
• Altro grosso problema: il governo catalano ha realizzato un database informatico per permettere ai cittadini di votare in qualunque seggio, e non solo nel proprio. Questo sistema è indispensabile per garantire la validità del voto perché è quello con cui si può verificare che le persone non votino più di una volta. Stamattina però questo sistema ha smesso di funzionare più volte, non si sa se per un attacco informatico, rallentando un po’ ovunque il voto. Nei seggi aperti gli scrutatori stanno continuando a raccogliere i voti perché dicono che il blocco del sistema è aggirabile grazie a un’app realizzata dal governo catalano.
• Come previsto da molti i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, non si sono scontrati con le persone che avevano occupati alcuni seggi o che ne stavano aspettando l’apertura, né hanno bloccato chi ha portato schede elettorali e urne.
• Tra chi ha già votato ci sono molti importanti politici catalani, tra cui il presidente del governo Carles Puigdemont e il ministro degli Interni Joaquim Forn.
La requisizione delle urne in una scuola usata come seggio.
La Policia Nacional requisant les urnes a l'Escola Ramon Llull @btvnoticies pic.twitter.com/p14RzxlGOR
— Clara Vera (@ClaraVera14) October 1, 2017
Il sistema informatico va su e giu: ora è momento down, l'app per verificare che una persona abbia votato una sola volta non funziona pic.twitter.com/bPtQCynP8s
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Quindi il voto si interrompe e si aspetta di trovare un modo per aggirare il blocco: per questo c'è tanta gente ad aspettare al seggio
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Il governo catalano dice che 38 persone sono state ferite negli scontri con la polizia; nessuna gravemente.
El @semgencat ha atès 38 persones per les càrregues dels cossos policials espanyols. D'aquestes, 35 han estat lleus i 3 menys greus #1OCT
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Il presidente del governo catalano Carles Puigdemont ha detto: «È evidente che c’è stato un uso della violenza ingiustificato e irresponsabile da parte dello stato spagnolo. Prima la violenza ingiustificata, manganelli, proiettili di gomma… urne, schede elettorali e seggi, lo stato ha dato un’immagine di sé vergognosa». Puigdemont ha anche detto: «Oggi lo stato spagnolo ha perso molto di più di quello che aveva già perso, la Catalogna ha vinto molto di più».
La polizia ha confermato di aver usato proiettili di gomma, il cui uso sarebbe proibito in Catalogna, in calle Sardenya a Barcellona. Una persona è stata ferita da uno di questi proiettili.
DIRECTO | La @policia confirma el uso de pelotas de goma. Un herido. En Cataluña están prohibidas https://t.co/YC5BopqMr9 #CatalanReferendum https://t.co/V3XIOzraZD
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) October 1, 2017
Intanto a Madrid, in Plaza Mayor, c’è una piccola manifestazione in favore dell’unità spagnola.
Altercados en la Plaza Mayor de Madrid entre manifestantes a favor de la Unidad de España y un hombre que pide "libertad de expresión" pic.twitter.com/lf48YbaVMh
— Francesco Rodella (@francrodella) October 1, 2017
Il ministero dell’Interno spagnolo ha confermato che la Guardia civile ha bloccato il sistema informatico realizzato dal governo catalano per permettere a ogni cittadino di votare in qualunque seggio, non solo nel proprio, senza che ci fosse la possibilità che un voto venisse registrato due volte. La Guardia civile, insomma, sta cercando di ostacolare il voto per renderlo meno regolare e “legittimo” davanti alla comunità internazionale. Uno scrutatore del seggio di Jujol ha detto agli inviati del Post che in questo momento gli scrutatori non hanno modo di verificare se davvero il sistema sia stato bloccato.
1-La @guardiacivil desactiva el censo universal. Ahora mismo una misma persona puede votar varias veces en distintos colegios #EstamosporTI pic.twitter.com/uit0PRanr0
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
2-Con censo caído, cualquier voto,independientemente de procedencia o lugar de residencia de la persona,sería también aceptado#EstamosporTI pic.twitter.com/zpa926XTfN
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
Le persone si fanno fotografare mentre votano.
#referendumCat #1Oct scuola Jujol pic.twitter.com/UupnKUbYhb
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Gli inviati del Post sono stati accolti nel seggio di Jujol a Barcellona.
Dentro al seggio della scuola Jujol, tutti molto emozionati pic.twitter.com/zZzQxlQwsh
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
A Girona, una città verso il confine con la Francia, la polizia ha usato i manganelli.
Los Antidisturbios d CNP cargan contra los vecinos d Girona q havia en Colegio Verd (donde van las hijas d Puigdemont) i disparan al aire pic.twitter.com/9MfaEJ8cE5
— Marta Rodriguez Font (@MartaRodriguezF) October 1, 2017
Il governo catalano ha chiesto le dimissioni immediate di Enric Millo, il delegato del governo spagnolo in Catalogna, per le violenze avvenute ai seggi.
#Portaveu @jorditurull: "el Govern demanem la dimissió immediata del delegat del Govern espanyol per la conculcació de drets" #1OCT
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
In una conferenza stampa, il portavoce del governo catalano Jordi Turull ha detto che il 73 per cento dei seggi (quindi 4.661) è aperto e che le persone stanno votando regolarmente.
#Portaveu @jorditurull: "a aquesta hora hi ha el 73% de les meses. 4561 meses" #1OCT
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Finalmente nel seggio, ecco la scheda pic.twitter.com/FOKqQP9oxj
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Sembra che in alcune parti di Barcellona la polizia spagnola abbia sparato dei proiettili di gomma: non contro le persone, ma verso terra.
Police are firing rubber bullets at voters during protests as the independence referendum gets under way #CatalonianReferendum pic.twitter.com/XNEuwwgZ7S
— Sky News (@SkyNews) October 1, 2017
Il ministero dell’Interno spagnolo ha chiesto a tutti «collaborazione e rispetto» per requisire il materiale elettorale come stabilito da un ordine del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna.
1- La actuación de @policia y @guardiacivil está dirigida a la incautación con proporcionalidad del material electoral#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
2- @Interiorgob pide colaboración y respeto en los colegios para poder cumplir una orden judicial directa de forma pacífica#EstamosporTI
— Ministerio Interior (@interiorgob) October 1, 2017
I primi a votare sono degli anziani, che vengono festeggiati (si vedono anche alcune lacrime) pic.twitter.com/WQN8gUgGek
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Il ministro degli Interni catalano Joaquim Forn è la prima persona ad aver votato al seggio di Jujol, dove si trovano gli inviati del Post. Ora il seggio è aperto: dopo Forn i primi a votare sono stati degli anziani, che la folla fuori dal seggio ha applaudito.
Un signore anziano un po' commosso dopo avere votato a Jujol: è stato tra i primi ad uscire dal seggio, moltissimi applausi pic.twitter.com/9PRtzhDwEO
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Fonti di El País all’interno della polizia hanno detto che la Guardia civile ha parzialmente bloccato il sistema informatico messo in piedi dal governo catalano per permettere a ogni cittadino di votare in qualsiasi seggio (non solo nel proprio). Il blocco di questo sistema, realizzato per impedire alle persone di votare due volte, è la ragione per cui molti seggi sono ancora chiusi: senza questo sistema i voti non possono essere considerati validi.
Anche il vicepresidente catalano Oriol Junqueras ha votato.
El #vicepresident @junqueras votant a Sant Vicenç dels Horts #1OCT pic.twitter.com/wPJQhN5mmQ
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Il voto di un uomo di 97 anni al seggio di Sant Ildefons a Cornellà.
DIRECTO | Cristóbal, de 97 años,ha sido el primero en votar en el CAP Sant Ildefons de Cornellà. https://t.co/YC5BopqMr9 [Por @CinzasNoPeto] pic.twitter.com/db2diNs0xk
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) October 1, 2017
L’ex capitano del Barcellona Carles Puyol ha manifestato il suo appoggio al referendum su Twitter.
Votar es democracia!
— Carles Puyol (@Carles5puyol) October 1, 2017
Si distribuiscono sedie agli anziani pic.twitter.com/xlJNno5Tzh
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
Il presidente del governo catalano Carles Puigdemont ha votato.
El #president @KRLS votant a Cornellà de Terri #1OCT pic.twitter.com/O6YFZZTU65
— Govern. Generalitat (@govern) October 1, 2017
Una donna anziana è stata ferita durante un’operazione per requisire di urne e schede elettorali. È successo alla scuola per adulti Freire di Barcellona.
Escuela adultos Freire, en Barcelona, @policia ha requisado urnas y herido a esta mujer, cuentan quienes estaban https://t.co/TCgRopKo81 pic.twitter.com/KGwso66BwI
— Rebeca Carranco (@RebecaCarranco) October 1, 2017
#EnDirecto | Imágenes de la anciana herida en Barcelona durante la intervención policial https://t.co/olQ9MGugDI pic.twitter.com/VqRJzjyY4r
— Europa Press (@europapress) October 1, 2017
Al seggio della scuola di Jujol è arrivato Forn.
Alla scuola Jujol è arrivato Joaquin Forn, ministro dell'Interno catalano (e quindi capo del Mossos) pic.twitter.com/JXt7r1BipU
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
In molti seggi, come quello della scuola di Jujol dove si trovano i giornalisti del Post e dove è appena arrivato il ministro degli Interni catalano Joaquim Forn, le persone non sono ancora state fatte entrare perché il sistema informatico non funziona. Secondo Europa Press è perché la Guardia civile ha tagliato la connessione a internet.
Secondo fonti al ministero dell’Interno spagnolo di El País, i Mossos d’Esquadra hanno chiesto il sostegno della Polizia nazionale e della Guardia civile e li hanno mandati nei seggi in cui avevano bisogno di aiuto.
Un’organizzazione dietro all’occupazione delle scuole catalane in vista del referendum ha invitato le persone intenzionate a votare a portare con sé cellulari carichi dato che la Guardia civile vuole togliere la connessione a internet alle scuole.
⚠️ La Guàrdia Civil intenta tallar la connexió a internet a les escoles.
???És molt important que porteu mòbils, carregadors i allargadors.— escolesobertes (@escolesobertes) October 1, 2017
Al seggio nella scuola Jujol si sta votando, ma molto lentamente. Fuori in coda sotto la pioggia qualche centinaio di persone. pic.twitter.com/8iIGSHnHA2
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
edit: non si sta ancora davvero votando ci dicono, sono in ritardo
— Stefano Vizio (@stefanovizio) October 1, 2017
La sindaca di Barcellona Ada Colau ha commentato la situazione nella città e criticato il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy scrivendo su Twitter: «Un capo del governo codardo ha riempito di polizia la nostra città. Barcellona è una città di pace, non ha paura».
Un presidente de gobierno cobarde ha inundado de policía nuestra ciudad. Barcelona ciutat de pau, no té por #MésDemocracia @marianorajoy
— Ada Colau (@AdaColau) October 1, 2017
(In tutto questo, a Barcellona sta piovendo e gli inviati del Post sono in parte sforniti di giacche impermeabili.)
Al seggio di Sant Julià de Ramis, quello in cui avrebbe dovuto votare il presidente catalano Carles Puigdemont, si aspetta un’ambulanza per una persona che è stata ferita dalla Guardia civile.
El Presidente de la Generalitat NO votará en Sant Julià de Ramis donde se espera una ambulancia para una persona herida por la Guardia Civil
— Marta Rodriguez Font (@MartaRodriguezF) October 1, 2017
La Guardia civile è entrata nel seggio in cui avrebbe dovuto votare il presidente catalano Carles Puigdemont rompendone la porta d’ingresso.
DIRECTO | La Guardia Civil rompe los cristales del polideportivo donde tiene previsto votar Puigdemont https://t.co/YC5BopIniH pic.twitter.com/1o21j8tOlX
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) October 1, 2017
ÚLTIMA HORA | La Guardia Civil llega a la mesa electoral donde tiene previsto votar Puigdemont https://t.co/YC5BopIniH pic.twitter.com/iZtoEWnEhX
— EL PAÍS Catalunya (@elpaiscatalunya) October 1, 2017
In altri seggi si è cominciato a votare tra gli applausi. È successo ad esempio nella scuola de la Concepció a Barcellona, dove le persone anziane sono state fatte entrare per prime.
En la escuela de la Concepció (Barcelona) entran 1¤ los mayores a votar. Les hacen pasillo.Los q querían votar n el Jaume Balmes están aquí pic.twitter.com/aT3hTRr8tB
— Pilar Álvarez (@pilaralvarezm) October 1, 2017
Nel seggio di Sabadell, un paese a nord di Barcellona, la Polizia nazionale è entrata in un seggio spintonando le persone che vi si erano radunate davanti ma senza usare i manganelli. Le persone hanno alzato le braccia come si vede in questo tweet di un giornalista del Washington Post.
National Police enter polling stations in Sabadell. They shoved protesters but no use of batons pic.twitter.com/8TgUTd917u
— William Booth (@BoothWilliam) October 1, 2017
Enric Millo, il delegato del governo spagnolo in Catalogna, ha criticato la passività dei Mossos d’Esquadra imputandola alle idee politiche dei membri del corpo di polizia. Ha detto: «Per questa ragione la Polizia nazionale e la Guardia civile devono entrare in azione. L’obiettivo non sono le persone, ma il materiale elettorale. Chiediamo comprensione e collaborazione. Non vogliamo essere obbligati a fare quello che non vogliamo fare».
La polizia spagnola ha anche requisito alcune delle urne che erano state portate nei seggi.
Quina vergonya! La policia requisant urnes. L'ús d la força contra la voluntat pacífica i democràtica de Catalunya #CatalanReferendum pic.twitter.com/29mlliE1nj
— Jordi Cuixart (@jcuixart) October 1, 2017
Un corrispondente del Financial Times ha pubblicato su Twitter un video che mostra una reazione violenta della polizia spagnola contro alcune persone fuori da un seggio.
Images that Madrid has been fearing as police uses force to remove young and old from voting stations. @FT pic.twitter.com/F09fpak5FI
— Michael Stothard (@MStothard) October 1, 2017
La ragione per cui alcuni seggi sono rimasti chiusi – e per cui il governo catalano ha autorizzato tutti i cittadini a votare in qualunque seggio, non solo nel proprio – è che gli amministratori degli edifici in cui si trovano non hanno voluto lasciarne le chiavi a potenziali occupanti per poi avere la responsabilità penale dell’occupazione. Questo non è successo con gli edifici scolastici: venerdì il governo catalano ha sospeso la responsabilità dei presidi per attribuirla al governo stesso: così i presidi hanno potuto lasciare le chiavi alle associazioni di genitori indipendentiste, che poi hanno occupato gli edifici senza compiere un reato.
Tra i seggi che rimarranno chiusi c’è quello di Calle Siracusa, a Barcellona.
Al seggio di calle Siracusa hanno appena annunciato che non si aprirà, tutti si stanno spostando in un altro seggio per votare pic.twitter.com/yuVOPLOKee
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Negli ultimi giorni una delle cose di cui si è parlato di più riguardo al referendum è il comportamento che terranno nel corso della giornata i Mossos d’Esquadra, cioè la polizia catalana. Ieri Josep Trapero, il capo dei Mossos, ha ordinato ai suoi agenti di limitare l’uso della violenza verso i cittadini che vorranno votare e proveranno a opporre forme di resistenza passiva, spiegando che la sicurezza dei cittadini sarà prioritaria rispetto all’ottemperanza agli ordini dei tribunali: «Non stiamo né negando né ignorando ciò che hanno detto i giudici, ma vogliamo che sia chiaro che la cosa più importante è mantenere la pace». Trapero viene considerato molto vicino ai leader indipendentisti catalani.
I Mossos furono creati nel Diciottesimo secolo dall’amministrazione borbonica e nel corso del Novecento furono eliminati e poi reintrodotti dalla dittatura militare spagnola. Oggi sono uno dei quattro corpi autonomi di polizia in Spagna – anche se per funzioni e grandezza sono paragonabili solo alla polizia dei Paesi Baschi – e hanno grandi poteri, alcuni dei quali condivisi con la Polizia nazionale. Rispondono al ministero dell’Interno catalano.
L’impressione generale degli scorsi giorni è che all’interno del corpo dei Mossos non ci fosse accordo su cosa fare durante il referendum. Il Confidencial aveva parlato di una lettera che stava circolando tra i Mossos e che era stata scritta da una frangia piuttosto radicale a favore dell’indipendenza, che chiamava “traditori” gli agenti non catalani che accettavano di seguire gli ordini della procura di Madrid.
Questa mattina i Mossos sono andati davanti ai seggi ma non hanno fatto nulla per impedire che le urne e le schede elettorali fossero portate all’interno. Hanno parlato con le persone che si erano radunate davanti ai seggi e gli hanno detto che sarebbero solo rimasti a osservare le operazioni. Non è chiaro se continueranno a comportarsi così per tutta la giornata, e cosa faranno nel caso arrivino ordini diversi dal governo centrale.
Durante la notte non ci sono stati incidenti di alcun tipo e sembra che le operazioni di voto si svolgeranno come previsto dal governo catalano.
I giornalisti del Post Stefano Vizio ed Elena Zacchetti si trovano a Barcellona, dove stanno seguendo la situazione ai seggi. Potete seguirli anche attraverso le storie dell’account Instagram del Post, @il_post.
Cosa è successo al seggio di calle Siracusa, Barcellona, all'arrivo di due agenti dei Mossos pic.twitter.com/JzCwBfqidj
— Elena Zacchetti (@elenazacchetti) October 1, 2017
Buongiorno. Il governo catalano ha annunciato che tutti i cittadini potranno votare in qualsiasi seggio: questo significa che le persone il cui seggio rimarrà chiuso potranno farlo altrove. Questa mattina i Mossos d’Esquadra sono andati a controllare la situazione davanti ai seggi, ma non si sono scontrati in alcun modo con le persone che li avevano occupati o che ne stavano aspettando l’apertura da ore, nonostante la pioggia.