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  • Sabato 27 maggio 2017

Sul cambiamento climatico gli Stati Uniti sono da soli

Sono l'unico paese del G7 che non si è impegnato per rispettare gli accordi di Parigi, come si legge nel comunicato finale del vertice di Taormina

(AP Photo/Evan Vucci)
(AP Photo/Evan Vucci)

Ieri è stato il primo giorno di incontri e discussioni del G7, la riunione dei capi di stato e di governo di sette dei paesi più ricchi e importanti al mondo, che si concluderà oggi a Taormina, in Sicilia. Al vertice partecipano i capi di stato e di governo di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Canada, Italia, Giappone e Germania. Le discussioni del primo giorno si sono concentrate soprattutto sul terrorismo – a maggior ragione dopo l’attentato di Manchester di lunedì – e sul cambiamento climatico: mentre sul primo tema i leader mondiali hanno trovato una linea comune, esplicitata in un comunicato diffuso ieri sera, sul secondo non è stata trovata per via delle resistenze del presidente americano Donald Trump. Negli incontri di oggi si è parlato soprattutto di migrazioni. Intorno alle 15, i leader del G7 hanno diffuso un comunicato congiunto finale sul vertice.

Tutti i principali giornali hanno raccontato delle difficoltà incontrate da diversi leader nel trovare un compromesso con Trump, noto per non essere molto sensibile ai temi dell’ambiente (nel 2013 definì “una bufala” il cambiamento climatico). Parlando coi giornalisti, il suo consigliere economico Gary Cohn ha detto che Trump sta partecipando al vertice “per imparare” e che le sue opinioni “stanno evolvendo”. Cohn ha però precisato che se in futuro Trump dovrà scegliere fra rispettare gli accordi internazionali sul clima di Parigi – firmati dal suo predecessore Barack Obama, e considerati un importante punto di partenza da esperti e ambientalisti – e sviluppare l’economia americana, “la crescita economica del nostro paese avrà la meglio”. Secondo il New York Times, gli altri leader che stanno partecipando al vertice hanno provato a convincere Trump in diversi momenti della giornata di venerdì, senza successo. Parlando con BBC, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che le discussioni sul clima sono state “molto insoddisfacenti”. Nel paragrafo 32 del comunicato finale, si legge espressamente:

«Gli Stati Uniti stanno ripensando la loro posizione sul cambiamento climatico e al momento non possono dirsi d’accordo con gli altri paesi su questo tema. Comprendendo questo passaggio, i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito e il presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea confermano il loro impegno a mettere i pratica rapidamente le misure contenuti negli accordi di Parigi»

Nel pomeriggio di sabato, Trump ha confermato di non avere ancora deciso se rispettare gli accordi di Parigi, e che prenderà una decisione la settimana prossima.

Una linea comune è stata invece trovata già ieri nella lotta al terrorismo: nel documento di tre pagine diffuso alla fine dei lavori di venerdì, il primo punto contiene una condanna degli attentati di Manchester, mentre il secondo rinnova l’impegno di tutti i paesi ad «assicurarsi che i nostri cittadini siano protetti e al sicuro, e che il loro stile di vita sia preservato integralmente». Altre posizioni condivise da tutti sono state la promozione dello sviluppo in Africa e l’opposizione del protezionismo (su cui circolava qualche dubbio, date le posizioni di Trump esplicitamente protezioniste).

Il secondo giorno dei lavori è iniziato con una discussione sul tema dell’immigrazione, messo in calendario dalla delegazione italiana. Hanno partecipato ai lavori anche i leader di alcuni fra i paesi più interessati dal tema come Tunisia, Kenya, Etiopia, Niger e Nigeria.  Alle 15 inoltre dovrebbe tenersi una manifestazione di protesta contro i leader mondiali a Giardini Naxos, una città poco distante da Taormina.