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  • Venerdì 28 aprile 2017

Il nuovo presidente del Front National è durato tre giorni

Doveva sostituire Marine Le Pen, che si è autosospesa in vista del ballottaggio, ma poi sono venute fuori certe cose che aveva detto sull'Olocausto

Marine Le Pen, il nuovo presidente ad interim del Front National Steeve Briois (a sinistra), e Jean-François Jalkh (JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images)
Marine Le Pen, il nuovo presidente ad interim del Front National Steeve Briois (a sinistra), e Jean-François Jalkh (JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images)

A soli tre giorni dalla nomina, Jean-François Jalkh ha rinunciato all’incarico di presidente ad interim del partito di destra radicale francese Front National dopo le discussioni e polemiche nate da alcune sue presunte affermazioni negazioniste dell’Olocausto. La notizia della rinuncia è stata data dal vicepresidente del partito, Louis Alliot, venerdì 28 aprile. Alliot ha detto che Jalkh sarà sostituito dal sindaco d’Hénin-Beaumont, Steeve Briois, attuale segretario del FN. La scelta di un presidente ad interim del partito si deve al fatto che dopo il primo turno delle presidenziali francesi Marine Le Pen, arrivata al ballottaggio contro Macron, ha deciso di auto-sospendersi dalla presidenza.

Jalkh era stato nominato il 25 aprile, e poco dopo il giornalista di La Croix Laurent de Boissieu aveva pubblicato sul suo blog un estratto della tesi di laurea di una ricercatrice di Scienze politiche. La donna, Magali Boumaza, aveva riportato nella sua tesi e poi in un articolo del 2005 parte di un’intervista fatta a Jalkh nel 2000 in cui, di fatto, si mette in dubbio l’esistenza storica delle camere a gas nei campi di concentramento nazisti. Nelle dichiarazioni, così come sono state riportate dalla studiosa, Jalkh dice che «bisogna essere in grado di discutere anche di questo problema», e cioè dell’esistenza delle camere a gas. Jalkh fa poi una distinzione tra revisionisti non seri (che lo fanno per pura provocazione) e quelli seri: e cita tra i seri lo storico Robert Faurisson (più volte condannato per “complicità nella contestazione dei crimini contro l’umanità”). Jalkh dice poi di aver consultato un chimico specializzato nell’uso di Zyklon B, il gas utilizzato dai nazisti: «Penso che da un punto di vista tecnico sia impossibile, direi davvero impossibile, che sia stato usato per lo sterminio. Perché? Perché ci vogliono diversi giorni per decontaminare una stanza dove è stato usato lo Zyklon B».

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Contattato da Le Monde, Jalkh ha detto di non ricordarsi di quest’intervista con Magali Boumaza, ha smentito di aver mai pronunciato quelle frasi e ha detto che presenterà una denuncia per difendere la sua onorabilità. La ricercatrice ha spiegato invece di avere una registrazione del colloquio con Jalkh, che tra l’altro ha descritto ai giornali in modo preciso: ha spiegato che a quel tempo era dottoranda in Scienze politiche, che l’intervista si era svolta nella sede del Front National, che il colloquio era durato tre ore e che fu Jalkh a parlare spontaneamente delle camere a gas. «In nessun momento mi ha chiesto di interrompere la registrazione o di non trascrivere le sue parole. Nulla è stato falsificato, confermo le frasi così come sono state trascritte».

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