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  • Sabato 11 febbraio 2017

Trump insiste col “muslim ban”

La sua amministrazione sta valutando se emanare un nuovo ordine esecutivo per aggirarne la sospensione, e intanto fare ricorso alla Corte Suprema

 Andrew Harrer/picture-alliance/dpa/AP Images
Andrew Harrer/picture-alliance/dpa/AP Images

Ieri in due occasioni pubbliche il presidente americano Donald Trump ha detto che la sua amministrazione intende riattivare il “muslim ban”, il provvedimento per limitare l’accesso nel paese ai cittadini di 7 stati a prevalenza musulmana, compresi i rifugiati siriani. Il divieto è attualmente bloccato per via di una decisione di un tribunale di Washington, confermata due giorni fa dalla corte d’appello del Ninth Circuit. Le due sentenze non hanno fatto cambiare idea a Trump, che anzi ha criticato e minacciato i giudici che si sono espressi contro il suo divieto: i giornali americani stanno scrivendo infatti che la nuova amministrazione non sta studiando come modificare la propria legge per ridurne l’impatto, ma solamente come aggirare le decisioni dei tribunali. Una delle ipotesi più citate nei giorni scorsi è che la questione venga portata davanti alla Corte Suprema, ma ieri Trump ha parlato inoltre della possibilità di emanare un nuovo ordine, già nei primi giorni della prossima settimana.

Durante la conferenza stampa in seguito all’incontro col primo ministro giapponese Shinzo Abe, Trump ha spiegato che la sua amministrazione intende «fare qualcosa molto rapidamente per aumentare la sicurezza […] Faremo qualcosa la settimana prossima: in più, continueremo a difenderci in tribunale, e non ho dubbi che alla fine vinceremo la causa». Qualche ora dopo, parlando con i giornalisti sull’aereo presidenziale Air Force One, ha precisato che «abbiamo molte opzioni, compresa quella di emanare un nuovo ordine esecutivo». Alla domanda se un eventuale nuovo ordine potrebbe essere emanato presto, Trump ha risposto «ci sono ottime possibilità. Abbiamo bisogno di agire rapidamente per motivi di sicurezza», e aggiunto che l’ordine potrebbe essere emanato lunedì 13 o martedì 14 febbraio.

Della possibilità che l’amministrazione Trump si rivolga alla  Corte Suprema si parla già da qualche giorno, ma il percorso giuridico potrebbe essere piuttosto complicato. Attualmente ci sono almeno una ventina di cause contro il “muslim ban” depositate nei tribunali di diversi stati, che potrebbero portare ad altre sentenze e decisioni a sfavore del provvedimento di Trump. La Corte Suprema potrebbe quindi decidere di non esprimersi sulla sentenza d’appello fino a quando non saranno risolte anche le altre cause. In questo caso i tempi si allungherebbero notevolmente, mantenendo la sospensione dell’ordine esecutivo.

Per questo motivo, diversi funzionari del governo stanno spiegando che Trump potrebbe firmare un nuovo ordine esecutivo dal linguaggio diverso ma sostanzialmente con gli stessi contenuti del primo, per riattivarlo di fatto nonostante le decisioni dei tribunali. Parlando con Politico, un funzionario dell’amministrazione Trump ha confermato che sono allo studio vari modi per riattivare l’ordine, compreso rivolgersi alla Corte Suprema, ma che «in più, ci stiamo anche occupando attivamente di nuovi ordini esecutivi […]. Questi ordini verranno firmati molto presto».