(Da "La La Land")
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“La La Land”, forse ne avete sentito parlare

Il musical con Emma Stone e Ryan Gosling ha vinto sette Golden Globe, è stato nominato per 14 Oscar e domani esce nei cinema: cose da sapere, vedere e sentire

(Da "La La Land")

La La Land – il film musical scritto e diretto da Damien Chazelle, con Emma Stone e Ryan Gosling – uscirà nei cinema italiani il 26 gennaio: ci arriva dopo aver vinto sette Golden Globe (più di ogni altro film nella storia) e dopo aver ricevuto 14 nomination per gli Oscar (era successo solo a due film: Eva contro Eva e Titanic). La La Land è ambientato a Los Angeles, ai nostri giorni: Gosling interpreta Sebastian, un musicista con una grande e pura passione per il jazz; Stone interpreta Mia, una cameriera che prova a fare l’attrice ma i cui provini vanno sempre male. Si incontrano, si stanno antipatici, si incontrano un altro paio di volte e si innamorano. Lo si capisce dal trailer: poi in realtà succedono molte altre cose, di cui non parliamo. Abbiamo però scelto un po’ di video, recensioni e cose da sapere utili per arrivare preparati a La La Land. A proposito: il titolo è un riferimento a Los Angeles (“L.A.”; pronunciato elei) e alla parola inglese Lalaland, che definisce uno «stato mentale euforico e sognante, distaccato dalla dura realtà». Un po’ come “avere la testa tra le nuvole”, pensando a qualcosa di particolarmente bello.

Se la domanda che vi fate è «Ok, però è un musical, che-palle-i-musical»; sì è un musical (e inizia con decine di persone che cantano durante una coda su un cavalcavia), ma poi è dinamico, descritto come moderno e attuale, e le parti recitate sono comunque più di quelle cantate.

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Damien Chazelle

Chazelle ha 32 anni e si fece notare nel 2014 grazie a Whiplash, un film ispirato a un suo omonimo cortometraggio del 2013, sul difficile rapporto tra un apprendista batterista e il suo duro insegnante (interpretati da Miles Teller e da J. K. Simmons, che vinse l’Oscar). Dopo Whiplash e prima di La La Land Chazelle ha anche scritto la sceneggiatura di 10 Cloverfield Lane, una specie di sequel di Cloverfield. Chazelle è anche un batterista e se ne intende molto di musica ma la colonna sonora è di Justin Hurwitz: i due avevano già collaborato a Whiplash e a Guy and Madeline on a Park Bench: il primo film di Chazelle. Un musical, con molta musica jazz.

Emma e Ryan, che avrebbero potuto essere Miles e un’altra Emma

Stone e Gosling sono al loro terzo film insieme, dopo Gangster Squad e Crazy, Stupid Love, quello in cui, tra le altre cose, lui aveva dei perfetti addominali e lei faceva fatica a crederci. Gosling e Stone sono una coppia cinematografica che funziona particolarmente bene – lo dicono quasi tutti i critici, e probabilmente lo penserete anche voi vedendoli – ma non sono state le prime scelte per La La Land, che è un film che ha avuto una produzione complicata (ma ci arriviamo tra un po’). All’inizio Chazelle aveva pensato a Miles Teller (che ha sette anni in meno rispetto a Gosling) e a Emma Watson. A Teller si finì poi per preferire Gosling, e pare Emma Watson preferì girare La bella e la bestia, un altro musical, che uscirà a marzo.

In uno strano incrocio di ruoli Gosling era stato preso in considerazione per fare “la bestia” in quel film, ma preferì fare Sebastian in La La Land. Chazelle ha scelto Stone dopo averla vista esibirsi in Cabaret, un musical che un paio d’anni fa andò molto bene a Broadway. Per La La Land entrambi hanno dovuto studiare canto e imparare a ballare (per esempio il tip-tap); Gosling ha pure imparato a suonare il pianoforte: dicono con lezioni di due ore al giorno, sei giorni su sette. Tutte le volte che vedete le mani di Sebastian suonare un pianoforte sono le mani di Gosling (spesso si usa invece un vero pianista come controfigura). John Legend – che recita in La La Land – ha detto di essere geloso di quanto in fretta e bene Gosling abbia imparato a suonare.

Tutti quelli che ne hanno parlato bene

Bisogna aspettare di vedere quanti Oscar vincerà, ma tutto fa pensare che non si sbaglia a definire La La Land il film dell’anno. È costato 30 milioni di dollari e ne ha già incassati quasi 200, il suo voto su IMDb (dato da quasi 100mila tra gli utenti del sito) è 8,6 su 10: è il 27esimo voto medio più alto tra tutti quelli del sito, il più alto tra i musical. Se può essere strano che nel 2016 un musical – quindi per molti un genere “vecchio”, “noioso”, “insensato” – piaccia così tanto al pubblico, è più facile immaginare ottime recensioni dai critici di mestiere, e infatti così è stato. Peter Bradshaw del Guardian ha scritto che «sia Stone che Gosling sono eccellenti e Stone in particolare non era mai stata così brava». Alonso Duralde di The Wrap ha scritto: «il musical è il genere cinematografico più eclettico e malleabile, e Chazelle ci ricorda quanto possa essere efficace per raccontare cose intime e cose immense».

Il 93 per cento delle oltre 300 recensioni scritte da critici cinematografici prese in considerazione da Rotten Tomatoes parla del film in modo positivo, spesso molto positivo. A.O. Scott, il più famoso critico del New York Times ha scritto che il film è «sia una commedia romantica che un melodramma sul mondo dello spettacolo, sia un’opera di trucchi sublimi che di toccante autenticità». Alissa Wilkinson ha scritto su Vox che La La Land è magico, «anche se magico non vuol dire perfetto». Sempre su Vox, Peter Suderman ha scritto che «più di ogni altro film dell’anno, La La Land è cinema allo stato puro – diretto in maniera estasiante e con cose tecniche e visive che lasciano a bocca aperta». Una delle parole che torna più spesso nella maggior parte delle recensioni è nostalgia: del film per il cinema del passato, di Sebastian per il jazz del passato, del regista per le “storie d’amore di una volta”. Il film è però anche contemporaneo, nell’ambientazione, nel modo in cui è girato e negli sviluppi della trama. Come ha scritto Anthony Lane sul New Yorker «all’inizio bisogna abituarsi al fatto che il film sia nel 2016 e non nel 1956» e capire che «nonostante possa mandare un messaggio con dentro un emoji» Sebastian preferisca mettersi a cantare. Lane ha poi elogiato i colori del film – girato su pellicola e non in digitale – scrivendo che i colori «sembrano esploderci in faccia» e ha consigliato di andarlo a vedere «nel più grande schermo della zona, con il miglior audio possibile, anche se per farlo doveste viaggiare tutto il giorno». Ha aggiunto: «Guardatelo dopo aver bevuto un cocktail e, qualsiasi cosa facciate, non aspettate il DVD e non cercate di scaricarlo».

Qualcuno ne ha anche parlato male

Guy Lodge del Guardian ha fatto notare che, forse, tutto questo bel parlare di La La Land ha a che fare con il fatto che il film parla di cinema e cita un gran numero di cose della storia del cinema. Cose che notano e apprezzano soprattutto quelli che – come i critici o quelli che danno i premi – conoscono un sacco di cose della storia del cinema. Eric Kohn di IndieWire ha scritto che La La Land è sì «magico e perfettamente intonato con quello che cita ma è un gradino più in basso rispetto alla grandezza di quei film». Caroline Framke di Vox ha scritto che il personaggio di Stone è troppo spesso interessata a Sebastian e a cosa Mia rappresenti per Sebastian (e che, sempre secondo Framke, ci si fa così poco caso solo perché Stone è bravissima). La La Land è stato criticato da Ben Ratliff di Slate perché «è pieno di cliché del jazz» e da Steve Chambers di Vulture perché «non ha idea di quel che sta succedendo nel jazz». Queste critiche rientrano in un ancora più grande filone di articoli e commenti secondo cui La La Land avrebbe fatto un grave torto nello scegliere di parlare del jazz – una musica storicamente associata ai neri – con un protagonista bianco.

Il musical è tornato? Ma se n’era andato? Dove andrà ora?

Il musical è un genere cinematografico basato sulle bizzarre premesse che nel bel mezzo di una conversazione per strada due innamorati si mettano a cantare, con cori e coreografie di tutti gli altri passanti. È in effetti una premessa bizzarra, ma forse non più di quella secondo cui a Clark Kent basti togliersi gli occhiali e darsi una sistemata ai capelli per non far capire che – SPOILER – lui è Superman. Forse per queste premesse o forse perché la gente che balla e canta al cinema è considerata roba vecchia, il musical non va per la maggiore da qualche decennio (dopo un tempo in cui fu il genere più di successo di Hollywood). Ogni tanto viene fatto qualche musical che va bene – Chicago vinse l’Oscar, Moulin Rouge fu molto apprezzato – ma negli ultimi anni ci sono stati anche diversi flop o mezzi-flop: Rock of Ages, Burlesque, Jersey Boys, Across the Universe e Nine.

Manhola Dargis ha scritto sul New York Times che in genere il musical si fa rivedere «per degli adattamenti di cose di Broadway come nel caso di Into the Woods, mascherato da altro come è successo per Magic Mike» e l’unico posto in cui sembra davvero essere riuscito a sopravvivere sono la tv, specie se per adolescenti (Glee andò fortissimo) e i film d’animazione (gran parte dei film Disney sono musical, a ben vedere). Dargis ha scritto che nonostante i pianoforti, le coreografie, il tip-tap e le citazioni di film d’epoca (alcuni francesi, al punto che Lane ha definito il film «mezzo francese») La La Land ha attualizzato il genere, per stile e per storia che racconta. Secondo Dargis: «I film statunitensi contemporanei potrebbero usare più musiche e balli e molto, molto più surrealismo. Sono troppo monotoni, troppo ordinari e troppo diretti, che siano pieni di cliché sui supereroi o di realismo eccessivo. Uno dei piaceri trasformativi dei musical è che anche quando sono pieni di coreografie, rompono le norme e le regole». Un altro articolo del New York Times ha spiegato che forse le cose stanno per cambiare, visto che ci sono già diversi nuovi musical in uscita o in produzione, a cominciare da La bella e la bestia.

Salve, vorrei girare un musical

Chazelle scrisse la sceneggiatura di La La Land nel 2010, quando aveva meno di trent’anni ed era praticamente sconosciuto. Proporre un musical – per di più uno complicato e ambizioso, con una scena per cui si doveva bloccare un intero pezzo di una strada realmente trafficata – era una mezza pazzia. Infatti gli dissero di no e si mise a fare Whiplash. Dopo quel successo qualcuno gli disse di sì e nel 2015 girò il film, in otto settimane, con molte attenzioni e difficoltà (per avere la giusta luce molte scene sono state per esempio girate tra le sei e le sette di sera). Horowitz, l’autore della colonna sonora, ha spiegato a Hollywood Reporter che «c’erano molte persone che pensavano ci stessimo imbarcando nella realizzazione di un molto dispendioso cimelio da museo». Hollywood Reporter ha anche scritto che a Chazelle fu detto di cambiare il protagonista e farlo diventare un musicista rock (perché più attuale). Chazelle è invece stato fedele alle sue idee iniziali e ha detto: «ci eravamo posti un obiettivo senza saper bene come arrivarci, ma con la fiducia che alla fine un modo per farcela l’avrebbe trovato».

Citazioni, citazioni, citazioni

Mattia Carzaniga ha scritto su Studio che in La La Land «c’è tutta la nostalgia per il Cinema che fu: Mia/Emma Stone ha come carta da parati in cameretta il faccione di Ingrid Bergman nel poster di Casablanca; Sebastian/Ryan Gosling per il primo appuntamento la invita a vedere Gioventù bruciata in un vecchio cinema di Los Angeles, e dopo decidono insieme di andare in una delle location appena viste sullo schermo: l’osservatorio del Griffith Park (segue valzer in volo tra le stelle)». Sono due dei tantissimi riferimenti del film, alcuni espliciti, altri meno diretti ma notati dagli appassionati. «C’è una sequenza pittorico-parigina che è Un americano a Parigi paro paro», ha scritto Carzaniga. Poi ci sono citazioni di Cantando sotto la pioggia – che contiene la scena che Chazelle ha detto che farebbe vedere agli alieni se arrivassero sulla Terra chiedendo di spiegare loro cos’è un musical – e ci sono diversi riferimenti al film francese Les Parapluies de Cherbourg, degli anni Sessanta.

Tra i film che Chazelle ha fatto vedere al cast prima del film ci sono anche Cappello a cilindro (del 1935), Follie d’inverno (del 1936), Spettacolo di varietà (del 1935) e anche 8 1/2 di Federico Fellini, soprattutto per trovare l’ispirazione necessaria per la scena iniziale. Nella camera di Mia c’è un poster di Black Cat, un horror del 1935 e Mia parla di Notorious (del 1946, di Alfred Hitchcock). Ci sono però anche riferimenti più contemporanei: Mia parla per esempio della serie tv The O.C. Se avete tempo, il sito Little White Lies ha fatto la lista degli otto film da vedere per arrivare preparati a La La Land e alle sue citazioni.

Potete riguardare anche Speed, se ci tenete

Il cavalcavia all’inizio del film è lo stesso su cui – SPOILER – salta il pullman di Speed, il film del 1994 con Keanu Reeves che doveva evitare di far andare quel pullman a meno di «50 miglia all’ora», perché altrimenti sarebbe esploso. Per quel film fu rimosso con gli effetti speciali un pezzo della rampa, non è che l’hanno costruita nel frattempo.

La colonna sonora

Forse è meglio dopo, ma va bene anche prima, la colonna sonora di La La Land.