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  • Lunedì 9 gennaio 2017

I problemi di Netanyahu si complicano

I media israeliani dicono che esistono alcune registrazioni audio in cui offre a un editore di chiudere un importante giornale rivale, in cambio di articoli più favorevoli

(ABIR SULTAN/AFP/Getty Images)
(ABIR SULTAN/AFP/Getty Images)

Da domenica in Israele la maggior parte dei giornali è tornata a occuparsi dei guai legali del primo ministro Benjamin Netanyahu, che governa dal 2009 con una coalizione di centrodestra. Diversi giornali, fra cui Haaretz, hanno scritto che esistono diverse registrazioni audio in cui Netanyahu sembra stringere un accordo segreto con l’editore Arnon Mozes – proprietario di Yedioth Ahronoth, uno dei principali giornali israeliani – a cui offre la chiusura di un importante giornale rivale in cambio di un atteggiamento favorevole nei suoi confronti. La notizia finora non è stata confermata da fonti ufficiali né commentata dallo staff di Netanyahu, il cui avvocato si è limitato a smentirla. Qualcuno ha ipotizzato che sia il ramo più importante delle indagini in corso da settimane su Netanyahu da parte della polizia – di cui finora si sapeva pochissimo – e che in caso di incriminazione formale o accuse molto pesanti potrebbe essere costretto alle dimissioni.

Non ci sono molti dettagli intorno a queste registrazioni audio: non si sa quando e dove sono state registrate, né se Mozes sia stato registrato a sua insaputa. Channel 2, una tv privata israeliana, dice che sono state ritrovate durante una perquisizione nella casa di Ari Harow, l’ex capo di gabinetto di Netanyahu, e che sono state effettuate su precisa richiesta di Netanyahu. Non è ancora chiaro se nei prossimi giorni la polizia intenda chiarire pubblicamente alcuni aspetti di questa storia, date le molte voci che stanno girando.

La notizia ha comunque sorpreso diversi commentatori israeliani, per diversi motivi. Prima di tutto perché si credeva che Netanyahu e Mozes fossero in cattivi rapporti: prima delle ultime elezioni politiche del 2015, Netanyahu aveva accusato Mozes di avere pianificato una campagna mediatica contro di lui. Inoltre, sembra che Netanyahu avesse promesso a Mozes di chiudere – anche solo parzialmente – il giornale concorrente di Yedioth Ahronoth: cioè Israel Hayom, di proprietà dell’imprenditore israelo-americano conservatore Sheldon Adelson, molto vicino allo stesso Netanyahu.

Per buona parte della storia di Israele, Yedioth Ahronoth è stato il giornale in lingua ebraica più letto e popolare. Fu fondato nel 1939, quando ancora non esisteva lo stato israeliano, dal padre di Mozes, e per decenni ha mantenuto la sua centralità: negli ultimi anni la stessa proprietà ha aperto anche una popolare versione online, sia in ebraico sia in inglese (Ynetnews). Ultimamente però il titolo di giornale più diffuso del paese gli è stato sottratto da Israel Hayom, fondato nel 2007.

La ragione è piuttosto banale: al contrario di Yedioth Ahronoth, Israel Hayom viene distribuito gratuitamente in diversi luoghi pubblici, anche se non è una pubblicazione free press – cioè realizzata con una redazione ridotta e piena di pubblicità – ma un quotidiano simile a quelli a pagamento. Solo che è gratis. Israel Hayom inoltre ha una linea molto diversa da quella centrista – e spesso critica verso Netanyahu – di Yedioth Ahronoth: ha posizioni molto più di destra e vicine ai partiti nazionalisti che sostengono il governo, come La Casa Ebraica. Adelson inoltre è un personaggio molto noto nella destra americana: è uno dei principali finanziatori del partito Repubblicano ed è considerato molto vicino al presidente eletto Donald Trump (entrambi, fra l’altro, possiedono diversi importanti casino): ha finanziato in maniera ingente la sua campagna elettorale e il giornale americano di sua proprietà, il Las Vegas Review-Journal, è stato l’unico importante quotidiano americano a sostenere Trump alle elezioni presidenziali.

Le prime pagine di oggi di Yedioth Ahronoth (a sinistra) e di Israel Hayom: il primo ha un articolo in prima pagina sulle registrazioni di Netanyahu, il secondo no.

Mozes avrebbe insomma tutto l’interesse di vedere chiuso o ridimensionato Israel Hayom, ma ancora non è chiaro se abbia accettato la proposta di Netanyahu e soprattutto se Netanyahu intendesse davvero rispettare i patti. Il presunto legame fra Netanyahu e Mozes è ancora più sorprendente se si pensa che nel 2014 il parlamento israeliano stava esaminando una legge che avrebbe vietato la distribuzione gratuita di un quotidiano “vero”: la legge, sostenuta da diversi partiti, non citava esplicitamente Israel Hayom, che però era l’unico giornale con quelle caratteristiche. Haaretz scrive che secondo diversi osservatori alla fine del 2014 Netanyahu decise di tenere delle elezioni anticipate proprio perché il parlamento «stava mettendo in pericolo il quotidiano di Adelson».

Netanyahu è da tempo sotto indagine della polizia per alcune accuse di corruzione, mai formalizzate: in particolare, nel ramo considerato meno grave delle indagini, è accusato di aver ricevuto regali da diversi imprenditori, che la polizia considera delle specie di tangenti. Negli ultimi giorni è stato interrogato due volte dalla polizia, entrambe per diverse ore. Netanyahu ha sempre respinto tutte le accuse, definendo le indagini una persecuzione nei suoi confronti e in quelli della sua famiglia. In molti ritengono che nel caso venisse formalmente incriminato, sarebbe costretto a dimettersi a causa delle pressioni politiche che riceverebbe sia dall’opposizione sia dai suoi alleati di governo.